Scrittori di successo. Nicola H. Cosentino torna in Calabria per un libro che racconta la sua generazione.
Evento letterario questa sera alla Feltrinelli di Cosenza per la presentazione ufficiale dell’ultimo libro di Nicola H. Cosentino “Le Tracce fantasma”. L’autore ne discuterà con Rita Campanaro e Maria Teresa Pedace in un dibattito che già si preannuncia di forte interesse collettivo se non altro per l’effervescenza letteraria che lo scrittore e critico letterario emana in tutti i suoi scritti.
di Pino Nano
Lunedì 27 Marzo 2023
Cosenza - 27 mar 2023 (Prima Pagina News)
Evento letterario questa sera alla Feltrinelli di Cosenza per la presentazione ufficiale dell’ultimo libro di Nicola H. Cosentino “Le Tracce fantasma”. L’autore ne discuterà con Rita Campanaro e Maria Teresa Pedace in un dibattito che già si preannuncia di forte interesse collettivo se non altro per l’effervescenza letteraria che lo scrittore e critico letterario emana in tutti i suoi scritti.

Nicola H. Cosentino, in questo caso parliamo di un intellettuale di alto rigore scientifico, e forse anche di uno degli scrittori di maggiore successo delle prossime stagioni letterarie. Milanese di adozione, Nicola H. Cosentino è nato in realtà in Calabria, a Praia a Mare, classe 1991, studi classici a Cosenza, poi è emigrato a Milano dove oggi vive e lavora. Scrittore e critico letterario di grande fascino, ha esordito come narratore nel 2016 con Cristina d'ingiusta bellezza (Rubbettino), poi nel 2017 ha pubblicato per Voland il romanzo Vita e morte delle aragoste che è stato tradotto in francese e in tedesco e con il quale ha vinto il Premio Brancati sezione Giovani nel 2018. Oggi lui collabora con “La Lettura” de “Il Corriere della Sera”.

Figlio d’arte in tutti i sensi, suo padre è un giornalista, Gennaro Cosentino, attuale Caporedattore della Redazione Giornalistica della Sede RAI di Potenza, uno dei conduttori storici del TG della RAI in Calabria, ma autore egli stesso di saggi di politica e di costume che hanno sempre avuto grande riscontro e grandi consensi generali.

Nicola H Cosentino nasce nei fatti come scrittore esordiente al Liceo classico Telesio di Cosenza. Poi arriva una Laurea triennale e magistrale all'Unical in Scienze politiche e relazioni internazionali, il Dottorato di ricerca a Londra e a Coimbra in Sociologia dei processi culturali, e quindi Milano come destinazione finale, dove oggi lavora e scrive per la “Lettura del Corriere della Sera”. Lo scrittore è già al suo terzo romanzo, ma ha anche pubblicato un saggio di studi culturali insieme al sociologo Paolo Jedloskj, icona della sociologia italiana.

Le Tracce fantasma”, libro edito da Minimun Fax, è un romanzo avvolgente e bellissimo. Racconta la vita di Valerio Scordìa, un giovane che viene dalla Sicilia, ha trentotto anni, vive a Milano e fa il critico musicale, alle spalle si porta dietro un passato di musicista con cui non ha fatto pace (“il successo del suo compagno di band Giacomo Irrera continua a infastidirlo”) e un amore finito che continua a perseguitarlo sotto forma di visioni (“ascoltando la musica e bevendo vede il passato di Anna con cui si è lasciato da tempo”). Nicola H Cosentino racconta le giornate di Valerio tra visite nel negozio di dischi di Jimmy, pezzi da scrivere, e sofferenze varie, tra cui l’idea di essersi lasciato scappare anche Mirella, la ragazza del suo palazzo conosciuta su Tinder, sulla quale si appoggiava parecchio. A complicare il quadro arriva a Milano, Alfredo, nipote diciottenne di Valerio, deciso a fare un provino per un talent show: lo zio combatte tra l’impulso a stroncare la sua musica rap e quello di aiutarlo.

Un romanzo, insomma, sulla generazione dei trenta-quarantenni “sospesi tra Happy Days e il Gabbiano di Cechov” e sui semi nascosti costituiti dalle persone che abbiamo incontrato e con le quali abbiamo trascorso un pezzo di vita. “Le persone – scrive questo giovane e brillante scrittore- lasciano dentro di noi dei semi nascosti, che fioriscono o riposano nei nostri pensieri indipendentemente da come è andata con loro nella vita reale. Non smettiamo mai davvero di pensarci, mai davvero di esserne condizionati. Anzi: quante volte gli era capitato di considerare sprofondando nel dolce furore viola che al tramonto rompeva gli argini del cielo di Milano, e sempre meno nostalgico per l’arancione che copriva invece il Colosseo – che fossero le cose malriuscite, finite da tempo, ritenute irrilevanti o dimenticate, ad averlo guidato fin lì?”.

Romanzo forse in parte anche autobiografico, lo scrittore non lo dice, ma la cosa che invece confessa apertamente è questo grande amore per Milano, la città che lo ha accolto coccolato e che oggi lo guarda e lo ammira “Amo Milano, la amo molto. Mi ci sono trasferito stabilmente due anni fa, dopo degli anni all'estero: ho fatto un dottorato in Portogallo ma la mia fidanzata viveva già a Milano e la frequentavo spesso, così alla fine ho deciso di venirci pure io e da allora non l'ho mai lasciata. Milano per me è la città ideale e incarna, in qualche modo, anche la mia idea di romanzo. Niente affatto eclatante, sicura di sé, apparentemente dispersiva ma non davvero. Ti dà modo di riflettere su te stesso senza sovrastarti, ti offre molto, è aperta. Ne sei innamorato sul serio. Lo avverto. Sì, sul serio. Cosa che all'inizio mi ha pure un po' sorpreso: ero convinto che la città in cui avrei vissuto fosse Roma, e invece. Perché? È una convinzione che si è insinuata nel mio cervello quand'ero bambino. Da piccolo accendevo la tv, guardavo Un medico in famiglia e pensavo: “Gli adulti vivono a Roma, quindi da adulto ci vivrò anch'io”. Ho amato tanto pure Roma e l'ho frequentata molto, specie negli anni universitari, ma a Milano sto bene

Stupenda e bellissima dichiarazione d’amore.


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