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Giorgetti: "Il taglio del cuneo coinvolgerà 1,3 milioni di lavoratori in più".
Giorgetti: "Il taglio del cuneo coinvolgerà 1,3 milioni di lavoratori in più".
Con la nuova manovra, il taglio del cuneo fiscale riguarderà 1,3 milioni di lavoratori in più, oltre ai 13 milioni già interessati dal provvedimento attualmente vigente. Lo ha reso noto il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, prendendo parte a Genova ad un evento sui due anni di governo del centrodestra e sui risultati raggiunti dalla Lega.
Rispetto alla legge attualmente in vigore per i redditi fino a 35 mila euro, ha aggiunto Giorgetti, "arriviamo ai redditi fino a 40.000 euro".
Stando a quanto fanno sapere alcune fonti, le pensioni minime dovrebbero aumentare del 2,7% rispetto al trattamento minimo prima della maggiorazione (cioè 598,61 euro) e dell'1% rispetto all'inflazione, arrivando a toccare i 620,92 euro, 6 in più rispetto a quelli di quest'anno (614,77).
In più, nella manovra dovrebbe essere inserita la possibilità di utilizzare i fondi integrativi alimentati con il Tfr per far sì che tutti coloro che non hanno raggiunto l'importo dell'assegno sociale con il sistema contributivo possano accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni.
"Non siamo felicissimi del tetto agli stipendi dei manager pubblici, lo dico con chiarezza. In questi anni, proprio a causa del tetto, molti manager hanno lasciato la pubblica amministrazione per le aziende private. La P.A. ha già subito un notevole depauperamento di risorse umane, non può vedere un ulteriore spostamento di figure apicali verso il settore privato. Serve una riflessione", ha detto, ai microfoni del programma di Rai Radio 1 "Radio Anch'io", il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio, Dario Damiani, in merito alla norma sul tetto agli stipendi dei manager pubblici previsto in manovra.
"Sulle banche - ha continuato - abbiamo trovato una soluzione di buon senso".
"In un momento particolare del Paese, se un settore strategico come sono le banche ha potuto godere di particolari guadagni, allora può contribuire un po' di più offrendo risorse da utilizzare nella manovra finanziaria. Ma attenzione, - ha detto ancora Damiani- i ricavi delle banche non derivano da speculazioni, bensì dall'aumento dei tassi. E adesso che i tassi stanno ritornando nel giusto alveo, le banche vedranno questi maggiori profitti assottigliarsi notevolmente".
"Non credo ci sarà l'intesa sulla manovra, perchè per l'intesa serve l'unanimità e certe posizioni non riusciamo a conciliarle. La maggioranza delle Regioni ha dato assenso all'accordo, però necessitando dell'unanimità non possiamo dare l'intesa". Così, a Bari, il Presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, in merito all'intesa sulla manovra.
A una domanda su quali siano i punti in cui c'è più disaccordo, ha risposto: "Ci sono piu' punti, in particolare la questione degli acconti però, come ho avuto modo di sottolineare ieri, le regole europee prevedono il tetto di spesa che ammazzerebbe le Regioni".