‘’Il caso Becciu’’, com’è stata fabbricata una gogna. E perché tutto cadrà come il velo di Maya

Il libro di Mario Nanni sulla clamorosa vicenda vaticana.

(Prima Pagina News)
Venerdì 27 Dicembre 2024
Roma - 27 dic 2024 (Prima Pagina News)

Il libro di Mario Nanni sulla clamorosa vicenda vaticana.

di Elias 

C’è sempre una curiosità da soddisfare quando esce un libro, come, nella circostanza, quello di Mario Nanni su “Il caso Becciu – (In)Giustizia in Vaticano” e, per quello che si registra, anche vero “caso editoriale”.

E ci si domanda, a cominciare dal titolo, se si tratta di romanzo, saggio o pamphlet, scritto dopo la condanna del “più’ famoso degli imputati, il cardinale Giovanni Angelo Becciu.

La questione, a parte il fatto che dovrà essere celebrato il processo d’appello, è tutt’altro che chiusa. Anzi, e’ aperta più che mai e, laddove qualcuno s’illudesse che è ormai una storia definita e conclusa, sarebbe smentito da questo libro.

“Il caso Becciu’’, di Mario Nanni, ila riapre questa storia, e la rilancia su binari ben diversi da come fin dall’inizio era sta avviata e sospinta, fino alla condanna in primo grado.
 
In questo libro l’autore, che ha scritto finora volumi diversi dal tipo dell’inchiesta,, eccetto il saggio sul caso Moro, con una operazione non priva di coraggio civile e tenacia investigativa, si è cimentato in un meticoloso lavoro di scavo, di ricerca e lettura delle carte, documenti e verbali delle udienze del processo. Migliaia di pagine, in cui a voler e a saper leggere - senza pregiudizio e teoremi precostituiti , com’ è invece successo- si rintracciano e si scoprono, e in non pochi casi balzano con inquietante evidenza, le fila di accadimenti, di trame, di manovre, che vanno a disegnare un oggettivo quadro costruito tutto in danno di un principe della Chiesa, il cardinale Giovanni Angelo Becciu, il bersaglio da colpire, e da estromettere daile dinamiche del potere vaticano, sbarrandogli oggettivamente la strada di traguardi supremi. Magari sperando che l’alto prelato gettasse la spugna e si ritirasse in Sardegna. Mostrando di non conoscere ne’ la tempra e la fede dell’uomo di Chiesa ne’ la sua forza di gridare al mondo la sua innocenza.

All’autore del Caso Becciu sono state necessarie e anche sufficienti le migliaia di pagine sulle 86 udienze del dibattimento di primo grado per trarre un condensato,riempito sino all’orlo, di cascami di diritto, negazione della dignità e, davvero insuperabile, l’anomalia dell’ordinamento dell’amministrazione della giustizia vaticana, il supposto ruolo svolto da Papa Francesco, e l’affaccendarsi di figure più o meno minori che hanno inciso - come il libro documenta- sullo svolgimento di non poche fasi della vicenda.

Perché tutto questo?

Perché – la conseguenza - col processo celebratosi, si rischia di mandare all’inferno una persona, nella figura del cardinale Becciu, e lì relegarlo,dopo averlo infangato, calunniato e umiliato.

Ma come fa Mario Nanni a supporre tutto questo, anzi a dirlo con ampia …professione di fede? Perché – aggiunge – basta analizzare il processo (definizioni a iosa), dove tutto emerge nitidamente e con la constare che le parti non si legittimano e tutto s’impantana in un confuso groviglio di situazioni.


Su tutti, il “Promotore di Giustizia” (l’omologo del Pm italiano) che mena le danze e spesso fa strame di elementari regole del dibattimento processuale e di un fair play nell’interlocuzione con la difesa. Ha una sua teoria-schema prefabbricata e da lì non si smuove.

Ma c’è la domanda a cui bisogna ancora rispondere: quale la necessità di scrivere un simile libro? Ebbene, qui siamo palesemente di fronte alla scelta, giornalistica e civile, di non tacere, di non rifugiarsi nell’indifferenza e (per quello che potrà contare sull’esito del ricorso) indagare su quella che viene considerata un’enormità giudiziaria, come il processo e la condanna del cardinale Becciu (sino a richiamare i casi Tortora e Dreyfus!).
 
Nel libro di Mario Nanni c’è tutto ciò’ e lo si vede nel dipanarsi della lettura dove, con “felicità narrativa” e passione, allestisce un impianto rigoroso considerato il peso del tema trattato, riesce a tenere per mano il lettore e condurlo verso un ginepraio all’apparenza inestricabile.

Allo stesso lettore saranno però fornite tutte le chiavi d’accesso per la migliore “comprensione del testo”, talora reiterandolo,non per mero artificio, quanto a voler assicurare la funzionalità della ricostruzione da diversi angoli visivi.
Insomma, diversamente da quanto è accaduto nel processo, nel libro tutti avranno … diritto di parola.

Il solo elenco delle figure in campo fa correre qualche brivido nella schiena, a cominciare dai tanti personaggi che si aggirano in Vaticano, in qualche caso forse a stessa insaputa di Papa Francesco, tra cui alcune donne con più parti in commedia (ma qui, per quello che è già successo e le conseguenze da affrontare, siamo chiaramente al dramma personale, significativamente, del cardinale Becciu).

Spicca una donna, già condannata per la vicenda Vatileaks e poi riammessa in Vaticano; un’altra donna, che frequenta i servizi segreti e si adopera per far liberare una suora colombiana rapita dai terroristi, ma viene condannata per una questione di denaro.
C’è una terza donna che alla maniera di un’abusiva Ingrid Bergman si autoassume il ruolo ‘’ io ti salvero’’’ diretto a mons. Alberto Perlasca, che da principale e apprezzato collaboratore del Sostituto della Segreteria di Stato mons. Becciu viene convinto a passare al ruolo dell’accusatore, una specie di superpentito; ne avrà per questo benefici, uscirà dal processo e sarà anche promosso.

Dunque, servizi segreti, faccendieri, speculatori, personaggi che trasudano opacità. E’ quello che emerge da una vicenda scoperchiata, come un vaso di Pandora, durante il processo, dove un cardinale viene clamorosamente anche se temporaneamente escluso dalle altissime gerarchie della grande Chiesa vaticana per essere poi giudicato da magistrati ‘’ presi in prestito” dallo Stato italiano( avvocato difensore, Diddi, e pubblica accusa, Pignatone, trovatisi su versanti ipposti al processo mafia capitale).
 
Le accuse a Becciu, considerate da Nanni, oltreché ovviamente dagli avvocati, si sono rivelate inconsistenti, ma ‘’ stranamente’’ , hanno portato alla condanna: il “famoso” palazzo di Londra dove Becciu, per il livello di responsabilità addebitatagli, “nemmeno si affaccia sulla soglia di casa”.

Sono ben altri gli abili faccendieri, graditi al Vaticano.

L’altra “accusa”: l’elargizione di poche decine di migliaia di euro dati alla Caritas della Diocesi di Ozieri, che si avvaleva della cooperativa SPES presieduta ( a titolo gratuito) da uno dei fratelli del cardinale.

E’ evidente, già dal titolo, sottotitolo e sommario, e dalla stessa commovente dedica iniziale alla madre e alla moglie, ricordate come donne di fede profonda e sentita, che il libro ‘’Il caso Becciu ‘’ si muove su una linea decisamente innocentista: non per atto di fede ma sulla base delle carte.

Una linea, quella innocentista verso il cardinale, su cui è andato crescendo , negli ultimi tempi, in Italia e all’estero, un largo orientamento d’opinione che ha visto schierarsi per l’innocenza assoluta di Becciu intellettuali, giornalisti, studiosi, professori di Diritto canonico, storici , uomini di Chiesa, anche se alla maniera, in qualche caso, del personaggio evangelico Nicodemo, che andava a trovare Gesù solo di notte per non essere visto dai farisei; semplici fedeli, gente comune (tutto documentato nel libro).

A quanti gliel’hanno chiesto, Nanni ha sempre risposto che è bastato un accurato lavoro di indagine, un esame critico delle carte, niente di più e niente di diverso, per quanto si sia trattato di un lavoro molto difficile e laborioso.

Dunque, niente di inventato, e nemmeno supposto, ma solo una ricostruzione lineare, logica di fatti ed episodi disseminati in migliaia di pagine – chiosa Nanni - che nell’appello dovranno servire a smontare definitivamente - ma già erano state smontate dagli avvocati Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo- le risultanze del processo di primo grado che, si ripete, ha visto condannare un cardinale come Becciu, persona sempre devota al Papa, suo stretto collaboratore, e poi ingabbiato in un meccanismo d’accusa sgangherato, nemmeno abilmente costruito, tante sono le grossolanità di un impianto accusatorio che fa acqua da tutte le parti.

Tutto ciò porta a una elementare deduzione e a una serie di domande: perché è successo tutto questo? Com’è stato possibile? Chi ha voluto questo processo? – si chiede ancora Mario Nanni – “Un processo che non si doveva fare”- aggiunge - (liberamente da Manzoni). Qui la domanda è posta con evidente retorica; per questo si rimanda sempre alle carte e, se vogliamo, anche ai soli 6 watsapp (6 su 106!) ammessi nel dibattimento nella fitta triangolazione di messaggi inviati  giorno e notte, tra “costruttori di maldicenze”, chiaramente intenzionati a disarcionare Becciu: monsignor Perlasca, e altre sue donne che lo hanno aiutato a costruire un castello di accuse poi miseramente rivelatosi senza fondamento.
 
A questo punto, senza comunque volercene troppo allontanare, forse è meglio concentrarci sull’opera di Mario Nanni e parlare del suo registro stilistico,perfettamente aderente alla questione trattata, un abito su misura di alta qualità, una sinfonia narrativa riuscita. Cosa che emerge con nettezza dal lungo studio e ricerca.


Operazione, che riscatta la aridità spesso burocratica dei verbali per assumere il piglio e la vivacità di una narrazione esemplare.


Se questo risultato Nanni lo ha raggiunto, lo si deve anche alla sua pluridecennale attività di giornalista politico e parlamentare , che ha seguito tanti misteri d’Italia, ed è pertanto in possesso della cosiddetta “cassetta degli attrezzi”.

Era quello che serviva per trattare intramoenia, e dopo aver …varcato le mura leonine, una così grossa vicenda che riguarda la Chiesa vaticana. Dove chi poteva immaginare che scoppiasse , proprio in casa, un caso Tortora o un caso Dreyfus ( vicende a cui è stata apparentata, e non solo da Nanni, la vicenda Becciu)

Di qui – ancora Nanni - la rappresentazione di un processo sbagliato, volutamente indirizzato, dove spicca la condanna del cardinale Becciu, il vulnus e la gogna alla sua figura e alla sua onorabilità. E anche, marcatamente, il mancato rispetto per la sua persona e la sua dignità di sacerdote prima ancora che di porporato.


Eppure “rispetto” è la parola-simbolo scelta quest’anno dalla Treccani, apertamente condivisa, a indicare il “fulcro di ogni percorso di vita”.


Peccato che nella circostanza del processo, il “Promotore di Giustizia” non ne abbia voluto tenere conto.        


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Il Caso Becciu
libri
Mario Nanni
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU