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"Promuove, per questa via, quel tentativo mai sopito di associare le forze armate e di polizia a una delle pagine più buie della storia italiana".
"Promuove, per questa via, quel tentativo mai sopito di associare le forze armate e di polizia a una delle pagine più buie della storia italiana".
Una nuova polemica investe il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Il 6 luglio, partecipando alla cerimonia di giuramento dei 300 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria del 190esimo corso di formazione, ha chiesto: “Chi sono i migliori?“. La risposta degli agenti è stata: "Noi!". E di nuovo: “Chi sono i migliori?”. “Noi, noi, noi, i migliori siamo noi'”, hanno risposto gli agenti.
I fatti sono stati documentati da un video che circola sulle chat dei parlamentari, al termine del quale il Sottosegretario ha alzato le braccia al cielo e concluso: “Grazie ragazzi”.
A sollevare il caso, durante un'interrogazione in Parlamento al ministro della Giustizia Carlo Nordio, è il capogruppo di Italia Viva al Senato, Enrico Borghi: “Lo scorso sabato 6 luglio, a Verbania, alla presenza del sottosegretario Delmastro Delle Vedove, si è svolta la cerimonia del giuramento di 300 nuovi agenti della polizia penitenziaria del 190° corso di formazione; durante la cerimonia, davanti allo schieramento in altissima uniforme, il sottosegretario con delega al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria (cui afferisce il corpo di polizia penitenziaria) ha esortato gli agenti con cori da stadio: una prima urlata domanda ‘chi sono i migliori?’ cui gli agenti hanno risposto all’unisono ‘noi’ e una seconda, identica e urlata domanda, da parte del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, cui gli agenti hanno risposto ‘noi, noi, noi, i migliori siamo noi‘”, ha scritto il senatore di Iv nella premessa, aggiungendo: “Tale performance sarebbe stata persino oggetto di specifiche prove prima della cerimonia ufficiale, condotte dallo stesso Sottosegretario all’interno della caserma”.
“Simili esibizioni, alla presenza di esponenti di Governo – cui peraltro è direttamente assegnato l’indirizzo politico dell’amministrazione di riferimento – e dinanzi a 300 agenti, armati e in divisa, rievoca inevitabilmente il coro fascista di mussoliniana memoria (“a noi”) – ha evidenziato Borghi – e promuove, per questa via, quel tentativo mai sopito di associare le forze armate e di polizia – invero dedite e leali ai valori della nostra Costituzione – a una delle pagine più buie della storia italiana”.
Il capogruppo, dunque, ha chiesto a Nordio di sapere “se ritenga che la condotta del Sottosegretario Delmastro delle Vedove, in occasione del giuramento degli allievi del 190° corso di formazione della polizia penitenziaria, richiamato in premessa, abbia avuto un contegno consono all’occasione, al suo ruolo istituzionale e alla solennità della cerimonia”.