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Le mostre saranno inaugurate il 28 marzo.
Le mostre saranno inaugurate il 28 marzo.
Sono due i nuovi progetti espositivi – promossi dal Comune di Carrara e prodotti dal mudaC | museo delle arti Carrara – che inaugurano il 28 marzo alle ore 18.00: Vincenzo Marsiglia. Stars and Dust e Federico Galeotti, Marble Dust. From the Space, a cura di Cinzia Compalati.
Due mostre con esiti stilistici ed estetici differenti, ma accomunate dalla ricerca e dalla sperimentazione, con l’obiettivo di superare il concetto tradizionale di marmo e scultura.
Stars and Dust di Vincenzo Marsiglia, artista già conosciuto a Carrara per aver realizzato “Regolo” l’albero di Natale creativo in Piazza Duomo, apre una riflessione e un connubio inconsueti tra la storia e il destino di Carrara, con la sua stella a quattro punte, simbolo che lo caratterizza dalla fine degli anni Novanta.
Marble Dust. From the Space di Federico Galeotti, fumettista, disegnatore e pittore, utilizza invece la polvere di marmo per proporre una riflessione sulle tracce che incidiamo nei luoghi che abitiamo, nel cosmo e nella vita quotidiana.
Stars and Dust è un viaggio che lo spettatore fa tra forme e materiali diversi, a partire dal marmo, simbolo di Carrara, materiale duro, resistente e eterno che si trasforma in modo sorprendente fino a diventare tessuto e supporto digitale. Al centro dello spazio, l’opera Wrapped Marble, scultura ambientale dalla forma ellittica creata con un particolarissimo tessuto composto con la polvere di marmo, è un invito per i visitatori ad entrare dentro la materia, lasciandosi avvolgere ed interagendo con essa. Il percorso espositivo si apre con cinque alabastri incisi e forati, intitolati 'Shadows Stone', che si aprono alla luce lasciando vedere “oltre”.
Su una parete, i due lavori della serie Fold Star Marble rivelano degli origami traslitterati in marmo, qui piegato e sfaccettato; sull’altra, due coppie di dittici in onice verde e bianca appaiono come fogli sospesi. L’artista utilizza, tra le varie tipologie, il marmo explosion blue che si presenta quasi come una pelle di leopardo. Il marmo nero del Belgio è stato scelto per la stele forata Burning Stones.
Oltre alla parte oggettuale della mostra, Vincenzo Marsiglia sperimenta il digitale. Servendosi di Hololens2, un visore di mixed reality sviluppato da Microsoft per l’industria e la chirurgia, applicato per la prima volta all’arte da Vincenzo Marsiglia, nasce l’opera in divenire Map (Star) the World (2020 – in corso). Indossando la maschera, l’occhio viene catturato e lo sguardo genera una sorta di “pelle stellare” sugli oggetti e su qualsiasi cosa osservi. L’occhiale fa scaturire una visione ogni volta nuova fatta dell’interazione, unica e irripetibile, tra l’artista e ciascun spettatore.
Nella parte finale del percorso espositivo, si possono inoltre osservare gli scatti fotografici realizzati con Hololens2 e un video inedito accompagnato dalla colonna sonora ideata per l’occasione dal compositore Ocrasunset, proiettato su lastra di marmo bianco, esito della ricerca che Marsiglia ha sviluppato a Carrara.
Map (Star) the World è un archivio visivo che mette in relazione tradizione e innovazione offrendo un’esperienza che unisce il mondo reale alla realtà virtuale, stimolando una riflessione sulle infinite possibilità di dialogo tra memoria e futuro.
Marble Dust. From the Space è una meditazione visiva sulla natura del segno, sull’indelebile desiderio umano di lasciare una traccia e sulla tensione tra fragilità e permanenza. Federico Galeotti trasforma la polvere di marmo recuperando una prassi da pittore antico: tritura il bianco tipico di Carrara, la sua città natale, per ottenere un pigmento puro che diventa lo strumento per le sue folgoranti visioni. Nella mostra, la polvere di marmo, le immagini digitali e le impronte fisiche si intrecciano per raccontare una narrazione universale, che è quella del dialogo costante tra ciò che è effimero e ciò che ambisce all’eternità.
Il visitatore intraprende un viaggio che fonde lo spazio fisico con quello simbolico. L’artista, infatti, intende il rapporto tra l’uomo e lo spazio non solo come un’esplorazione fisica del cosmo, ma anche come una dimensione simbolica dove si riflette il desiderio profondo di lasciare un segno. L’impronta dell’uomo sulla Luna non è solo un momento epocale, ma anche una metafora dell’aspirazione umana all’immortalità.
Ogni gesto creativo, ogni segno sulla tela o nella polvere, diventa un tentativo di fissare qualcosa che duri oltre il tempo e lo spazio. Un invito a riflettere sul significato del segno, sul valore della memoria e sul profondo legame tra l’uomo e lo spazio: dal terreno che calpestiamo ogni giorno all’immensità del cosmo, osservata con meraviglia e timore. Le opere diventano così un ponte tra il presente e l’eterno, tra l’individuale e l’universale, aprendo una comunicazione che è al contempo personale e collettiva.