Dopo Berlusconi, un quadro politico articolato e complesso
L’analisi del giornalista Gregorio Corigliano parte dallo stato di salute del Pd e della nuova leader di partito Elly Schlein.
di Gregorio Corigliano
Mercoledì 14 Giugno 2023
Roma - 14 giu 2023 (Prima Pagina News)
L’analisi del giornalista Gregorio Corigliano parte dallo stato di salute del Pd e della nuova leader di partito Elly Schlein.
E’ strabica, ha un dente ingiallito, i capelli senza piega? No, ma l’accusano anche di questo! Ha invece un’amante, conosciuta attraverso i social. Ed allora? Come poteva fare cappotto alle ultime amministrative? Il cappotto, invece, e pure largo, è stato fatto a lei. Eppure meno di tre mesi fa, è stata eletta segretario del Partito democratico, quel partito che ebbe origine con Prodi e Veltroni e che ha avuto segretari di tutto rispetto.

Elly Schlein ha sconfitto nientedimeno che Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, di cui era stata vice e che godeva dell’apporto di tutto l’apparato dei democratici, noti e meno noti. Lo ha sconfitto, il candidato di grandi esperienze e capacità, solamente girando in lungo ed in largo il Paese. Senza apporti esterni, fatti di concretezza e suffragi, tessere e clientele.

A distanza di meno di novanta giorni, tutti le chiedono di farsi più in là, di lasciare il Nazareno che ha pure frequentato poco con l’accusa di non essere in grado di gestire quel partito che è stato sconfitto alle amministrative di maggio e che ha portato la sua antagonista sull’altare della vittoria, proseguendo la marcia iniziata da mesi.

Lei, non risponde a quanti la invitano a fare due passi indietro. Tra questi, dirigenti dello stesso partito finora acquattati, in attesa proprio della sua sconfitta e impegnati anche a farle perdere le elezioni, quasi certamente per prenderne il posto, come se in quello stesso posto non hanno fatto il bello ed il cattivo tempo per anni, senza che nessuno o quasi abbia loro chiesto il conto.

Ed ora, dagli all’untore! Fuori dal partito, le hanno chiesto di lasciare quanti dal partito hanno avuto ruoli e considerazioni, prebende ed attenzioni. Ed oggi proni e pronti ad ossequiare il nuovo (che poi non lo è) che avanza!

E se quanti, tra i dirigenti di ieri, sono fermi e seduti sulla riva del fiume ad attendere il cadavere (politico) non hanno fatto nulla o quasi per evitare la dolorosa sconfitta, a quale titolo dicono alla Schlein di farsi più in là? Hanno dimostrato prima di adesso di saper fare? No, altrimenti la signorina svizzero-milanese non avrebbe vinto il congresso che, lo dicono tutti, si è svolto alla luce del sole.

Bonaccini non è stato sconfitto per incapacità. E’ stato sconfitto, pur bravissimo, perchè supportato da quanti, agli occhi degli elettori e dei simpatizzanti democratici, rappresentavano il vecchio modo di essere di un Pd che si era coricato sugli allori.  Certo, non tutte le tesi sostenute dalla Schlein sono esenti da giudizi e da critiche: si sconfigge non votando o, peggio, astenendosi dal voto? O si combatte all’interno? L’unico partito nel quale si vota e si fanno i congressi – ci sono stati mai gli appuntamenti elettorali interni all’interno del centro destra e segnatamente di Foza Italia? Quali sono le guerre intestine all’interno di Lega, Fratelli e Forza Italia? Quisquilie, al confronto di quanto è accaduto e accade nel Pd.

E poi perché nessuno si sofferma sull’astensionismo ultimo che ha portato alla elezione di amministratori locali con il 50% dei votanti? Adesso va così e così va la barca, fino a quando il mare non agita. E che si agiti è legge di natura. Non un desiderio di quanti non amano la Meloni e compagnia plaudente. E non è un problema di alleanze soltanto o principalmente. Non gode di grande prestigio Conte e il grillismo, gli altri partiti di centro sinistra sono sempre alle cifre decimali.

Occorre, a mio modesto parere, essere maggiormente presenti sulla piazza, virtuale e reale (quelle rimasta!) e girare, girare, su e giù per il Paese (è più concreto) proponendo le risposte del Pd e del centro sinistra alle questioni del Pnrr, della Corte dei conti, dei migrantes, del Mezzogiorno, sempre ed ancora abbandonato, della Sanità. 

E del “pizzo di Stato” ne vogliamo parlare? Perché di Calderoli e della sua autonoma differenziata? Non basta replicare di tanto in tanto. L’opposizione non può battere solo un colpo, ne occorrono almeno tre, di questi tempi. Difficili (ma anche, avrebbe detto Veltroni) e per questo entusiasmanti. 

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