Bce: tassi tagliati di 0,25 punti, quello sui depositi è al 3,50%

Il tasso principale scende al 3,65%.

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Giovedì 12 Settembre 2024
Roma - 12 set 2024 (Prima Pagina News)

Il tasso principale scende al 3,65%.

La Banca Centrale Europea (Bce) taglia i tassi di interesse dello 0,25%, per cui quello relativo ai depositi cala dal 3,75% al 3,50%, mentre quello sui rifinanziamenti principali passa dal 4,25% al 3,65%, per l'aggiustamento tecnico dovuto al nuovo quadro operativo.

Per lo stesso motivo, il tasso sui prestiti marginali passa dal 4,50% al 3,90%. Si tratta del secondo taglio dei tassi da parte di Francoforte, che ha iniziato a disfare la stretta monetaria cominciata nel corso della crisi energetica del 2022-23.

Se, però, il tasso d'interesse sui depositi, che da diversi anni è quello di riferimento sul costo del denaro, è calato dello 0,25%, da giovedì sarà in vigore il nuovo regime con cui la Bce orienterà la politica monetaria: dunque, il tasso sui rifinanziamenti alle banche si ridurrà di 60 punti base: 25 di riduzione del costo del denaro e 35 per un aggiustamento tecnico previsto nell'ambito del nuovo 'quadro operativo' annunciato a marzo da Francoforte.

La Banca Centrale Europea, intanto, ha confermato la sua stima per l'inflazione nell'Eurozona per quest'anno, tenendola al 2,5% indicato a giugno. Per il prossimo anno, la stima rimane al 2,2%, mentre per il 2026 resterà all'1,9%.

L'inflazione "dovrebbe tornare ad aumentare nell'ultima parte di quest'anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell'energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi", quindi "diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo nella seconda metà del prossimo anno", spiega la Bce in un comunicato.

Finita l'estate per la valutazione del quadro macroeconomico, per Francoforte i dati sembrano andare verso un raffreddamento sostenibile (che è la condizione posta dalla Presidente della Bce, Christine Lagarde, per procedere con i tagli) dell'inflazione vicino all'obiettivo del 2%.

Per le economie più deboli, come quella tedesca, il rischio è che il mantenimento dei tassi ai livelli attuali possa generare una recessione, incluso il ritorno all'inflazione sotto il 2%.

Rispetto al quadro disegnato a giugno dal capo economista Phillip Lane a Jackson Hole lo scorso mese, l'inflazione ha raggiunto il 2,2%, toccando il minimo dal 2021. Anche il "falco" tedesco Joachim Nagel ha detto sì ad un taglio dei tassi a settembre. Piero Cipollone, del Comitato Esecutivo, avvisa che mantenere le restrizioni troppo a lungo potrebbe avere effetti pesanti sulla crescita. I tagli si ripeteranno a dicembre e con scadenza trimestrale durante il 2025. A meno che l'inflazione non presenti sorprese negative, che potrebbero portare a tagli più frequenti. Su questo, però, bisogna aspettare le dichiarazioni della Lagarde, in programma giovedì.

Queste notizie hanno sostenuto le Borse, anche se i guadagni sono cauti, o anche annullati, come è il caso di Milano (-0,12%) e Parigi (-0,14%), per l'inflazione di fondo che negli Stati Uniti è ancora al 3,2%, cosa che mette a rischio l'atteso taglio dei tassi da parte della Fed durante il meeting del 17-18 settembre.

A complicare la lettura del taglio dei tassi da parte della Bce sarà l'arrivo del nuovo 'operational framework': dopo più di 10 anni di denaro fornito alle banche tramite l'acquisto massiccio di bond con il meccanismo del "quantitative easing", con fondi passati da 0 a più di 3mila miliardi di euro, a marzo del 2023 è iniziata la dismissione di quei titoli. Adesso, la Bce vuole tornare ad un sistema in cui l'approvvigionamento bancario avviene innanzitutto sul mercato monetario.

Per evitare che il ritorno alla normalità possa creare problemi, a marzo il Consiglio Direttivo ha scelto di restringere il 'corridoio' in cui dirige il costo del denaro: il differenziale fra il tasso sui rifinanziamenti principali (che 'blocca' i tassi interbancari, che oggi si trovano al 4,25%) e il tasso che serve a remunerare i depositi overnight delle banche (che fa da 'base' ed è al 3,75%) dall'attuale 0,50%, viene ridotto allo 0,15%.

Di conseguenza, se giovedì Francoforte dovesse tagliare i tassi di 0,25 punti, allora quello sui depositi passerà al 3,5%, mentre quello sui rifinanziamenti principali dovrebbe passare dal 4,25% al 3,65%, con un taglio di 0,6 punti. Si tratta, però, di un maxi-taglio soltanto apparente: per il costo del denaro conta il tasso sui depositi, che dovrebbe calare di 0,25 punti.


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