Cisl: Daniela Fumarola è la nuova Segretaria Generale

“Il sindacato deve essere protagonista del cambiamento, rimboccandosi le maniche, senza restare fermo nella protesta sterile”.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 12 Febbraio 2025
Roma - 12 feb 2025 (Prima Pagina News)

“Il sindacato deve essere protagonista del cambiamento, rimboccandosi le maniche, senza restare fermo nella protesta sterile”.

Daniela Fumarola, 58 anni, pugliese di Taranto, è la nuova Segretaria Generale della CISL. Eletta all’unanimità dal Consiglio Generale della Confederazione dopo le dimissioni di Luigi Sbarra per raggiunti limiti di età, con 188 voti su 191 votanti.

Confermata l’intera squadra di segreteria: Andrea Cuccello, Ignazio Ganga, Giorgio Graziani, Mattia Pirulli, Sauro Rossi.  

Nel suo discorso programmatico, la neosegretaria ha voluto innanzitutto esprimere un profondo ringraziamento a Luigi Sbarra, richiamandone il ruolo di guida solida e determinata, capace in questi anni di rafforzare la CISL nella sua identità autonoma e riformista, di consolidare fortemente la base associativa, la capacità contrattuale e l’autorevolezza politica.

“Abbiamo lavorato uniti, con il coraggio di chi sa che la strada giusta non è mai quella più facile”, ha sottolineato, ricordando come in questi anni la CISL non abbia “mai avuto paura di navigare controvento, sfidando conservatorismi e immobilismi, da qualunque parte si presentassero. Anche questo mi fa dire che noi, la Cisl, abbiamo bisogno di Gigi Sbarra, della sua competenza, del suo cuore legato alla nostra organizzazione, della sua visione, della sua dedizione.  Gli abbiamo chiesto di continuare il suo impegno, come Presidente della Fondazione Cisl Franco Marini.  Credo sia il modo migliore per “tenercelo stretto”, e dare a questa nuova realtà il vigore e la forza necessari a mantenere alta la memoria e la cultura sindacale, politica, istituzionale di un grande uomo come Franco.  E insieme, per dare valore e attualizzare quella politica di mediazione e di concertazione, quelle tante battaglie d’avanguardia combattute e vinte dalla nostra grande Confederazione”.

Fumarola ha posto al centro della sua analisi “l’autonomia sindacale, la corresponsabilità e il riformismo concreto: bussole che in questi anni ci hanno portato a risultati tangibili per i lavoratori, per i pensionati, per le persone che rappresentiamo”. La sfida è “rendere sempre più incisiva la presenza del mondo del lavoro ai tavoli di decisione, sia dove si deliberano le politiche aziendali, sia dove si decidono le strategie pubbliche di sviluppo”. Il sindacato deve essere protagonista del cambiamento, “rimboccandosi le maniche, senza restare fermo nella protesta sterile”. Il che “non vuol dire rinunciare al conflitto, ma credere prima di tutto nel confronto, rifiutando l’antagonismo ideologico”.   La leader ha posto l’accento su alcuni punti chiave. A cominciare dall’appello “per un’Europa più forte e unita”, che sappia superare nuovi miopi rigorismi e riformare il Patto di stabilità, che voglia rafforzare coesione sociale, integrazione politica ed economica, sovranità industriale ed energetica, transizioni tecnologiche socialmente sostenibili, difesa comune”. Va “confermato senza riserve il sostegno anche militare all’Ucraina verso una pace giusta che non può coincidere con l’umiliazione di un Paese sovrano aggredito dalla Russia imperialista di Putin”. 

Guardando allo scenario internazionale e alle prime azioni dell’amministrazione Trump, Fumarola ha espresso preoccupazione per il ritorno di una logica di dazi e protezionismo“Un mondo senza regole condivise, con guerre commerciali e barriere tariffarie, è un mondo più povero e meno sicuro”. Dura critica anche alle recenti dichiarazioni del Presidente Usa sulla crisi israelo-palestinese: “Agghiacciante anche solo parlare di deportazioni. Serve un forte impegno della comunità internazionale per un negoziato vero. L’obiettivo non può che essere due popoli, due Stati”. Partecipazione, redistribuzione e coesione le parole chiave su cui Fumarola ha posto enfasi nel descrivere la road map di riforme e investimenti che serve all’Italia.

“Non può esserci crescita senza sicurezza sul lavoro – ha sottolineato la segretaria -. La nostra ossessione deve continuare ad essere quella di cancellare questa ignobile scia di sangue che sfregia i principi della Costituzione. Dobbiamo farlo insieme alle imprese a alle istituzioni, in una battaglia che deve unire il Paese”. 

Il mercato del lavoro “dà segni importanti e positivi sotto il profilo quantitativo, anche se servono interventi forti per l’inclusione di donne e giovani. Dove restiamo più indietro “è negli aspetti qualitativi, nella capacità di esprimere alte qualifiche, alto valore aggiunto e quindi alta produttività e alti salari”.  

Serve per questo “il più grande investimento di sempre sulle competenze, sulle politiche attive, sulla connessione di reti istituzionali e sussidiarie volte ad assicurare ad ogni persona in ogni momento sostegno al reddito, apprendimento continuo, orientamento nel mercato del lavoro”. Non è mettendo le lancette indietro di dieci anni che possiamo rispondere a problemi nuovi”, ha aggiunto in riferimento al referendum sul Jobs Act.  

“Al Governo chiediamo di aprire uno spazio di dialogo per un nuovo Statuto della persona nel mercato del lavoro. C’è “da affrontare con determinazione una questione salariale, che non ammette demagogie”. La dinamica retributiva “va ancorata saldamente alle relazioni industriali, alla contrattazione nazionale e soprattutto decentrata, a modelli sempre più partecipativi”Va contrastato il lavoro povero, i part-time involontari che affliggono soprattutto le donne, le derive dirigiste di chi propone interventi di legge inefficaci e dannosi”.

Vanno abbassate le tasse sul ceto medio e popolare, rinnovati e innovati i contratti su modelli sempre più partecipativi”.

Anche in tal senso sarà fondamentale approvare velocemente la ”legge Sbarra” sulla partecipazione  dei lavoratori alla vita delle imprese: “L’appello della Cisl è alla più ampia convergenza parlamentare, un segnale bipartisan che non trasformi questa legge di civiltà in un terreno di battaglia ideologico e partitico”. L’Italia ha poi bisogno “di politiche industriali che sostengano le filiere strategiche, incentivi i segmenti più innovativiinvesta su una transizione ecologica e digitale dal volto umano, che salvaguardi produzione e occupazione”. Determinante in questo senso rilanciare risorse su ricerca e innovazione. Ruolo chiave lo ha il Mezzogiorno, quale “leva strategica di sviluppo nazionale”.

Non ci sarà vera ripresa senza un duraturo risveglio produttivo e sociale del Sud, con investimenti strutturali, infrastrutture moderne e una battaglia senza tregua contro la criminalità organizzata. 

“Occorre elevare le dotazioni su scuola, pubblico impiego, sanità, politiche sociali e per la famiglia, contrasto alla povertà economica, cognitiva e relazionale, sostegno alla terza età attiva e alla non autosufficienza.  La CISL chiede poi al governo di “far ripartire il tavolo su una riforma delle pensioni che immetta nel sistema previdenziale elementi di flessibilità in uscita e di garanzia retributiva, specialmente per i giovani in regime contributivo”.   

Su questi temi, a due giorni dalla ricorrenza dell’Accordo di San Valentino, Fumarola ha lanciato un appello per un nuovo Patto Sociale che dia la rotta a un cambiamento concertato: “Abbiamo bisogno di un Accordo della responsabilità tra Governo e soggetti sociali riformisti che definisca priorità strategiche comuni. Servono scelte coraggiose che diano speranza al futuro”.   


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