Pedofilia, Castellammare di Stabia (Na): in manette l'insegnante aggredita da genitori

La donna è stata portata in carcere a Benevento.

(Prima Pagina News)
Martedì 14 Gennaio 2025
Napoli - 14 gen 2025 (Prima Pagina News)

La donna è stata portata in carcere a Benevento.

E' finita in manette con le accuse di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne l'insegnante della scuola ‘Catello Salvati’ di Castellammare di Stabia (Napoli), aggredita lo scorso novembre dai genitori di alcuni alunni.

Ad arrestare gli insegnanti, stamani, sono stati i Carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della locale Procura.

Le indagini erano partite a seguito dell'aggressione, in cui l'insegnante e suo padre, intervenuto per difenderla, avevano rimediato delle lesioni. In quell'occasione, alcuni genitori che avevano partecipato alla lite avevano denunciato la donna per presunte violenze sessuali sui loro figli.

I sei alunni sono stati sentiti in forma protetta e sono stati analizzati i file audio estrapolati dai loro cellulari e dal telefonino dell'insegnante: da lì è emerso che la donna, insegnante di sostegno di uno dei minori coinvolti, a partire dall’ottobre 2023, avrebbe avuto nei loro confronti condotte di carattere sessualizzante, portandoli in un'aula chiamata "la saletta" dove, durante l'orario scolastico, e con la scusa di impartire loro ripetizioni, faceva vedere loro materiale video pornografico, oltre a fargli discorsi di natura sessualmente esplicita, con tanto di racconti delle sue esperienze, su come e dove toccarsi o toccare i propri partner, anche nelle parti intime, nonché invitando alcuni alunni a scambiarsi effusioni sessuali e abusando di uno di loro, a cui avrebbe praticato un rapporto orale.

Secondo le indagini coordinate dalla Procura, dopo che l'accesso alla "saletta" le era stato precluso, la donna aveva creato un gruppo WhatsApp con lo stesso nome, dove si facevano soltanto discorsi sessualmente espliciti, in cui la donna “si relazionava direttamente con i minori sulla base di un rapporto di tipo sostanzialmente paritario”, ha spiegato, in una nota, il Procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso.

La donna, millantando di avere una relazione con un uomo delle Forze dell'Ordine, aveva minacciato gli alunni: se avessero parlato, sarebbero stati bocciati, inviati in comunità o i loro genitori sarebbero finiti in carcere. Questo stato di soggezione avrebbe portato gli alunni a restare in silenzio sulle condotte dell'insegnante. Soltanto la sospensione di uno degli alunni coinvolti ha portato i ragazzi a confidarsi con i loro genitori, facendogli vedere le chat WhatsApp scambiate con la donna.

Le indagini partite in seguito hanno portato all'acquisizione di “rilevanti riscontri alle dichiarazioni rese dai minori”, tra cui numerosi messaggi vocali inviati agli alunni, materiale pornografico corrispondente alla descrizione fatta dalle vittime durante i colloqui con gli inquirenti.

“Le condotte ascritte all’indagata, per la loro estrema, intrinseca, gravità e per la loro incidenza negativa sull’equilibrio psicofisico dei minori”, hanno portato ad emanare l'ordine di custodia cautelare in carcere.

Una misura, aggiunge il Procuratore, “peraltro prevista obbligatoriamente per legge per il reato di violenza sessuale in presenza di esigenze cautelari non diversamente tutelabili, in quanto ritenuta l’unica in grado di arginare il pericolo di reiterazione dei reati, anche in considerazione del fatto che, da un lato, la docente è ancora formalmente in servizio presso l’istituto scolastico di cui trattasi, e, dall’altro, la meno afflittiva misura degli arresti domiciliari non avrebbe consentito di inibirle effettivamente l’utilizzo della rete internet, con il conseguente pericolo di avere con altri minori ulteriori contatti analoghi a quelli per cui si procede”.


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