Expo 2030, Postiglione: "Impossibile competere con Riad"
"Attraverso gli strumenti del sofpower, sport e grandi eventi in primis, Riad si proietta dal punto di vista geopolitico, come grande attore regionale, ma non solo, anche in risposta al protagonismo del Qatar".
(Prima Pagina News)
Martedì 28 Novembre 2023
Roma - 28 nov 2023 (Prima Pagina News)
"Attraverso gli strumenti del sofpower, sport e grandi eventi in primis, Riad si proietta dal punto di vista geopolitico, come grande attore regionale, ma non solo, anche in risposta al protagonismo del Qatar".
“Per l’Expo, l’esito era già deciso, la potenza di fuoco dell’Arabia Saudita era insuperabile. Roma metteva sul piatto una proposta da 6 miliardi di euro, mentre Riad è pronta a stanziare quasi 8 miliardi, da aggiungere agli 800 in programma per Vision 2030, l’ambizioso progetto di modernizzazione e trasformazione del Paese”.

Così Alessio Postiglione, giornalista, autore di “Calcio, politica e potere” (Edizioni Mondo Nuovo, 2023), già vincitore del 56esimo Festival letterario e giornalistico del Coni, esperto di cultural diplomacy, direttore del Master in Communications della Rome Business School e docente in SIOI e presso la 24Ore Business School.

Continua Postiglione: “Attraverso gli strumenti del sofpower, sport e grandi eventi in primis, Riad si proietta dal punto di vista geopolitico, come grande attore regionale, ma non solo, anche in risposta al protagonismo del Qatar. L’altro grande progetto sono i Mondiali di Calcio del 2034, infatti”.

“La verità è che con questi Paesi è impossibile competere: stanno facendo saltare il tavolo da gioco e le regole. Questo perché nella società dell’informazione, un Mondiale o un Expo sono un’arma non convenzionale. Dalla weaponizzazione dell’energia a quella dello spettacolo, il passo è breve”.

“L’Arabia Saudita si è buttata in questo campo, perché organizzare i Mondiali o l’Expo conviene, certamente. Ma l’utilità marginale di questi eventi è decrescente”, aggiunge Postiglione, che osserva: “I Mondiali di calcio in Brasile, dopo i Giochi Olimpici di Rio, hanno affossato il Brasile. Si stima che il Qatar abbia speso ben 220 miliardi di dollari nei dodici anni trascorsi dall’assegnazione del torneo, più di 15 volte la cifra sborsata dalla Russia per l’evento del 2018. Ne è valsa la pena?

Sport ed eventi sembrano più rispondere ad una logica imperiale che ad una logica economica. L’impero è uno status che vale di più di quello che costa. E non tutti se lo possono permettere.

I Paesi del Golfo hanno una grande disponibilità e sono pronti a fare di tutto per cambiare il loro status. Ma non ci è dato sapere come risponderanno le loro fragili opinioni pubbliche ad un aumento delle tasse, ad esempio, probabile per finanziare questi progetti di investimento, dal solare allo sport, qualora i profitti delle rinnovabili non eguagliassero quelli delle combustibili, quando queste rendite fletteranno per la decarbonizzazione.

Le loro élites sono in un cul de sac. Sanno che devono diversificare rispetto a gas e petrolio per prosperare, hanno tanti soldi da investire, ma non è detto che riescano a finanziare simili progetti faraonici senza alienarsi il consenso”.

“Di sicuro, i prossimi anni vedranno sempre più un’ascesa dell’Arabia Saudita, c’è da scommetterci”, conclude Postiglione.

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