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Grande festa dei calabresi di Roma," I Calabresi Capitolini, alla Stazione Centrale di Roma Termini in onore del nuovo libro di Carmine Abate.
Grande festa dei calabresi di Roma," I Calabresi Capitolini, alla Stazione Centrale di Roma Termini in onore del nuovo libro di Carmine Abate.
Il Prossimo 14 ottobre torna a Roma lo scrittore Carmine Abate per il lancio nazionale del suo ultimo libro “L’Olivo Bianco”, alla libreria Borri Books della stazione Roma Termini, un vero e proprio evento letterario per un saggio che racconta il Sud attraverso la magia e i profumo di un albero di ulivo che alla fine della stagione produce olive bianche, una rarità reale della campagna calabrese e che Carmine Abate ora trasforma in un simbolo del suo nuovo romanzo. A presentare il volume saranno il giornalista-scrittore Pino Nano, che già in passato aveva presentato l’ultimo saggio di Carmine Abate alla Biblioteca Casanatense di Roma, quello su Eranova, e il Presidente dell’Associazione Calabresi Capitolini, avvocato Luigi Salvati per il quale è la prima uscita pubblica dopo la presentazione alla stampa all’Università la Sapienza del nuovo “movimento”.
Ma veniamo al libro che la nuova Associazione Calabresi Capitolini tiene a battesimo lunedì prossimo a Roma. “In una calda notte d’agosto, quando gli incendi divampano nelle campagne di Spillace, tre amici si riuniscono per chiacchierare fino a tardi. È un rito- spiega Carmine Abate- che compiono ogni sera, forse per cercare di spegnere almeno il fuoco che sentono dentro, nell’estate così inquieta in cui, dopo la maturità, devono decidere cosa fare delle loro vite. Mentre Riccardo e Marco meditano di lasciare la Calabria per emigrare in Germania, Antonio non sa decidersi: l’unica certezza in quel momento è il suo amore per Elena”.
Ma c’è anche un altro pensiero che affolla la mente di Antonio e riguarda le vicende di Luca, un parente misterioso che solo nonna Sofia aveva conosciuto: a lei, Luca aveva lasciato la sua casa e una striscia di terra aspra e scoscesa, coltivata con fatica e trasformata in un piccolo paradiso fertile, con alberi da frutto e tutte le varietà di olivi della Calabria.
Riecco Carmine Abate, che con la sua straordinaria narrazione del Sud, ci spiega che I racconti di nonna Sofia sono appassionanti e sembrano nascondere un segreto: “Luca aveva attirato le invidie dei suoi compaesani e, dopo una notte in cui furono uditi degli spari, nessuno seppe più nulla di lui. Tutto ciò che è rimasto è l’Olivo di Luca, quel terreno frequentato abitualmente dalla famiglia di Antonio che va lì ogni anno a trascorrere la Pasquetta".
Ma chi era Luca? Era davvero partito per l’America o era morto? E perché aveva lasciato la sua proprietà a nonna Sofia?
"Come in un gioco di specchi tra natura e anima, ingaggiato dal padre per rimuovere il rovettaro che negli anni aveva invaso l’oliveto, Antonio - avverte Carmine Abate - cercherà di fare luce su questa storia misteriosa: liberando l’Olivo di Luca dai tralci spinosi, si addentrerà sempre più nel cuore della verità, riuscendo a mettere finalmente in ordine anche i suoi pensieri".
E' un Sud che ritorna prepotente nei racconti di Carmine Abate e che diventa icona di uno stato di fatto e di in territorio che nessuno meglio di lui conosce così bene,lui che nato in Calabria per uno strano gioco del destino, in vecchiaia torna da Zurigo dove oggi vive per ritrovare nelle sue vecchie campagne arberesche il gusto della sua infanzia e del suo passato.
Con "L'Olivo bianco" lo scrittore supera se stesso, se non altro per il linguaggio poetico con cui ci riporta tutti a casa sua, e dove sopravvive ancora un sud perfettamente sano e finalmente lontano dalle false narrazioni che impregnano la Calabria di eterne storie di ndrangheta,e di cui siamo ormai tutti davvero stanchi.(Rosario Sprovieri)