Ue, Tajani: "Ppe influente nella governance europea, i Patrioti non lo sono"

"I primi sondaggi ci danno in crescita, si conferma la bontà della nostra scelta".

(Prima Pagina News)
Domenica 21 Luglio 2024
Roma - 21 lug 2024 (Prima Pagina News)

"I primi sondaggi ci danno in crescita, si conferma la bontà della nostra scelta".

La von der Leyen “era la candidata del Partito popolare europeo (Ppe), il partito centrale in Europa, del quale noi siamo componente fondamentale”.

Così, al Corriere della Sera, il Vicepremier, Ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani.

Essere in imbarazzo per aver votato l'esponente del Ppe insieme a Verdi e Socialisti, aggiunge, “sarebbe come se io dicessi che Salvini ha votato con Salis, Rackete, Fratoianni e Conte“. “Noi siamo influenti nella governance Ue, i Patrioti sono ininfluenti. Avendo due donne del Ppe ai vertici dell’Europa siamo una garanzia per la stabilità delle istituzioni europee. I primi sondaggi ci danno in crescita, si conferma la bontà della nostra scelta”, spiega il Ministro.

La premier, Giorgia Meloni, “non si è trovata d’accordo sul programma” della von der Leyen, “ma ha ampio margine per trattare sui ruoli in commissione e ha noi, nel Partito popolare europeo (Ppe), che rappresentiamo la seconda forza del governo”, continua Tajani,

Meloni non è stata convinta, mentre il Ppe sì, poiché “siamo forze diverse con programmi diversi. Per fare un esempio – ha proseguito -, noi siamo per l’abolizione del voto all’unanimità, loro no. E poi, rispetto alle nostre richieste, abbiamo avuto risposte molto convincenti: dall’agricoltura ai giovani, dall’immigrazione alla burocrazia, dalla neutralità tecnologica all’ambiente, tanto che i Verdi non sono contenti. Non abbiamo avuto dubbi”.

Per quanto riguarda la Nato, le nomine “non dipendono dal voto europeo, si tratta di una nomina fatta prima del voto. Ci auguriamo sia rivista dal nuovo segretario generale”.

Non c'è nessun “caso Forza Italia”, così come non ci sono polemiche con Pier Silvio Berlusconi, riafferma Tajani. “Pier Silvio ha detto esattamente quello che dico io: FI deve passare dall’attuale quasi 10 per cento al 20 per cento alle prossime elezioni. È un obiettivo realistico perché sempre più l’area da occupare quella tra Schlein e Meloni non è rappresentata, a parte da noi. E stiamo lavorando in questa direzione. La pensiamo tutti allo stesso modo”. Quello di venerdì, aggiunge, “è stato un normale incontro come altri. Ma se vuole saperlo, i figli di Berlusconi sanno bene il numero di voti che abbiamo preso: tanti. E sono molto lieti che l’opera del padre venga portata avanti”.

E come si possono prendere altri voti? “Allargandosi, come stiamo già facendo: con accordi politici come con Svp, Noi moderati, movimenti civici. Facendo congressi cittadini. Portando idee e proposte» e ancora, «abbiamo creato la Consulta del segretario presieduta da Letizia Moratti, chi vuole partecipare è il benvenuto. Tante personalità sono già impegnate con noi”.

Per quanto riguarda la possibilità di essere affiancato da altre persone, sulla base del modello dei "professori" di Silvio Berlusconi, dice: “C’è uno Statuto che io rispetto fedelmente, siamo un partito vero non personale, tutte le cariche di vertice sono state elette nel congresso, ma sono pronto ad incrementare le persone anche esterne che possono arricchire con le loro idee e il loro sapere le nostre proposte”.


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