Tajani: "Ancora non c'è niente sul nuovo decreto Albania"

"Bene dialogo Usa-Russia per la pace in Ucraina, ma l'Ue non abbia ruolo secondario. Rai? Auspichiamo che si trovi un accordo, siamo disposti al confronto".

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Giovedì 13 Febbraio 2025
Roma - 13 feb 2025 (Prima Pagina News)

"Bene dialogo Usa-Russia per la pace in Ucraina, ma l'Ue non abbia ruolo secondario. Rai? Auspichiamo che si trovi un accordo, siamo disposti al confronto".

"Ancora non c’è niente sull’Albania, non ne abbiamo ancora parlato. Io mi sto preoccupando più delle questioni di guerra, poi vediamo l’Albania".

Così il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con i giornalisti in Transatlantico alla Camera, a margine della votazione per l'elezione di quattro giudici della Consulta, in merito all'ipotesi di un nuovo decreto legge per favorire il funzionamento dei centri per migranti in Albania.

“Che ci sia un dialogo” tra Stati Uniti e Russia “per la pace in Ucraina, questo è un fatto positivo, la priorità numero uno è la pace, sia in Medio Oriente che in Ucraina. E’ fondamentale che non ci sia un ruolo secondario dell’Europa”, ha proseguito, in merito all'evolversi della situazione in Ucraina e Medio Oriente.

Per quel che riguarda la Rai “è sempre auspicabile che si trovi un accordo, siamo sempre disposti al confronto”, ha proseguito. L'accordo raggiunto sull'elezione dei giudici può far sbloccare lo stallo su Simona Agnes? “E' una persona di garanzia. E’ figlia di Biagio Agnes, di colui che ha inventato il Tg3, non è una pericolosa reazionaria”, ha risposto Tajani.

In merito al fisco, ha aggiunto, "la rottamazione delle cartelle esattoriali proposta dalla Lega è una scelta che noi condividiamo. La nostra priorità è la riduzione dell’Irpef dal 35 al 33 per cento, con l’allargamento della base a 60 mila euro. La priorità è dare un segnale al ceto medio".

Sulla sanità, ha concluso Tajani, “siamo tutti d’accordo sulla necessità di fare una riforma. Il problema è il servizio che si dà ai cittadini. Siamo, però, contrari a fare entrare tutti i medici di base come dipendenti pubblici e difendiamo le Casse di previdenza delle libere professioni, che rappresentano una risorsa. Siamo sempre per meno pubblico e più privato”.


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