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Gallo: "Vogliamo dare all'Italia la possibilità, tramite le firme dei cittadini, di proporre al Parlamento una legge che regolamenti l'accesso a tutte le scelte di fine vita".
Gallo: "Vogliamo dare all'Italia la possibilità, tramite le firme dei cittadini, di proporre al Parlamento una legge che regolamenti l'accesso a tutte le scelte di fine vita".
E' stata depositata oggi, in Cassazione, dall'Associazione Luca Coscioni, una proposta di legge popolare composta da 8 articoli, che ha l'obiettivo di legalizzare l'eutanasia.
"Vogliamo dare all'Italia la possibilità, tramite le firme dei cittadini, di proporre al Parlamento una legge che regolamenti l'accesso a tutte le scelte di fine vita, questa proposta di legge permette l'accesso al suicidio medicalmente assistito e anche all'eutanasia attiva. Si basa sulle sentenze della Corte Costituzionale che per 4 volte ha invitato il Parlamento italiano a intervenire con una legge", ha spiegato, nel corso di un punto stampa, la segretaria dell'Associazione, Filomena Gallo.
Dodici anni dopo il primo deposito di una proposta di legge per l'eutanasia, l'Associazione ha deciso di riattivare l'iniziativa popolare per "disciplinare le condizioni e le procedure per porre fine volontariamente alla propria vita, anche con l'aiuto attivo di un medico".
Perché il testo arrivi in Parlamento servono 50mila firme entro il 16 luglio, giorno in cui ci sarà la discussione in Senato sulle proposte relative al suicidio assistito. La raccolta delle firme comincerà il 26 giugno, sia online sulla piattaforma dedicata sia cartacea, in tutta Italia.
"Chiediamo una cosa semplice - ha evidenziato Marco Cappato, tesoriere dell'associazione - che chi soffre in Italia abbia la stessa libertà di scelta dei cittadini spagnoli, olandesi, belgi o lussemburghesi. Che il Parlamento italiano si assuma le proprie responsabilità come stanno facendo quello francese, inglese, scozzese che discutono liberamente, al di là di schieramenti e partiti sul tema della legalizzazione dell'eutanasia".
Da parte sua, Mina Welby, Presidente dell'Associazione e moglie di Piergiorgio, ha detto che, se la legge dovesse essere approvata potrebbe "chiedere di poter morire. Questa sarebbe la più grande felicità".
Secondo quanto prevede il testo, l'accesso alla morte volontaria assistita è possibile per le persone maggiorenni, capaci di intendere e volere, affette da patologie irreversibili o con prognosi infausta a breve termine, che generano sofferenze fisiche o psicologiche che la persona stessa considera come intollerabili. Il paziente potrà scegliere tra l'autosomministrazione dei farmaci per il fine vita e la somministrazione da parte del medico, sulla base delle sue condizioni cliniche e delle sue preferenze, d'accordo con il medico.
La procedura potrà essere eseguita in strutture sanitarie pubbliche o convenzionate, o anche a domicilio con supporto medico. L'iter è affidato al Servizio sanitario nazionale e prevede una verifica che deve essere conclusa entro 30 giorni. Si garantisce il diritto all'obiezione di coscienza per il personale sanitario, ma la procedura deve essere eseguita dalle strutture ospedaliere.