Addio a Giorgio Lo Giudice, colonna della Gazzetta dello Sport e maestro di giornalismo

Una vita dedicata allo sport e al racconto limpido dei suoi valori. Dalla scuola alle Olimpiadi, dalla Gazzetta ai libri: Giorgio Lo Giudice ci lascia, ma la sua penna resta un esempio per tutti.

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Mercoledì 04 Giugno 2025
Roma - 04 giu 2025 (Prima Pagina News)

Una vita dedicata allo sport e al racconto limpido dei suoi valori. Dalla scuola alle Olimpiadi, dalla Gazzetta ai libri: Giorgio Lo Giudice ci lascia, ma la sua penna resta un esempio per tutti.

Si è spento Giorgio Lo Giudice, una delle voci più autorevoli e rispettate del giornalismo sportivo italiano. Storica firma della Gazzetta dello Sport, ha saputo raccontare con equilibrio e passione mezzo secolo di sport italiano e internazionale, sempre con uno stile sobrio, competente e profondamente umano.

La sua avventura giornalistica inizia nel 1961, con le prime collaborazioni al quotidiano Il Paese. Due anni dopo, nel 1963, entra nel mondo della Gazzetta dello Sport, con la quale stringerà un legame professionale e affettivo che durerà tutta la vita. Fino al 1982, ha diviso il proprio tempo tra l'insegnamento e il giornalismo, per poi dedicarsi completamente alla professione una volta diventato giornalista professionista.

Nel corso della sua lunga carriera, Lo Giudice ha seguito con passione e competenza numerose discipline olimpiche: atletica leggera, canottaggio, pentathlon moderno, pallavolo e rugby, raccontando imprese, emozioni e storie spesso lontane dai riflettori ma dense di significato sportivo e umano. Ha coperto grandi eventi internazionali, tra cui più edizioni delle Universiadi, numerosi Memorial Paolo d’Aloja e ben quattro edizioni dei Giochi Olimpici oltre a quella del 1972, un’esperienza che segnò profondamente il mondo dello sport.

Il canottaggio ha avuto un posto speciale nel suo cuore, una disciplina che ha seguito da vicino e che ha contribuito a valorizzare con uno sguardo appassionato e competente. Anche dopo il suo pensionamento dalla Gazzetta, avvenuto nel 2003, Giorgio ha continuato a collaborare, scrivendo e partecipando attivamente alla vita del giornalismo sportivo fino agli ultimi anni.

Oltre agli articoli, ha lasciato anche testimonianze scritte importanti come Impariamo l’atletica giocando per la Scuola dello Sport, La vita e la storia di Abebe Bikila (scritto con Valerio Piccioni) e il libro dedicato alle medaglie d’oro al valor atletico, realizzato per conto dell’AMOVA su desiderio di Edoardo Mangiarotti.

Era solito dire: “Morirò con la penna in mano o dettando un articolo” — e così è stato. Giorgio Lo Giudice è rimasto fedele fino all’ultimo alla sua più grande passione: raccontare lo sport con dignità, misura e amore.

La sua scomparsa lascia un vuoto enorme, ma anche un esempio luminoso per chi crede ancora in un giornalismo fatto di rigore, rispetto e dedizione autentica.
Ci mancherai, Giorgio. Con la tua penna, hai scritto anche un pezzo delle nostre vite.


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