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Secondo i manifestanti, la premier dello Stato del Bengala Occidentale, Mamta Banerjee, non ha gestito bene il caso.
Secondo i manifestanti, la premier dello Stato del Bengala Occidentale, Mamta Banerjee, non ha gestito bene il caso.
Momenti di tensione a Calcutta, in India, dove migliaia di manifestanti hanno protestato contro la premier dello Stato del Bengala Occidentale ed esponente del Trinamol Congress, Mamta Banerjee, in seguito allo stupro e all'omicidio di una dottoressa di 31 anni, Moumita Debnath, avvenuto il 9 agosto scorso all'interno di una struttura ospedaliera della città. E' quanto fanno sapere i media locali.
La polizia ha cercato di disperdere i manifestanti usando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Per i manifestanti, Banerjee non ha gestito bene le indagini sull'omicidio, che ha già portato ad uno sciopero nazionale dei medici.
L'episodio, però, ha anche assunto un forte carattere politico: al Parlamento federale di New Delhi, il Trinamol Congress è all'opposizione. Ad animare la protesta sono specialmente coloro che militano nel partito del premier indiano Narendra Modi, il Partito del popolo indiano (Bjp), che chiedono che la Banerjee rassegni le dimissioni.
Stamani, i manifestanti hanno tentato di rompere i cordoni della polizia e cercato di arrivare fino alla sede del governo statale, ma gli agenti, in assetto antisommossa, li hanno respinti. Prima della protesta, quattro studenti sono stati tratti in arresto dalla polizia con l'accusa di aver tentato di istigare violenze su larga scala.
Il cadavere della 31enne Moumita Debnath, è stato trovato il 9 agosto nel campus universitario del Radha Gobinda Kar Medical College and Hospital, dove lei era tirocinante post-laurea al secondo anno. A confermare lo stupro e la morte per strangolamento è stata l'autopsia.
Proprio nel giorno del ritrovamento del cadavere, la polizia ha tratto in arresto un sospettato, Sanjay Roy, volontario civico assegnato ad un posto di polizia nei pressi della facoltà di medicina. L’Alta corte di Calcutta ha ordinato che l'inchiesta fosse trasferita all’Ufficio centrale di investigazione (Cbi) e il congedo prolungato del Preside del college, Sandip Ghosh, che ha rassegnato le sue dimissioni.
Le critiche si sono estese dall'Università al governo statale. L'omicidio della donna ha portato a proteste da parte dei medici e ad un'ondata di indignazione a livello nazionale.
Intanto, l’Ufficio centrale di investigazione (Cbi) ha riferito che sono state trovate 9 prove fondamentali per la soluzione del caso: tra gli elementi “incriminanti” figurano il cellulare del sospettato, Sanjay Roy, nonché diversi vestiti, la bicicletta, il casco e i sandali indossati dall'uomo il giorno dell'omicidio, oltre a impronte digitali, campioni di sangue, filmati delle telecamere di videosorveglianza, dati del telefonino e la localizzazione della posizione attraverso un esame delle celle telefoniche. Stando proprio a questi ultimi dati, Roy si trovava in ospedale il giorno dell'omicidio.