Sergio Castellitto al Filming Italy: “Sistema cinema da riformare, inquietanti finanziamenti al killer”

Sergio Castellitto ospite del Filming Italy Sardegna Festival si racconta senza freni, anche con la delusione dell'anno alla guida del Centro Sperimentale di Cinematografia dove ha ricevuto attacchi personali. 

di Thomas Cardinali
Sabato 21 Giugno 2025
Roma - 21 giu 2025 (Prima Pagina News)

Sergio Castellitto ospite del Filming Italy Sardegna Festival si racconta senza freni, anche con la delusione dell'anno alla guida del Centro Sperimentale di Cinematografia dove ha ricevuto attacchi personali. 

“Il sistema del cinema italiano va riformato. È inquietante che un uomo condannato per un duplice omicidio abbia ricevuto 830mila euro di finanziamento pubblico. Nemmeno lo sceneggiatore più diabolico avrebbe potuto immaginare una cosa simile, così  Sergio Castellitto, ospite al Filming Italy Sardegna Festival, interviene con parole dure sul funzionamento dei finanziamenti pubblici nel settore audiovisivo dopo la notizia che il killer di Villa Pamphili Francis Kaufmann ha ricevuto fondi per un film mai realizzato. 

 

Secondo l’attore e regista, il problema è strutturale e affonda le radici nella burocrazia: “La burocrazia ha la sua logica e la sua diabolicità. Se i documenti sono a posto, scatta il finanziamento. Ma non può bastare questo. Serve una riflessione più profonda su come e a chi vengono assegnati i fondi”.

 

Castellitto sottolinea la difficoltà per le nuove generazioni a entrare nel sistema: “In Italia è faticoso realizzare opere prime e seconde. Ci riempiamo la bocca con la parola ‘giovani’, ma poi i soldi vanno sempre ai soliti nomi. Invece il pubblico dovrebbe sostenere chi ha vent’anni, una storia scritta con passione e voglia di provarci, anche se oggi non si scrive più con la sceneggiatura sudata sotto l’ascella, ma con l’iPad”.

 

L’artista, con una lunga esperienza anche nella gestione del Centro Sperimentale di Cinematografia, si dice consapevole della complessità del settore ma invoca una maggiore attenzione alla meritocrazia e alla trasparenza: “Ci sono dieci registi che ottengono i fondi in automatico, mentre gli esordienti restano fuori. Questo va corretto”.

 

Parlando del pubblico, Castellitto osserva come sia cambiato radicalmente: “Oggi va al cinema chi cerca qualcosa che somiglia al mondo dei social, dei reality, dei talk show. Ma forse siamo noi che non siamo cambiati rispetto a loro. Io scrivo pensando a cosa vorrei vedere io, non a cosa vorrebbe vedere il pubblico. È una questione di onestà”.

 

Spazio anche al successo di Conclave, il film diretto da Edward Berger in cui interpreta un cardinale. Castellitto ha raccontato l’impatto dell’opera all’indomani della morte di Papa Francesco: “So per certo che alcuni cardinali, soprattutto quelli al loro primo conclave, hanno voluto vedere il film per capire come funziona. Appena morto Papa Francesco, Conclave ha registrato oltre sei milioni di visualizzazioni. Me lo ha detto mia figlia: si è scatenata una discussione enorme sui social, in particolare su quel cardinale tedesco del film che fuma, mangia… un vero gangster spirituale. È stato sorprendente”.

 

Sulla propria reazione, Castellitto mantiene il riserbo: “Mi chiamavano i giornalisti per sapere cosa pensavo, ma io faccio l’attore. So delle cose, ma non le posso dire”.

 

L’attore ha poi confermato di essere al lavoro su nuovi progetti, tra cui la seconda stagione della serie Storia della mia famiglia per Netflix, diretta da Claudio Cupellini: “Era nata come una serie unica, ma poi il successo ha portato al rinnovo. Non sono contrario al formato seriale: dà la possibilità di approfondire i personaggi in modo verticale, come facevano gli sceneggiati una volta”.

 

Infine, un riferimento alla propria esperienza personale come direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia: “Ho vissuto anche io il meccanismo della macchina del fango. Mi sono sopravvalutato, pensando che le idee potessero vincere sulla palude. Ma è stato doloroso”. E conclude con uno sguardo fiducioso verso la creazione: “Esiste solo il futuro nel cinema. E il mio bene rifugio resta il pensiero: scrivere storie che provino a toccare ancora le emozioni degli altri”.


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