L'editoriale di Massimo Fioranelli: “Ecco l’Eterna Schiavitù”
La storia, si sa, la scrivono i vincitori, ed ai vinti non resta che soccombere anche nella memoria collettiva.
di Massimo Fioranelli
Sabato 22 Luglio 2023
Roma - 22 lug 2023 (Prima Pagina News)
La storia, si sa, la scrivono i vincitori, ed ai vinti non resta che soccombere anche nella memoria collettiva.

Immersi in una matrix mediatica, gli avvenimenti degli ultimi anni hanno progressivamente incrementato la consapevolezza che le verita’ che ci sono state trasmesse dalla scuola, dal sistema informativo, dalla cultura dominante, non erano altro che tentativi di nascondere la realta’ a fini di propaganda politica. Rileggendo il bel libro, L’altra storia d’Italia (1802-1947), di Lamberto Rimondini, (Arianna editrice), cadono alcuni miti cosi come ci sono stati tramandati: Garibaldi, non un eroe ma un mercenario al soldo della Massoneria anglosassone; Il tradimento storico dei Savoia, complici del progetto massonico finalizzato alla destrutturazione del nostro paese, responsabili delle stragi della popolazione del meridione; il ruolo svolto della Corona Britannica nella  destabilizzazione e nell’impoverimento economico e geopolitico  del nostro paese; il comportamento dei nostri cosidetti “alleati”, eterni liberatori ed esportatori di democrazia tramite l’annientamento di intere popolazioni. Per capire meglio cosa fecero i nostri alleati alla nostra popolazione, ricordiamo la storia del generale Alphonse Juin, comandante del corpo di spedizione Francese in Italia in occasione dell’operazione in codice "Diadem Operation”, finalizzata allo  sfondamento della Linea Gustav, durante le fasi finali della seconda guerra mondiale. Il corpo di spedizione francese vince la battaglia del 14 maggio 1944 aggirando le linee difensive tedesche a ridosso della valle del Liri, permettendo al XI Corpo britannico di sfondare la linea Gustav.

 

Diverse fonti riportano il comunicato del generale fatto alla vigilia dell'attacco del 14 maggio 1944 alle truppe marocchine, che compongono le due divisioni al suo comando: «Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c'è un vino tra i migliori del mondo, c'è dell'oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all'ultimo uomo e passare a ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che renderete».

 

Il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri dell’Italia liberata, in una nota del 25 giugno del 1944 alla Presidenza del Consiglio, segnala che nei comuni di: Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, Morolo, Sgurgola, Latina, Lenola, Campodimele, Fondi, Formia, Sabaudia, San Felice Circeo, Sezze, Cori, Norma, Roccagorga, Latina, Maenza, Prossedi, Spigno Saturnia, Frosinone, Ceccano, Giuliano di Roma, Vallecorsa, Castro dei Volsci, Villa Santo Stefano, Amaseno, Esperia, Supino, Pofi, Pratica, Pastena, Pico e Pontecorvo si sono verificati migliaia di stupri, furti e violenze di ogni genere sulla popolazione civile ad opera delle truppe marocchine. Dalle numerose documentazioni raccolte 20.000 sono i casi accertati di violenze; diversi referti medici dell'epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, sia per vergogna o pudore, preferisce non denunciare.

 

Complessivamente le violenze commesse dal "Corpo di spedizione Francese", sono enormi: almeno 60.000 le donne stuprate. I soldati magrebini, mediamente, stupravano in gruppi di due o tre ma, in alcuni casi documentati, descrivono donne violentate anche da 100, 200 e 300 magrebini. Quando non perdevano la vita, le donne delle nostre terre, a seguito delle violenze sessuali, erano contagiate da sifilide, gonorrea ed altre malattie a trasmissione sessuale: solo l’uso della penicillina statunitense risparmiò’ una più vasta epidemia. Molte donne rimasero incinte ed altrettante abortirono; molti i casi di suicidio tra le donne violentate, molti i casi di infanticidi della prole nata dagli stupri: questi episodi sfociano anche in esecuzioni sommarie degli abitanti delle zone sottoposte a razzia e violenza.

Cinquanta interminabili ore di “libertà” successive alla battaglia, concesse dal nostro “alleato” generale Juin, devastano una popolazione inerme. Una patria, la nostra, tradita da sempre, da tutti e soprattutto da chi dovrebbe rappresentarla e tutelarla.

 

Questo nostro paese non e’ stato mai libero, siamo stati schiavi di un atlantismo che ci ha ridotto in povertà, ci è stata negata la sovranità nazionale, la moneta, e’ stato compromesso irrimediabilmente il futuro ad intere generazioni; una classe politica succube ed oltraggiosamente traditrice della nazione, che esulta ed incita ad ogni predita di sovranità nazionale, che ha dato il peggio di se durante questa recente infodemia, barattando persino la salute e la vita dei propri concittadini.

 

Nessun popolo sopporterà in eterno la propia schiavitù, tanto meno “Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”.


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