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"Il Consiglio europeo ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina. L'attacco israeliano all'Unifil? Ingiustificabile".
"Il Consiglio europeo ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina. L'attacco israeliano all'Unifil? Ingiustificabile".
"Questa nuova legislatura europea si è aperta all'insegna della preoccupazione e dell'incertezza per il protrarsi della guerra in Ucraina, per la drammatica escalation in Medio Oriente e i mutamenti geopolitici e le molte difficoltà attraversate dall'Ue, in parte per questi scenari e in parte figli degli errori del passato".
Così la premier, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni al Senato, in vista del prossimo Consiglio Europeo. Questo pomeriggio, alle 15, la premier si recherà alla Camera per lo stesso motivo.
"Mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato per la nostra nazione possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi". ha detto la premier, facendo riferimento all'indicazione di Raffaele Fitto come nuovo Commissario Europeo e Vicepresidente della nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen.
"Ci sono momenti in cui l'interesse nazionale deve prevalere su quello di parte: mi auguro che sia uno di questi senza distinguo e senza tentennamenti", ha proseguito.
"La delega al Pnrr" di Fitto, "secondo le indicazioni della presidente dovrà essere esercitata congiuntamente con il commissario Dombrovskis: qualcuno ha letto in questo affiancamento una ipoteca rigorista, ma questa collaborazione di carattere paritario rappresenta piuttosto un'opportunità per il commissario italiano di far valere le ragioni di una necessaria maggiore flessibilità negli investimenti, una posizione storicamente italiana che ha trovato un primo parziale accoglimento nella riforma del Patto di stabilità".
"Il Consiglio europeo ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina per costruire una pace giusta e duratura e aiutarla a guardare a un futuro di prosperità e di benessere. Difenderla è nell'interesse dell'Italia e dell'Europa", ha aggiunto. "Dovremo essere pronti a verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune, così come a lavorare per riuscire finalmente a mobilitare adeguatamente il capitale privato", ha continuato la premier.
"Completare l'Unione dei mercati dei capitali consentirebbe, infatti, ai risparmi europei di diventare investimenti europei - ha proseguito -. Sappiamo cosa dobbiamo fare, insomma, ma adesso serve farlo. Servono azioni politiche concrete che trasformino le nostre priorità in una ambiziosa strategia industriale europea, per garantire la crescita delle aziende, la protezione dell'industria, la semplificazione del quadro normativo".
"Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti io penso che non si possa considerare accettabile" l'attacco israeliano contro l'Unifil "ed è la posizione che l'Italia ha assunto con determinazione a tutti i livelli: pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati sia Unifil sia nella missione bilaterale, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni" a mantenere la stabilità lungo la Linea Blu di confine tra Israele e Libano, ha detto ancora Meloni, evidenziando che "l'atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell'Onu".
E' necessario, ha continuato, "lavorare alla piena applicazione della risoluzione, rafforzando la piena capacità di Unifil e delle forze armate libanesi.
Ricordare e condannare con forza ciò che è accaduto il 7 ottobre 2023 è il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché sempre più le pur legittime critiche a Israele si mescolano con un giustificazionismo verso organizzazioni come Hamas ed Hezbollah, e questo, piaccia o no, tradisce altro. Tradisce un antisemitismo montante che, credo, debba preoccuparci tutti. E le manifestazioni di piazza di questi giorni lo hanno, purtroppo, dimostrato senza timore di smentita", ha continuato.
"Abbiamo deliberato contributi pari a 5 milioni di euro per le attività di Unrwa in Cisgiordania e a sostegno dei rifugiati palestinesi in Siria, Libano e Giordania. L'Italia rimane disponibile a sostenere progetti specifici dell'Agenzia, ma esclusivamente a seguito di un controllo scrupoloso volto a impedire qualsiasi forma di commistione con attività terroristiche", ha detto ancora Meloni.
"Colgo l'occasione per ringraziare anche il ministro Salvini e soprattutto la Guardia Costiera italiana per il suo straordinario lavoro, e per esprimere a questi uomini e a queste donne la solidarietà del governo di fronte continui attacchi faziosi di organizzazioni politicizzate che detestano chiunque lavori per contrastare l'immigrazione illegale di massa", ha continuato la premier.
"Considero vergognoso che l'organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere "i veri trafficanti di uomini", volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa Ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia".
"A partire dal Consiglio europeo, su iniziativa dell'Italia si svolgerà un incontro informale tra gli Stati membri più interessati al fenomeno migratorio", ha continuato Meloni, affermando che "pragmatismo e dell'efficacia" hanno "segnato la nostra azione in materia di contrasto all'immigrazione illegale", e che "intendiamo lavorare per consolidare quest'approccio, tanto a livello nazionale quanto a livello europeo".
"Constatiamo intanto una nuova attenzione al tema dei rimpatri, anche volto ad un rafforzamento dell'attuale quadro giuridico europeo, sul quale - ha aggiunto - abbiamo registrato con favore l'interesse del nuovo governo francese e le dichiarazioni della presidente von der Leyen a margine del vertice Med9 di Cipro".
"Voglio condividere con voi la preoccupazione per l'escalation in corso in Libano, perché sono sinceramente preoccupata da come sta evolvendo lo scenario, nonostante gli sforzi innumerevoli, nostri e dei nostri alleati", ha continuato.
Andrà in Libano? "Sì", ha confermato Meloni ai giornalisti lasciando l'Aula della Camera, dopo aver consegnato il testo per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo.