Rinnovabili: Le associazioni ambientaliste sostengono l'appello dei 100 intellettuali al Presidente della Repubblica

Nel documento che chiama in gioco il Codice dei Beni Culturali, sono riportate le preoccupazioni circa la realizzazione del cosiddetto progetto Phobos che prevede la realizzazione di un impianto eolico di grandi dimensioni, formato da turbine alte più di 200 metri, nel territorio di Orvieto (TR)

 

(Prima Pagina News)
Lunedì 07 Ottobre 2024
07 ott 2024 (Prima Pagina News)

Nel documento che chiama in gioco il Codice dei Beni Culturali, sono riportate le preoccupazioni circa la realizzazione del cosiddetto progetto Phobos che prevede la realizzazione di un impianto eolico di grandi dimensioni, formato da turbine alte più di 200 metri, nel territorio di Orvieto (TR)

 

L’Altritalia Ambiente, le associazioni Atto Primo e GUFI (Gruppo Unitario per le Foreste Italiane), e i Comitati Crinali Liberi, No Eolico industriale Firenzuola e Pro-Montauto (Manciano, GR), sottoscrivono l’appello lanciato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da parte dei 100 intellettuali firmatari della petizione “In difesa del Codice dei Beni Culturali”. Condividono quindi le loro preoccupazioni circa la realizzazione del cosiddetto progetto Phobos che prevede la realizzazione di un impianto eolico di grandi dimensioni, formato da turbine alte più di 200 metri, nel territorio di Orvieto (TR), che verrebbero localizzate, in conflitto con quanto normato dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, all’interno cioè di quelle fasce di rispetto di almeno 3 km previste tra questo genere di impianti eolici e i beni culturali protetti. L’Altritalia Ambiente e il Comitato Crinali Liberi, si appellano, insieme ai 100 firmatari, al capo dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella, affinché, dall’alto della Sua autorità morale e politica, intervenga per fermare tale progetto e di “stimolare, con la Sua persuasione morale, la possibilità di reindirizzare in maniera più virtuosa la transizione ecologica nel nostro paese: una diversa modalità capace di dialogare con i territori e di individuare principi inviolabili rispetto alla localizzazione degli impianti”. I problemi legati alla decarbonizzazione non possono essere usati come alibi per scempiare lo splendido paesaggio italiano e per creare ulteriori danni all’ecosistema. Altrimenti si rischia che la cura sia peggiore del male che si vorrebbe combattere. C’è da aggiungere che l’installazione di impianti invasivi per un territorio, possono comportare oltre che problemi all’ecosistema, come per esempio all’avio fauna, anche danni di natura economica. Strutture più alte della torre Eiffel, comprometterebbero il paesaggio e potrebbero influire anche sul turismo, comportando perdite di posti di lavoro e un incentivo alla fuga di tanti giovani.


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