Lavoro, Cafasso (Ais): "Contrattazione collettiva, pensare ad un modello diverso, siamo pronti?"

"Perché un lavoratore ha interesse a contrattare la propria retribuzione in base a quanto dica il contratto collettivo?".

(Prima Pagina News)
Martedì 12 Novembre 2024
Roma - 12 nov 2024 (Prima Pagina News)

"Perché un lavoratore ha interesse a contrattare la propria retribuzione in base a quanto dica il contratto collettivo?".

“Il mondo del lavoro talvolta è un mondo che non sorride ai più, ma molti pensano che non sia un'opportunità di vita. Lo scontro politico non ci agevola, ci porta a pensare a uno scontro tra forze di destra e forze di sinistra. In realtà quello scontro è uno scontro che non esiste. Nel mondo del lavoro ci sono tanti attori e se quegli attori continuano ad essere portatori del senso della giustizia e della voglia di essere disegnatori di un progetto più ampio, probabilmente avranno il giusto premio per l'impegno che hanno profuso. Oggi il Governo è molto impegnato nel rispetto di regole e di nuove iniziative che possano cementare da un lato il processo di evoluzione e di sviluppo delle imprese e dall'altro arginare i momenti non sempre felici di tante aziende, che pensano che questo mondo sia fatto di altro. Anche lo scontro politico sulla giustizia è un momento che noi come associazione viviamo con grande diversità.

 

Pensiamo a considerare che la giustizia sia qualcosa che viva del bipartitismo e del rispetto delle individualità. Sopportare dichiarazioni da più parti che poi alla fine non abbiano il senso di un rispetto per questo mondo può renderci cittadini non certamente contenti di quello che viviamo. Ma questo è il meno. Il lavoro è il tema di questo mondo: creare occupazione, crearla stabile, fare in modo che le aziende abbiano il giusto rispetto da parte dei lavoratori e che le aziende abbiano il giusto rispetto nei confronti dei lavoratori. Questo mix è qualcosa di particolarmente complicato, perché vivere il costo del lavoro, considerarlo e non essere in grado di sostenerlo è forse la parte più difficile per un imprenditore. Ma pensare che il costo del lavoro da un lato sia sostenibile ma dall'altro possa appartenere ad un mondo che è attento ai bisogni dei lavoratori, significa avere anche grande attenzione per i lavoratori e per quel mondo, che talvolta si sente oppresso in una condizione fortemente ghettizzata dai contratti collettivi.

 

Perché un lavoratore ha interesse a contrattare la propria retribuzione in base a quanto dica il contratto collettivo? Il senso è dettato unicamente da un'aspettativa, che non è quella del contratto collettivo, ma è quella del momento che vive. Forse c'è da domandarsi se i contratti collettivi davvero rispondano alle esigenze dei lavoratori. Noi come associazione questo non lo sappiamo, ma possiamo unicamente considerare che il mondo del lavoro è fatto di incentivi e se questi incentivi costano il 110% per i datori di lavoro rispetto al valore che propongono i lavoratori, questi incentivi saranno sempre più difficili da sostanziare.

 

Proponiamo un piano che possa disporre l'esonero degli oneri riflessi su quanto di meritocratico possa essere attribuito ai lavoratori. La meritocrazia è la fonte assoluta dello sviluppo di una generazione che ha voglia di far crescere i lavoratori, pensando sempre a chi ha voglia di emergere, di crescere, di mettere in discussione il proprio essere, ma soprattutto di sostanziare le posizioni di sviluppo dei tanti giovani che oggi hanno voglia di impegnarsi, di essere leader, ma anche di guadagnare in maniera importante rispetto a quello che evidentemente è il valore di un contratto collettivo, che secondo noi non appartiene più alle logiche di un contesto fortemente superato.

 

Con questo non vogliamo assolutamente sminuire il valore della contrattazione collettiva, ma penso abbiamo il dovere di riconoscere che forse il senso della contrattazione individuale, con ipotesi di detassazione e decontribuzione, possa essere il viatico affinché le imprese e i lavoratori possano coniare un'immagine di sviluppo e di nuovo corso in funzione di una logica che viva il lavoro come una gioia, ma anche come uno sviluppo ed un leggero sacrificio, che tale non sia in funzione di una gioia dei lavoratori che lo vivono e lo propongono”.  È quanto affermato da Nino Carmine Cafasso, Presidente AIS (Associazione Imprese di Servizi), Giuslavorista e Consulente del Lavoro.


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