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Il Pd: "Deve dimettersi". Bonelli (Avs): "Il governo si sfiducia da solo". Maruotti (Anm): "Il governo ha calato la maschera, vuole portare i pm sotto le sue direttive".
Il Pd: "Deve dimettersi". Bonelli (Avs): "Il governo si sfiducia da solo". Maruotti (Anm): "Il governo ha calato la maschera, vuole portare i pm sotto le sue direttive".
E' polemica dopo che il Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, in un colloquio con il quotidiano "Il Foglio", ha criticato la riforma della Giustizia: "Dare ai pubblici ministeri un proprio Csm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro. I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L'unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta", ha detto Delmastro, in una "chiacchierata confidenziale", come l'ha definita il quotidiano diretto da Claudio Cerasa.
"C'è un rischio nel doppio Csm - ha aggiunto - O si va fino in fondo e si porta il pm sotto l'esecutivo, come avviene in tanti Paesi, oppure gli si toglie il potere di impulso sulle indagini".
Per "Il Foglio", Delmastro è poco convinto anche su un altro punto decisivo della riforma: l'istituzione di un'Alta Corte disciplinare. "Nella mia persona - ha detto ancora il Sottosegretario - convivono entrambe le pulsioni, sia quella garantista che quella giustizialista, a corrente alternata secondo le necessità".
A stretto giro, Delmastro ha precisato: "L'impianto della riforma è ottimo, ribadisco che nella maggioranza c'è assoluta condivisione delle misure messe in campo e proseguiremo speditamente per approvare la riforma il prima possibile. Ribadisco che grazie al sorteggio e all'Alta Corte disciplinare ci sarà una vera indipendenza della magistratura dalla politica, perché questa ne rimarrà finalmente fuori".
"Ho argomentato che in fase di stesura della riforma c'era un confronto fra due opzioni, quella con un Csm unico e quella con due, ognuna delle due con vantaggi e svantaggi. La soluzione di approdo, pur nei diversi percorsi argomentativi e nelle sfumature interpretative, è assolutamente condivisa e sostenuta senza tentennamenti da tutto il centrodestra. Ogni altra ricostruzione è una forzata distorsione della realtà", ha evidenziato.
"L'articolo di giornale ha esasperato il significato dei ragionamenti che ho fatto, nel corso di un colloquio informale, sulla riforma della giustizia".
La replica del direttore del Foglio, Claudio Cerasa, a questa precisazione, non si è fatta attendere: "'Delmastro smentisce. Il Foglio conferma tutto. Ecco l'audio con le parole (clamorose) di Delmastro sulla riforma Nordio", ha scritto su X, pubblicando l'audio del colloquio.
Le dichiarazioni di Delmastro hanno scatenato la reazione dell'Anm e delle opposizioni, che chiedono le sue dimissioni: “Con le dichiarazioni di oggi del sottosegretario Andrea Delmastro, il Governo ha calato la maschera: questa riforma da sola non basta e sarà necessario portare il pubblico ministero sotto le direttive del potere esecutivo o quantomeno togliere al pubblico ministero il potere di impulso delle indagini. Da oggi perciò sarà più difficile per il Governo continuare a sostenere che la riforma non avrà conseguenze, come l’Anm va sostenendo dall’inizio. Questa riforma, oltre a non migliorare la giustizia, servirà solo ad assoggettare i magistrati al controllo del Governo: ora è ancora più chiaro. Le parole del sottosegretario alla Giustizia introducono un importante elemento di chiarezza”, ha dichiarato, in una nota, il Segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati, Rocco Maruotti.
“Delmastro Delle Vedove non doveva essere nominato sottosegretario alla Giustizia. Non era all’altezza. E lo hanno confermato questi oltre due anni a Via Arenula, in cui ha operato con scarsissimo senso dello Stato, con una visione lontana dai principi costituzionali. Ma quanto uscito stamattina sul Foglio, quelle dichiarazioni che demoliscono la cosiddetta riforma Nordio sulla giustizia e la separazione delle carriere rivelano una crisi irreparabile nei rapporti con il Ministro. Il quale farebbe un gesto di dignità se se ne andasse. Ma in ogni caso Delmastro non dovrebbe restare un minuto di più. Per un minimo di decoro“. E' quanto dichiarano la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
“Delmastro non condivide la riforma della giustizia? Faccia un atto di coerenza e si dimetta. Dopo essere stato condannato per rivelazione del segreto d’ufficio, avrebbe già dovuto lasciare il suo incarico, ma ora ha un motivo in più per farlo. Le sue dichiarazioni confermano l’inaffidabilità di un governo che si sfiducia da solo”, dichiara, in una nota, Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
”La riforma della giustizia voluta dal governo Meloni e dal ministro Nordio rappresenta un attacco alla magistratura, apre porte alla corruzione con abolizione abuso d’ufficio. Il paradosso è che nemmeno il sottosegretario alla Giustizia Delmastro ci crede. Lo ammette candidamente, come se fosse un osservatore esterno e non uno dei rappresentanti del ministero che l’ha promossa. Delmastro e Nordio dovrebbero avere un sussulto di dignità e rassegnare le dimissioni perché si sono mostrati inadeguati. Il governo ci accusa di presentare troppe mozioni di sfiducia, ma il problema è che la maggioranza si sfiducia da sola. Sul riarmo sono divisi, sulla giustizia sono divisi, su molte questioni cruciali non hanno una linea comune. Semplicemente, non sanno più dove andare”, conclude Bonelli.