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"Quella sul suicidio assistito è una proposta gravemente sbagliata, ogni legge di questo tipo ha condizionato in senso fortemente individualista la mentalità generale, facendo ritenere inutili le esistenze malate e fragili".
"Quella sul suicidio assistito è una proposta gravemente sbagliata, ogni legge di questo tipo ha condizionato in senso fortemente individualista la mentalità generale, facendo ritenere inutili le esistenze malate e fragili".
"A giorni, probabilmente già la prossima settimana, dopo l’istruttoria nella commissione di competenza, conclusasi ieri, il consiglio regionale della Toscana discuterà la proposta dell’associazione Coscioni in tema di suicidio medicalmente assistito, la stessa presentata in modo seriale presso quasi tutti i consigli regionali italiani, per introdurre nel Servizio Sanitario Regionale l’obbligo di fornire prestazioni che producano la morte dei malati (cfr. art. 3, comma 5), in asserita attuazione della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019.
È una proposta gravemente sbagliata. Perché:
1) ogni legge di questo tipo ha condizionato in senso fortemente individualista la mentalità generale, facendo ritenere inutili le esistenze malate e fragili;
2) la sentenza della Corte costituzionale 242/19 ha espressamente escluso che ci possa essere un obbligo di dare la morte da parte della Sanità pubblica, che, invece, deve essere orientato solo alla cura e dovrebbe finalmente assicurare a tutti quel diritto alle cure palliative, che è ancora gravemente inattuato in troppo territori italiani, Toscana compresa;
3) le Regioni non hanno alcuna competenza legislativa in materia di fine vita, come hanno accertato l’Avvocatura generale dello Stato il 15.11.2023 e i consigli regionali di Piemonte, Friuli Venezia-Giulia e Lombardia, che hanno declinato pregiudizialmente la competenza. Peraltro, ora è avviato anche un preciso percorso legislativo presso il Senato.
I vescovi italiani hanno appena incoraggiato l’interessante ripresa di un impegno dei cattolici nella “res publica”, documentata da tante generose, libere e diversificate iniziative di questi ultimi anni, dagli Stati generali della natalità, al festival dell’“umano tutto intero”, ai recentissimi convegni del 18 gennaio scorso, solo per citare qualche esempio.
Allora, soprattutto nell’imminenza di un gravissimo crinale di una deriva contro i fragili, serve il contributo di tutti per un dialogo chiaro con tutti, a favore dei più deboli. Rivolgiamo perciò un umile appello a tutti gli amici cattolici perché ognuno - come già molti hanno fatto - chieda pubblicamente ai consiglieri regionali della Toscana di dare spazio alle ragioni oggettive che sconsigliano un voto regionale. Ragioni che dovrebbero essere particolarmente evidenti ai rappresentanti di una regione che ha impugnato la legge sull’autonomia in quanto “metterebbe a rischio l’uniformità delle condizioni di vita nel Paese e la coesione territoriale” (cfr. sentenza Corte costituzionale n. 192/2024, par. 3.12).
E non vi è dubbio che, se proprio la Toscana introducesse un inedito e totalmente inaccettabile federalismo della vita e della morte, il bene comune di tutto il popolo italiano sarebbe gravemente aggredito".
Così, in una nota, il network di associazioni “Ditelo sui tetti”.