“L’Orizzonte Ferito, Storie di una Donna”, il Sud raccontato da Veneranda Basile
Il libro di Veneranda Basile “L’orizzonte Ferito, Storie di una Donna”, ripercorre un periodo di una Bari, dove si svolgono in contemporanea le lottizzazioni, con la protagonista che da bimba a donna adulta, condivide tutto il suo essere con la famiglia che, di quella di Bari, con tutte le sue vicissitudini, ne è protagonista.Suggestivo e avvolgente insieme.
(Prima Pagina News)
Giovedì 02 Marzo 2023
Roma - 02 mar 2023 (Prima Pagina News)
Il libro di Veneranda Basile “L’orizzonte Ferito, Storie di una Donna”, ripercorre un periodo di una Bari, dove si svolgono in contemporanea le lottizzazioni, con la protagonista che da bimba a donna adulta, condivide tutto il suo essere con la famiglia che, di quella di Bari, con tutte le sue vicissitudini, ne è protagonista.Suggestivo e avvolgente insieme.
È il sud che si muove e che non è solo olive, olio e trulli. Diventa territorio, dove le famiglie che contano sono poche e la concorrenza diventa sempre meno leale. In questo ambiente in continuo modificarsi, la giovane protagonista studia e vive la vita normale di ragazza della sua età. Scopre l’amore e con esso il dolore. Evade, viaggia, e conosce luoghi e persone. Diviene un’esperienza dove gioia e una vaga tristezza si trasforma nel forte desiderio di tornare. Torna a lavorare col padre e da quel momento inizia un processo inverso: quello di una borghesia malata, malata come per moltissime altre aree del nostro Paese, malata di denaro, a1 punto che la concorrenza può arrivare a gestire situazioni altre per accomodare desideri reconditi.

Già il titolo e l’incipit danno il tono del libro. L’orizzonte, quella linea di confine fra il cielo e terra, che ci sembra poter raggiungere con lo sguardo, ma spesso distante e anche minaccioso perché portatore, in questo caso di ferite.

L’autrice, infatti, ha scelto la scacchiera come elemento per scandire le mosse che il destino ha marcato nei passaggi della vita della protagonista. Lucia, nome significativo perché richiama quello di una santa molto amata ma anche simbolo della Luce a livello spirituale. Sì, destino o sorte che sia, perché la personalità di Lucia, l’intelligenza, la forza e la capacità di saper intuire e valutare le persone, avrebbe dovuto far presagire tutto, tranne gli esiti della storia. La partita con la morte, sì, perché di morte si tratta quella che uccide l’anima, condizionando potentemente il suo avvenire, il suo aspirato orizzonte felice.

Lucia, infatti, rivela una forte personalità e una lucida concezione del sé. È una giovane donna che, come tutte le donne, più o meno, è figlia di una generazione, che sul finire degli anni Sessanta, ha marcato un cambiamento sociale, una vera e propria rivoluzione del costume e l’inizio di un’emancipazione della donna, prevalentemente nelle società occidentali, anche se mai nel racconto è rivelata dalla protagonista, la consapevolezza dì essere dentro quel ciclo storico.

Lucia, come tutti i soggetti predisposti, incamera quei valori di libertà e di autodeterminazione. È una donna che fìn dall’adolescenza dimostra di saper valutare, anche nel più stretto ambito familiare, al quale è legata da sentimenti fortissimi, le differenze tra gli uni e gli altri con onestà e lucidità.

Così, il legame prediletto con i nonni, che sono e rappresentano l’essenza dei valori genuini e fondamentali della vita e che attraversano gli anni con incorruttibile semplicità. Sono loro dai quali Lucia attinge principalmente i suoi valori di onestà, di solidarietà, di forza, mentre gli altri, compreso l’amatissimo padre, in un modo o nell’altro si fanno travolgere dalla vita e dai cambiamenti sociali.

Il padre, per dare benessere alla famiglia, non riesce a governare la dimensione del suo operare, dove anche per ingenuità oltre che per una sana ambizione con la quale si vuole misurare, entra in un gioco più grande di lui in un periodo storico dell’Italia, la ricostruzione dopo la guerra, che mette in campo una miriade di uomini — squalo, senza scrupoli, che attraverso agganci politici si arricchisce a scapito di tutto e tutti.

Così la madre, che con i minori strumenti culturali, piano piano si lascia irretire dalla ricchezza (piombata addosso alla famiglia, da un’inaspettata eredità lasciata da un amico del padre) e dalle fatue “amicizie” che con il mondo cosiddetto “bene” e benestante pratica con disinvolta superficialità.

È il desiderio di riscatto dalla povertà di questa famiglia che la spinge in un vortice ingovernabile. Tutto questo fa da sfondo nel romanzo e Lucia attraversa, con severo rigore, il compito che il “destino” le ha segnato. Destino che cerca in tutti i modi di contrastare nelle sue parti più dure, con forza e determinazione, mostrando un’umanità sensibilissima e forte nello stesso tempo. Attraversa il dolore e si lascia attraversare dal dolore, sfida pregiudizi e si misura negli studi con le proprie capacità, “con testarda volitività; cerca nell’amicizia il senso vero della solidarietà e della comprensione. Mai cieca nelle relazioni sentimentali, dove trova paradisi e inferni, è persona aperta alle esperienze della vita e insieme vigile e guardinga”.

La vita, da queste premesse, le avrebbe assegnato un futuro luminoso, quello che lei descrive come “orizzonte”, ma la sorte e gli uomini, sia come individui sia come società, alla fine, le sono stati contro, ogni tentativo di contrastare questa sorte, con la forza d’animo e la determinazione che Lucia si era imposta, è ferocemente annullato.

L’orizzonte ferito “Storie di una donna” testimonianza di una storia individuale, parla fortemente al nostro essere società e gli spunti sono tanti: sociologici, di costume, valoriali, sentimentali. Se individualmente qualcuno ce la fa, c’è da interrogarsi se non spetti a ognuno di noi un impegno civile, politico e sociale, per incidere su una certa cultura tradizionale tanto radicata e che anima un risentimento verso tutti i soggetti emergenti desiderosi di spazi di libertà e di autodeterminazione, provocando tanto dolore.

Consola dire, e l’esperienza insegna, che a una fertile personalità, non chiusa in se stessa e con coraggio di guardare in faccia alla realtà, senza sfuggirle e senza rimanere sopraffatta, la vita e il tempo concedono di mitigare le ferite per oltrepassare quell’orizzonte ferito e intravvedere un possibile riscatto. L’AMORE, a lettere maiuscole, ESTREMO, di Lucia per la famiglia, comprende anche il sacrificio di sé. Un libro da non perdere, da leggere tutto d’un fiato, e da fare proprio perché dentro c’è un pezzo di ognuno di noi. (p.n.)

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