Al via lo sciopero dei lavoratori dell'ex Ilva, cortei a Taranto e Genova
Fim Cisl, 'lo stabilimento è sul punto di cedere definitivamente. Se si spegne non si riaccende più'.
(Prima Pagina News)
Lunedì 21 Novembre 2022
Taranto - 21 nov 2022 (Prima Pagina News)
Fim Cisl, 'lo stabilimento è sul punto di cedere definitivamente. Se si spegne non si riaccende più'.
E' cominciata stamani la mobilitazione dei lavoratori di Acciaierie d'Italia e di quelli dell'Ilva in aspettativa sindacale. Durante lo sciopero, indetto dai sindacati, sono previsti anche cortei a Taranto e Genova. Nel capoluogo ionico, ci sarà anche uno stop di 8 ore per ogni turno di lavoro, mentre negli altri stabilimenti i lavoratori si fermeranno per 4 ore.

Secondo quanto precisano i sindacati, lo sciopero è stato indetto "per mandare via l'attuale governance" e chiedere l'intervento pubblico. A Taranto, il corteo inizierà dalla portineria tubificio dell'ex Ilva, per arrivare al sito dove si trovano gli operai dell'appalto e proseguire verso le portinerie D e A, per poi arrivare fino alla Direzione.

Una mobilitazione di 24 ore è stata indetta, in via autonoma, anche da Usb e Ugl Metalmeccanici. Le mobilitazioni locali sono state organizzate dopo lo sciopero indetto dalle Segreterie Nazionali di Fim, Uilm e Fiom, in seguito al tavolo di giovedì scorso con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. L'organizzazione dello sciopero è stata delegata ai sindacati territoriali.

A Taranto, quella di oggi sarà la prima di una serie di manifestazioni che si terranno nel corso di 48 ore, in cui sciopereranno anche i lavoratori dei settori multiservizi, trasporto e edile.

"Lo Stato acquisisca il controllo e la gestione degli impianti nazionalizzando o diventando socio di maggioranza, rinegoziando l'accordo che prevede la transizione dei nuovi assetti societari al 2024, stabilendo e vincolando l'utilizzo dei fondi e la loro destinazione", chiedono i Sindacati. Gli stessi chiedono anche che Acciaierie d'Italia ritiri "il provvedimento di taglio degli ordini e delle" 145 "commesse delle imprese dell'indotto" e che "il Governo sia garante di un riequilibrio delle relazioni sindacali all'interno del gruppo Acciaierie d'Italia oggi assenti".

"Ci siamo mobilitati perchè siamo stanchi. L'obiettivo dichiarato comune è quello di allontanare la multinazionale e il suo amministratore che hanno depredato la città, impoverito i lavoratori e stanno massacrando migliaia di famiglie sul territorio. Devono andare via senza se e senza ma". Così Francesco Rizzo, componente dell'Esecutivo Confederale dell'Usb, nel corso della manifestazione alle portinerie dell'ex Ilva di Taranto. "Abbiamo detto al ministro Urso che se si vuole tentare di salvare qualcosa, la prima operazione è questa. L'alternativa è dare il miliardo alla Morselli e i soldi potrebbero essere dilapidati in poco tempo. Tra qualche mese staremo a parlare di un'azienda che non esiste più e di lavoratori che avranno perso l'ultima speranza di vedere salvo il proprio posto di lavoro", prosegue.

"Lo stabilimento è sul punto di cedere definitivamente. Se si spegne non si riaccende più", hanno dichiarato i delegati di Fim Cisl nel corso dei presidi alle portinerie "La fabbrica è paralizzata, ulteriori rinvii trascinerebbero alla chiusura il siderurgico. Davanti a questa prospettiva noi non saremo fermi e useremo tutte le nostre forze. Chiediamo al governo di usare tutta la forza per fare in modo che la decisione sulle 145 ditte dell'appalto rientri prima possibile e pianifichi la ricollocazione dei lavoratori di Ilva in As", hanno proseguito.

Quella di oggi è "una prima iniziativa. Vedremo di programmare ulteriori 24 ore se non avremo risposte concrete. Scioperiamo contro una gestione scellerata, che fa acqua da tutte le parti. Pretendiamo che il governo prenda in mano questo stabilimento che produce solo cassa integrazione. Noi non vogliamo vivere di cassa integrazione". Lo ha dichiarato il Segretario Nazionale Aggiunto di Fim Cisl, Biagio Prisciano.

Anche Genova si è fermata per 4 ore, dalle 7.30 alle 11.30. Al termine di un'assemblea indetta dalla Rsu ai cancelli dell'azienda di Cornigliano, hanno manifestato in corteo e bloccato il traffico per quasi un'ora.

"La situazione è senza dubbio complessa, perché questa gestione scellerata sta portando gli stabilimenti a una lenta agonia. Noi chiediamo che mutino le condizioni di governo degli impianti. Lo Stato ha annunciato che metterà un miliardo sull'ex Ilva, noi pensiamo che quel miliardo possa servire per cambiare in maniera profonda le condizioni di gestione degli stabilimenti". Così Stefano Bonazzi, Segretario di Fiom Genova.

"Ora aspettiamo veramente che lo Stato prenda in mano la gestione garantendo una precisa svolta che sia mirata ad un piano di rafforzamento di tutti gli stabilimenti. Non è possibile che si continui a navigare senza avere una prospettiva a media-lunga scadenza in un settore così fondamentale per il nostro paese. Qui si vive alla giornata senza un piano industriale, nel caso di Genova ci troviamo di fronte ad una situazione allarmante: lo stabilimento avrebbe bisogno di una massiccia iniezione di risorse economiche, partendo dalle manutenzioni fino agli investimenti strutturali: invece ci troviamo a gestire innumerevoli problematiche che ci impediscono di produrre come invece potremmo fare", proseguono il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano e Nicola Appice, responsabile Rsu Fim Cisl.

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