7 ottobre, Meloni: "Israele ha diritto di difesa, ma deve rispettare le norme internazionali"

Di Segni: "Le organizzazioni internazionali che dovrebbero essere super partes si sono fatte casse di risonanze dei più biechi pregiudizi antisemiti".

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Lunedì 07 Ottobre 2024
Roma - 07 ott 2024 (Prima Pagina News)

Di Segni: "Le organizzazioni internazionali che dovrebbero essere super partes si sono fatte casse di risonanze dei più biechi pregiudizi antisemiti".

"Ricordare e condannare con forza ciò che è successo un anno fa non è un mero rituale, ma il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché la reticenza che sempre più spesso si incontra nel farlo tradisce un antisemitismo latente e dilagante che deve preoccupare tutti. E le manifestazioni pubbliche di questi ultimi giorni lo hanno, purtroppo, confermato".

Così la premier, Giorgia Meloni, in una dichiarazione per l'anniversario dell'attacco compiuto da Hamas contro Israele.

"In questa giornata, ribadiamo il legittimo diritto di Israele a difendersi e a vivere in sicurezza nei propri confini, ma anche la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario", ha continuato Meloni.

"Non possiamo, infatti, restare insensibili davanti all'enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, vittime due volte - ha concluso la premier -: prima del cinismo di Hamas, che le utilizza come scudi umani, e poi delle operazioni militari israeliane".

"Quello che è successo il 7 ottobre non è per noi un episodio isolato ma la prosecuzione di una storia in forme nuove ma sempre con lo stesso significato: l'espressione di un odio cieco e insensato e che spesso ci lascia soli. Le organizzazioni internazionali che dovrebbero essere super partes si sono fatte casse di risonanze dei più biechi pregiudizi antisemiti, usando due pesi e due misure. Deve essere chiaro che non si tratta di difendere gli ebrei, che in questi giorni devono stare attenti e guardarsi le spalle, ma la stessa democrazia".

E' quanto ha detto il Capo Rabbino della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, durante la cerimonia per ricordare il massacro del 7 ottobre 2023, al Tempio Maggiore di Roma.

Su quanto accaduto, ha evidenziato Di Segni, c'è stata "una campagna sistematica di disinformazione". "Le vittime non hanno pace. I corpi di molti diventano merce da barattare, come le teste tagliate conservate in freezer, i corpi carbonizzati dalle granate lanciate, fusi insieme al punto che neppure i medici legali riescono a distinguere; e dopo i corpi la memoria insultata da una campagna sistematica di disinformazione, distorsione, colpevolizzazione che si è scatenata fin dal giorno dopo il 7 ottobre", ha detto.

Secondo il Rabbino Capo di Roma, "ne è derivata una ubriacatura collettiva che ha offuscato le menti di molti, intorno ad analisi manichee di oppressi contro oppressori. È in corso una celebrazione del terrorismo come atto rivoluzionario, che raccoglie consensi ecumenici dai giornali, alle scuole, alle università alle piazze".

"Negli anni di piombo - ha avvertito Di Segni - le istituzioni e i partiti italiani riuscirono a frenare questo processo. Oggi sta dilagando. Nessuno si illuda che la violenza auspicata da chi giustifica il terrorismo si fermi agli ebrei, sarebbe ingenuo".

"Sono giunti qui i rappresentanti di tutte le comunità e gli enti ebraici in Italia per esprimere assieme il dolore lancinante di quel giorno iniziato all'alba e mai tramontato, e il cordoglio per le vittime. Per condividere timore ed ansia per il futuro che accompagnano questi durissimi mesi. Futuro incerto per un'intera regione di cui seguiamo ora per ora, per ogni palmo di terra gli sviluppi, dai diversi fronti. Futuro incerto per l'Europa e l'Italia in cui viviamo immersi in un faticoso confronto quotidiano, con un crescente antisemitismo multiforme, portando sulle spalle quello di secoli e secoli". Così la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche d'Italia, Noemi Di Segni.

"A un anno dal terribile massacro del 7 ottobre, il nostro pensiero va al popolo israeliano, ai bimbi uccisi in culla, ai giovani strappati alla vita, alle donne stuprate, a chi è morto in prigionia e a chi è ancora tenuto in ostaggio. Per ricordare sempre il diritto di Israele ad esistere, a difendersi e a convivere finalmente in pace coi popoli vicini, contro l'orrore del terrorismo islamico". Così, sui suoi profili social, il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

"Il barbaro attacco di Hamas del 7 ottobre ha avviato una fase di sanguinosa destabilizzazione, la risposta di Netanyahu sta sconvolgendo il mondo, l'invasione russa dell'Ucraina ha aperto un fronte europeo con velate minacce di uso dell'atomica, l'occidente indica ripetutamente che il vero nemico è a Pechino. Siamo a un passo dal baratro. Mai come oggi vanno praticate tre parole chiave: diplomazia, trattativa, negoziato. Mai come oggi dobbiamo gridare: cessate il fuoco! Mai come oggi il nemico è il business delle armi". Così, in una nota, il Presidente Nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo.

"Volente o nolente, siano tutti imbarcati sulla nave dei folli. Non possiamo scendere, ma possiamo reclamare di cambiare la rotta: fermiamo le guerre, orientiamo il timone verso la solidarietà fra popoli, verso la terra comune dei fratelli, verso l'isola della pietà", ha concluso.

"A un anno dal terribile attacco terroristico del 7 ottobre 2023 di Hamas contro Israele, rinnovo la mia più ferma condanna per un atto vile e atroce contro civili innocenti. Una violenza cieca e brutale che non solo ha portato morte e sofferenze in Israele ma ha innescato una spirale di lutti e distruzione in tutto il Medio Oriente. Donne, anziani e bambini a Gaza ancora oggi pagano per la follia di quel raid terroristico. Mi unisco agli appelli per il rispetto del diritto internazionale e un "cessate il fuoco" che consenta la liberazione degli ostaggi e l'assistenza umanitaria. E invito tutti a mettere fine agli attacchi antisemiti che nulla hanno a che fare con la solidarietà ai palestinesi e il sostegno alla causa della pace". E' quanto dichiara il Ministro delle Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati.


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