PER NON DIMENTICARE: L’assassinio del giudice Antonino Saetta e del figlio Stefano

APAMRI ricorda con profondo dolore e rispetto il sacrificio del giudice Antonino Saetta e di suo figlio Stefano, assassinati dalla mafia il 25 settembre 1988. L'intero Consiglio dell'Associazione Parlamentare di Amicizia con gli Insigniti della Repubblica Italiana si stringe nel ricordo di questo tragico evento, ribadendo il valore della giustizia e della legalità.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 25 Settembre 2024
Roma - 25 set 2024 (Prima Pagina News)

APAMRI ricorda con profondo dolore e rispetto il sacrificio del giudice Antonino Saetta e di suo figlio Stefano, assassinati dalla mafia il 25 settembre 1988. L'intero Consiglio dell'Associazione Parlamentare di Amicizia con gli Insigniti della Repubblica Italiana si stringe nel ricordo di questo tragico evento, ribadendo il valore della giustizia e della legalità.

Il 25 settembre del 1988, il giudice Antonino Saetta viaggiava in auto con il figlio Stefano, di 35 anni, sulla strada del ritorno verso Palermo dopo aver partecipato al battesimo del nipotino a Canicattì. Durante il tragitto, una vettura di grossa cilindrata si affiancò alla loro macchina e fece fuoco, uccidendoli entrambi sul colpo.

Saetta, magistrato integerrimo e coraggioso, aveva sempre resistito alle pressioni della criminalità organizzata, pagando questo rifiuto con la vita. A scatenare la furia omicida di "Cosa Nostra" non fu solo la sua fermezza nei processi Chinnici e Basile, ma anche il timore che potesse essere assegnato a lui il maxiprocesso contro la mafia, giunto alla fase d'appello. La mafia temeva di avere come giudice un uomo incorruttibile come Antonino Saetta, consapevole del peso che avrebbe avuto una sentenza imparziale e giusta.

Nel 1996, la Corte d'Assise di Caltanissetta ha condannato all'ergastolo i mandanti e gli esecutori materiali di questo duplice omicidio, rendendo giustizia alla memoria di Antonino e Stefano Saetta. Lo Stato ha riconosciuto il sacrificio del giudice attraverso il Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, come previsto dalla legge n. 512/1999, offrendo supporto ai familiari delle vittime, che si costituirono parte civile nel processo.

L’Associazione Parlamentare di Amicizia con gli Insigniti della Repubblica Italiana (APAMRI), attraverso il segretario generale, il dottor Michele Grillo, in accordo con il Consiglio e con il Presidente degli Insigniti, il Cav. Uff. Riccardo Di Matteo, si unisce nel ricordo con la Presidente On. Carla Giuliano e la Vicepresidente dei Parlamentari, On. Maria Stefania Marino, insieme al delegato per la Sicilia, il dottor Pietro Macaluso. Questi ultimi, nativi della Sicilia, terra martoriata dalla violenza mafiosa, sono particolarmente coinvolti nel perpetuare la memoria di chi, come il giudice Saetta, ha sacrificato la vita per difendere i valori della giustizia.

 


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