Milano: bimbi maltrattati in asilo nido, in manette tre maestre

"Se i bambini iniziavano a piangere, non intervenivano per consolarli; li lasciavano anche per mezz'ora sul vasino con la scusa che dovevano imparare a fare la pipi; se i bambini facevano al pipì addosso, li lasciavano sporchi senza cambiarli".

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Mercoledì 24 Luglio 2024
Milano - 24 lug 2024 (Prima Pagina News)

"Se i bambini iniziavano a piangere, non intervenivano per consolarli; li lasciavano anche per mezz'ora sul vasino con la scusa che dovevano imparare a fare la pipi; se i bambini facevano al pipì addosso, li lasciavano sporchi senza cambiarli".

Tre maestre sono finite agli arresti domiciliari con l'accusa di maltrattamenti contro 35 bambini di un asilo nido privato del Milanese. Tra loro, anche la titolare. 

Gli arresti sono arrivati al termine di un'inchiesta della Procura di Milano, affidata ai Carabinieri della Compagnia di Legnano, iniziata nel settembre dello scorso anno, in cui sono state fatte molte intercettazioni. 

Nello specifico, le tre sono accusate di aver urlato a breve distanza dal viso dei piccoli, di età compresa tra i 6 mesi e i 3 anni, un lungo elenco di offese, intercettate dai Carabinieri, come ad esempio "hai rotto le scatole" o "fai proprio schifo", di averli strattonati, di aver tirato loro le orecchie e anche di averli costretti a stare sul seggiolone o nella sala nanna, da soli e al buio.

"Tutti i bambini che piangevano, lei", la titolare, "che mi diceva 'fa niente lasciali piangere', un bambino che era per la prima volta senza la mamma quindi aveva bisogno proprio di silenzio, tranquillità e coccole, noi l'abbiamo dovuto lasciar piangere...Io sono stata con bambini che piangevano fino a quando se ne sono andati a casa", è una delle intercettazioni captate dai militari dell'Arma tra due educatrici del nido.

Le indagini sono state coordinate dalla pm Maria Cardellicchio, che ha chiesto i domiciliari per le tre maestre. All'interno dell'ordinanza d'arresto, firmata dal Gip Giulio Fanales, si evidenzia che la titolare ha gestito il nido in maniera "generalmente approssimativa e poco professionale, indirizzata più all'esigenza di mostrare ai genitori degli iscritti li compimento di attività ludiche, piuttosto che all'esigenza di garantire l'educazione ed il benessere dei bambini". Le attività duravano pochissimo, solo il tempo "strettamente necessario per scattare una foto da 'postare' sul gruppo social dell'asilo". "Se i bambini iniziavano a piangere, non intervenivano per consolarli; li lasciavano anche per mezz'ora sul vasino con la scusa che dovevano imparare a fare la pipi; se i bambini facevano al pipì addosso, li lasciavano sporchi senza cambiarli". 


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