Sanità, Mattarella: "Per non ostacolare la ricerca, bisogna superare il divario territoriale"

"L'universalità delle cure e la parità dei diritti sono principi irrinunciabili della Repubblica, come ci prescrive la Costituzione".

(Prima Pagina News)
Lunedì 28 Ottobre 2024
Roma - 28 ott 2024 (Prima Pagina News)

"L'universalità delle cure e la parità dei diritti sono principi irrinunciabili della Repubblica, come ci prescrive la Costituzione".

"Sono lieto che questa cerimonia si sia tradotta in un appuntamento tradizionale che, da ventisette anni, rinnova la spinta per andare ancora più avanti: negli studi, nelle scoperte scientifiche, nei progressi diagnostici, nelle sperimentazioni terapeutiche, nelle tecnologie applicate alla medicina. Il cancro. Un’insidia diffusa e temuta.

Avvertita - come abbiamo ascoltato anche poc’anzi - sino a non molti anni fa come condanna inesorabile. Talmente temuta da non essere evocata, per tanto tempo, nel linguaggio corrente, con il suo nome ma, piuttosto citata come male incurabile, un male anonimo ma definitivo. È stato un importante risultato avergli restituito la sua dimensione di malattia che può essere combattuta, grazie alla medicina, e dunque grazie alla ricerca che la sospinge.

Oggi un gran numero di persone, oltre 3 milioni e mezzo, vive dopo una diagnosi di tumore: molte di loro possono considerarsi guarite, tante combattono contro la malattia con buone prospettive di successo. Le condizioni di numerosi malati sono migliorate, consentendo relazioni positive e partecipazione alla vita familiare e della società.

Un grande beneficio per tutti, anche per coloro che presumono di essere indifferenti. La ricerca ha permesso di compiere passi in avanti straordinari. Grazie alla ricerca, grazie all’immuno-oncologia e alle terapie mirate, è cambiata la storia della lotta a molti tumori. Ripensando alle esperienze che sono state presentate qui al Quirinale nei Giorni della Ricerca negli anni passati, e ai temi trattati, si ha contezza non soltanto dei passi compiuti ma anche della velocità a cui si sta procedendo.

La ricerca ha saputo giovarsi delle strade nuove ipotizzate e aperte negli anni, a beneficio anche di altre branche della medicina. Così è avvenuto per i vaccini contro il Covid, definiti in tempi record.

La collaborazione tra studiosi, il lavoro di laboratorio senza frontiere, hanno reso in quel caso, e rendono questi elementi costantemente, all’umanità un servizio di immenso valore. Come ha ricordato il Dottor Menga, la conoscenza non ha patria perché appartiene all’umanità, è una guida, una torcia che illumina il percorso.

La collaborazione tra ricercatori rappresenta, inoltre, un segno di pace e di convivenza. Prezioso in questo periodo della vita internazionale. Impedirla, renderla difficile, sarebbe disumano.

Per consentire che l’efficacia dei risultati della ricerca non incontri ostacoli è necessario rimuovere e superare condizioni di divario territoriale. È nostra responsabilità far sì che questi divari non si propongano nella lotta ai tumori. La universalità delle cure e la parità dei diritti sono principi irrinunciabili della Repubblica, come ci prescrive la Costituzione. Ricerca, prevenzione, cura, vanno di pari passo. Lo ha rammentato la Professoressa Mondino.

La lotta ai tumori è un terreno esemplare sotto questo profilo. Per definizione, l’aspirazione alla guarigione consente di sconfiggere la diffidenza se non l’ostilità verso la applicazione dei risultati della ricerca, tentazione che si affaccia, periodicamente, in segmenti della pubblica opinione e, talvolta, si insinua negli ambiti di chi è chiamato a responsabilità di dirigenza.

La prevenzione negli stili di vita, gli screening oncologici, sono strumenti essenziali, così come l’educazione, a partire dai giovani. Ed esemplare quanto abbiamo poc’anzi visto con i bambini della scuola premiata. Le diagnosi precoci sono la condizione prima di successo nella cura. Tutelare la salute delle persone, che sono portatrici di diritti prima ancora del loro status di cittadinanza.

Credo che questo conferisca una forte spinta, anche etica, ai giovani ricercatori che, dopo l’università, entrano nei laboratori e intraprendono la professione della loro vita.

Un lavoro faticoso, ma entusiasmante. Si può non ottenere immediatamente un risultato concreto. Si può andare incontro a delusioni. Si può sperimentare ed essere indotti a correggere. Ma questo grande impegno fa nascere scoperte straordinarie, che vogliono dire vita. Vi sono parole di Rita Levi Montalcini con le quali si esprime un elogio dell’imperfezione.

La ricerca rifugge dalla presunzione perché si basa sui risultati e sulla tenacia, sull’umiltà della fatica per conseguirli. Abbiamo giovani di grande tenacia e di grandi capacità. L’AIRC punta sui giovani e i suoi programmi aiutano molti talenti a lavorare nei nostri centri.

È questo un valore ulteriore dell’AIRC, di grande portata.

Sono tanti anche i giovani ricercatori che trovano spazio all’estero e vi rimangono, pur desiderando di operare in Italia, e raggiungono livelli di assoluta eccellenza. È interesse nazionale fare in modo che possano conseguirli nel nostro Paese. Occorre far crescere – nelle istituzioni e nella società - la consapevolezza che le risorse investite in ricerca ritornano moltiplicate. L’AIRC assicura alla ricerca sostegno e risorse, alimentate da donazioni volontarie.

Si tratta di una condizione davvero importante che, non a caso, registra una acuta sensibilità e una ampia partecipazione da parte della popolazione. Ha ragione il Presidente Sironi: la generosità degli italiani va incoraggiata, non limitata. La rete che unisce medici, scienziati, volontari di ogni età e condizione sociale, malati, donatori, rappresenta un fattore di grande vitalità. Si inserisce nel tessuto solidaristico che tiene insieme il nostro Paese. Grazie a quanti, anche personalità della cultura, dello spettacolo, dello sport, testimoniano questi valori e sono parte di questa impresa così altamente meritoria.

Complimenti al Dottor Mario Paolo Colombo, a cui è stato assegnato il Premio AIRC “Guido Venosta” per aver aperto nuove vie terapeutiche al contrasto delle neoplasie. A tutti auguro di continuare il cammino. E di fare buona strada. La Repubblica vi è grata per il vostro impegno, per il vostro messaggio concreto. Per la testimonianza che recate".

Così il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia di celebrazione dei "Giorni della Ricerca", al Quirinale. 


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