Calcio, Lega Pro, media: refree cam bloccata dall'Ifab, l'iniziativa è flop
Nella pallacanestro, il Presidente della Lba, Umberto Gandini, è riuscito a introdurre la refree cam ottenendo tutte le autorizzazioni necessarie.
(Prima Pagina News)
Lunedì 26 Febbraio 2024
Roma - 26 feb 2024 (Prima Pagina News)
Nella pallacanestro, il Presidente della Lba, Umberto Gandini, è riuscito a introdurre la refree cam ottenendo tutte le autorizzazioni necessarie.
Si può parlare di vero e proprio flop per l'introduzione della refree cam nelle partite di Lega Pro.

Secondo quanto riferisce Sporteconomy, l'introduzione della refree cam, già in vigore nel rugby a livello internazionale e, in Italia, nel basket su iniziativa del Presidente della Lba Umberto Gandini, sarebbe servita "per vivere in diretta, dal campo, l’emozione di una partita".

Già lo scorso anno, il Presidente della Lega Pro, Matteo Marani, aveva dichiarato: “Proporrò un modo nuovo di raccontare il calcio di Serie C“. Tuttavia, prosegue Sporteconomy, "forse in questo caso si è spinto un pò troppo avanti, ma sarà stato sicuramente per la voglia di fare e/o di andare oltre anche i propri limiti esperienziali (visto che, fino ad oggi, non si era mai misurato sul terreno dello sports management)", dato il suo passato come giornalista di Sky.

Questo, perché "dopo un comunicato in cui aveva coinvolto nei virgolettati di rito anche un vertice di Sky (Marzio Perrelli – Executive Vice President Sport), si è scoperto, con grande stupore di tutti, che questa incredibile innovazione non aveva però ricevuto l’autorizzazione dall’Ifab (l’organo internazionale che ha il potere di stabilire qualsiasi modifica e innovazione delle regole del calcio a livello internazionale e nazionale, vincolando alla loro osservanza tutte le federazioni).

Tant’è che da Zurigo, appena 24 ore dopo il trionfale annuncio lanciato a Firenze proprio dal presidente della Lega Pro, Matteo Marani, la stessa istituzione ha bloccato l’introduzione della “referee cam” per le partite di calcio di Serie C".

Secondo quanto riferisce il quotidiano "La Stampa", ci sono ancora aspetti poco chiari, e non solo tecnici, per cui "l’Ifab ha rispedito al mittente l’idea di Marani & company. Chiaramente la “frittata”, sia in ambito nazionale (non vi raccontiamo poi i commenti che stanno girando nel mondo del calcio su questo “caso” incredibile), sia a livello internazionale, era stata fatta e non si poteva tornare indietro".

Dunque, prosegue il sito, "quella che doveva o poteva essere una bella iniziativa di comunicazione si è trasformata in una vero e proprio flop mediatico".

Tuttavia, "Marani, bisogna dirlo, è corso subito ai ripari (non si capisce al momento se per una sua scelta o se, ancora una volta, consigliato dai suoi più fedeli collaboratori) e per far vedere di essere, a prescindere, dalla parte del giusto", ma "nel pre gara di Cesena-Pineto, gli arbitri, comunque, sono entrati in campo con la referee cam (poi tolta immediatamente prima del fischio d’inizio perchè non autorizzata appunto dall’Ifab)".

Il problema, continua Sporteconomy, è che "ci troviamo di fronte al classico caso, dove “la toppa è peggio del buco”. Un secondo errore che si aggiunge ad un primo (madre chiaramente del secondo)".

"In altri mercati o Leghe professionistiche straniere, il responsabile o i responsabili di questa débacle per molto meno sarebbero già a casa. Prenderà il presidente Marani questa decisione o tutto finirà, come al solito in Italia, nel dimenticatoio?".

Resta il fatto che, "nelle organizzazioni complesse" come la Lega Pro, "gli errori dei sottoposti sono, comunque, direttamente collegati a chi guida l’organizzazione stessa: ergo il Presidente di turno. E’ il bello o il brutto di essere il leader di una organizzazione appunto complessa".

"Una cosa è certa: in un altro sport (il basket) c’è un presidente che vi è riuscito (proprio sul tema della Referee Cam), al primo colpo, senza tanti squilli di tromba, con una comunicazione pulita e mai trionfalistica, ottenendo tutte le autorizzazioni preventive e riuscendo soprattutto a metterla a terra: si chiama Umberto Gandini (n.1 della LBA – nella foto sopra). Un vero presidente-manager", conclude Sporteconomy, che " ha fatto dell’umiltà, tra l’altro, un segno distintivo del suo percorso profesisonale".

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