Meloni: "L'accordo con l'Albania sui migranti è innovativo e molto intelligente"
“La garanzia che offriamo con una giurisdizione che resta italiana in un territorio extra Ue permette strumenti innovativi per contrastare l'immigrazione illegale”.
(Prima Pagina News)
Venerdì 17 Novembre 2023
Roma - 17 nov 2023 (Prima Pagina News)
“La garanzia che offriamo con una giurisdizione che resta italiana in un territorio extra Ue permette strumenti innovativi per contrastare l'immigrazione illegale”.
L'intesa tra Italia e Albania sui migranti è un accordo tra due governi, deve essere attivato e, per questo, ci sarà un confronto con il Parlamento. A dirlo è la premier, Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Zagabria.

“Vedo molto nervosissimo e francamente non lo comprendo. Lo ritengo un accordo innovativo, molto intelligente e che viene guardato con molto interesse”, dichiara Meloni.

“La garanzia che offriamo con una giurisdizione che resta italiana in un territorio extra Ue” permette di utilizzare “strumenti innovativi” contro l'immigrazione illegale.

"Sono contenta che ci sia qualcuno che voglia dare una mano all’Italia e mi dispiace, invece, che venga trattato come un paria", continua la premier. “Evidentemente qualcuno non ritiene che sia di sinistra dare una mano all’Italia e accogliere i migranti. Voglio ringraziare l’Albania e il primo ministro Edi Rama”, prosegue Meloni. “Se l’accordo funziona bene può diventare un modello per altre nazioni”.

La realtà italiana a Zagabria, osserva la premier, è molto attiva: “Alcuni rappresentanti mi hanno invitato a recarmi quanto prima in Istria” e con il premier croato “Plenkovic abbiamo parlato del trattato sulla protezione delle minoranze che credo che meriti un tavolo tecnico”. “Il lavoro che queste realtà hanno svolto sia in Croazia, sia in Slovenia è per noi preziosissima. Un’occasione sarà fornita dal 2025 quando Gorizia e Nova Gorica saranno capitali europee della cultura”, aggiunge la premier.

“Ho imparato a conoscere il primo ministro Plenkovic in quest’anno e ci siamo trovati spesso d’accordo. Le relazioni sono eccellenti nonostante l’assenza di un primo ministro italiano da vent’anni e con la presenza, ora, di un primo ministro italiano potranno anche crescere”, prosegue.

“Penso al Mediterraneo, penso al tema energetico e penso che l’occasione del prossimo febbraio con il comitato interministeriale e il business forum consentirà di fare stato del nostro lavoro”, continua.

In merito allo sciopero indetto da Cgil e Uil, dice: “Non so cosa si intenda per “bullismo istituzionale”: c’è stato il pronunciamento di un’autorità indipendente in base al quale non c’erano i requisiti per uno sciopero generale. Non è qualcosa che ho deciso io, non è una norma che ho fatto io. C’è un’autorità indipendente e c’è stata la decisione del sindacato di farlo rientrare nelle prescrizioni dell’autorità indipendente”, e “il governo ha una parte marginale”. “Ho sempre rispettato i diritti dei lavoratori”, continua Meloni, per poi ricordare che “lo sciopero è stato annunciato” prima che fosse annunciata la manovra.

Per quanto riguarda il "pacchetto sicurezza", spiega: “Sono soddisfatta dell’incontro con le sigle sindacali delle forze dell’ordine: è stato lungo ma il clima è stato costruttivo”. “Abbiamo scelto di destinare al rinnovo del comparto sicurezza e difesa una parte consistente delle risorse”, aggiunge la premier. “La capacità che le forze dell’ordine hanno di lavorare nel migliore dei modi si ripercuote sulla sicurezza dei cittadini”, continua.

“Stiamo facendo uno sforzo: lo considero l’inizio di un lavoro e sono molto soddisfatta”, continua, per poi ricordare si tratta di “una serie di norme che servono a intervenire su temi propri della sicurezza, dall’accattonaggio alle occupazioni abusive, e abbiamo fatto del nostro meglio per colmare alcune lacune e consentire alle forze dell’ordine per essere tutelate nel lavoro che fanno”. “Lo Stato riconosce il valore del lavoro che stanno facendo”, continua.

In ambito europeo, la premier precisa che “non c’è un’attuale unica proposta sul nuovo Patto di stabilità, ce ne sono molte in itinere: l’Italia sta portando avanti proposte sensate alla ricerca di una soluzione sostenibile”. “Se devo impegnarmi a rispettare un patto che so di non poter rispettare il problema me lo devo porre. Non credo, tuttavia, che arriveremo lì e le posizioni che sta portando avanti l’Italia sono sensate per molti Paesi. Abbiamo cercato varie ipotesi di soluzioni ragionevoli per gli impegni che abbiamo”, continua Meloni.

“Sappiamo che il Pnrr, una volta che lo mettiamo a terra, avrà un moltiplicatore positivo, ma oggi è un impegno e una spesa”, ricorda.

Per quanto riguarda il rifiuto da parte della Segretaria del Pd, Elly Schlein, a partecipare ad Atreju, dice: “Non mi sto occupando del programma” ma “si tratta di una festa aperta per antonomasia”. “C’era un tempo nel quale Fausto Bertinotti non aveva timore a presentarsi e dialogare, pur dall’orgoglio della diversità delle posizioni, ora colgo che le posizioni sono cambiate”, continua Meloni.

“Io mi sono sempre presentata quando sono stata invitata e sono stata io ad aprire agli inviti”, aggiunge. “Ricordo diversi capi di governo della sinistra, l’attuale commissario europeo" Gentiloni, "Enrico Letta. Sarebbe una delle pochissime volte in cui una persona dice di no”, prosegue la premier.

A conclusione del colloquio con Plenkovic, Meloni ha affermato che Roma e Zagabria concordano sul fatto che si stia assistendo ad una crisi migratoria senza precedenti e che sia necessario lavorare sulla dimensione esterna: “Prima si discuteva soprattutto di come risolvere il problema una volta che è sul nostro territorio”, invece “oggi ci interroghiamo tutti insieme come si risolve il problema a monte con una diversa cooperazione con i Paesi africani”, continua la premier, sottolineando che reintrodurre i controlli alle frontiere porta problemi ai trasfrontalieri: "Si tratta di una scelta transitoria che siamo pronti a riconsiderare non appena le condizioni di sicurezza saranno più tranquille", garantisce la premier.

“Abbiamo parlato di come rafforzare una cooperazione già ottima con la Croazia, ma anche con la Slovenia, in termini di controlli alle nostre frontiere”, aggiunge. Lubjana e Zagabria devono progredire “nel processo di riunificazione” dei Balcani occidentali nell'Ue, prosegue. “L’Ue deve dare segnali concreti in tempi rapidi e c’è un importante Consiglio a dicembre”, in “cui penso che si possano dare segnali sull’apertura dei negoziati alla Bosnia Erzegovina”, continua.

Per quanto riguarda la cooperazione in ambito economico, prosegue Meloni, l'Italia “è il principale partner commerciale della Croazia”, nonché “un investitore strategico a livello bancario e finanziario”.

Roma e Zagabria, prosegue, devono collaborare sempre di più ed essere più sinergiche. “Nel mio primo anno di governo ci siamo spesso trovati d’accordo con il primo ministro: cultura, energia, difesa, un settore in cui possiamo rafforzare le nostre relazioni”, dice la premier, evidenziando che è necessario dare un mandato importante al comitato interministeriale e al business forum in programma a Zagabria nel 2024, per rafforzare il ruolo italiano e croato nell'area comune.

“Intendiamo incrementare la cooperazione proprio nel mare: economia blu, strategia, reti d’interconnessione, politica estera: vuol dire molte cose che Italia e Croazia vogliono fare insieme”, prosegue la premier.

Sono “particolarmente lieto che la presidente Meloni sia la prima premier a visitare la Croazia dopo vent’anni”, dice il premier croato Plenkovic. Con Meloni, prosegue, si è discusso della minoranza di lingua italiana. Al colloquio ha preso parte anche l'On. Furio Radin, in rappresentanza della minoranza italiana al Sabor.

“Ci sono 14 mila rappresentanti della minoranza italiana in Croazia e rappresentano un elemento importante nei nostri rapporti”, prosegue Plenkovic, per poi ringraziare Roma per il sostegno di Zagabria all'Ocse e sottolineare che Roma è il maggior partner commerciale per la Croazia, con un interscambio che lo scorso anno ha toccato i 9 miliardi di euro. "Quest’anno questo dato potrebbe essere anche migliore", prosegue Plenkovic.

Le relazioni economiche tra Italia e Croazia si basano sulla presenza delle banche italiane nell'economia croata e sull'aumento dell'interscambio commerciale. L'anno scorso. l'interscambio tra i due paesi è stato pari a 8,2 miliardi di euro, in aumento del 4,2% rispetto al 2021, e un saldo positivo di 2,7 miliardi.

L'Italia ha effettuato esportazioni per un ammontare pari a 5,4 miliardi di euro (+49,4%), mentre le importazioni hanno raggiunto i 2,7 miliardi di euro (+30,1%).

In Croazia, inoltre, ci sono circa 400 imprese italiane, ma vi sono ancora possibilità di cooperazione, specialmente nel settore dell'energia. Al momento, Zagabria sta investendo sulla differenziazione delle fonti, come con il rigassificatore Krk/Veglia, espanso di recente per dare una risposta all'aumento della domanda di gas da parte dei cittadini balcani, e sulla transizione energetica, attività che vede l'Italia coinvolta con la partecipazione nella "Valle dell'Idrogeno", nel Nord Adriatico, in cui partecipano il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU