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Peskov: "Noi vogliamo la pace, non vogliamo un cessate il fuoco per dare un respiro all’Ucraina e prepararsi a continuare la guerra".
Peskov: "Noi vogliamo la pace, non vogliamo un cessate il fuoco per dare un respiro all’Ucraina e prepararsi a continuare la guerra".
C'è il no, da parte della Russia, all'idea avanzata dal Cancelliere tedesco, Friedrich Merz, di una tregua natalizia in Ucraina.
“Noi vogliamo la pace, non vogliamo un cessate il fuoco per dare un respiro all’Ucraina e prepararsi a continuare la guerra. Noi vogliamo fermare questa guerra, raggiungere i nostri obiettivi, garantire i nostri interessi e assicurare la pace in Europa per il futuro. Questo è ciò che vogliamo”, ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in una conferenza stampa.
La posizione di Mosca, ha aggiunto Peskov, è coerente e comprensibile sia per Washington sia per Kiev: “Se tra gli ucraini è presente e inizia a dominare il desiderio di sostituire il raggiungimento di un accordo con soluzioni momentanee non vitali, difficilmente siamo pronti a parteciparvi”.
La Russia “deve capire che ci sono delle regole, questa è la strada per una pace duratura. Non basta costringere la Russia a un accordo. (…) Occorre farle accettare che nel mondo ci sono delle regole e che non può ingannare tutti”, ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando al Parlamento olandese, aggiungendo che, ultimamente, si stanno svolgendo colloqui di pace tra i “più intensi e mirati” dal 24 febbraio 2022. “Non stiamo parlando di una pausa o di una soluzione temporanea e incerta. Lavoriamo a stretto contatto con i partner per porre fine alla guerra russa contro l’Ucraina”, ha continuato Zelensky.
Nella serata di ieri, parlando allo Studio Ovale della Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che “i colloqui per portare avanti un accordo di pace tra Ucraina e Russia stanno procedendo molto bene, penso che siamo più vicini che mai ad un’intesa. Abbiamo avuto una conversazione molto positiva con i leader europei, le cose sembrano andare bene. Ho avuto un lungo colloquio con il presidente Zelensky e ho parlato con i leader di Germania, Italia, Francia, Polonia, Nato, Regno Unito e Paesi Bassi”.
“Abbiamo avuto numerosi colloqui con Putin e siamo più vicini di quanto lo siamo mai stati. In questo momento la Russia vuole fare un accordo. Stiamo facendo progressi enormi e abbiamo ricevuto un sostegno straordinario dall’Europa”, ha aggiunto il tycoon, per poi criticare Mosca e Kiev: “Il problema è che dicono di voler arrivare ad un accordo e poi all’improvviso decidono di non volerlo più, dobbiamo trovare un’intesa”.
Nel frattempo, il Belgio ha detto no alle concessioni proposte dalla Commissione Europea per lo sblocco del prestito di 210 miliardi di euro all’Ucraina finanziato attraverso gli asset di Mosca congelati. Lo fa sapere l'edizione europea di Politico, secondo cui Bruxelles, nella giornata di ieri, aveva suggerito modifiche legali alla sua proposta per avere l'ok del governo belga.
Nello specifico, prosegue Politico, l'esecutivo comunitario ha dato garanzie legali sul fatto che, indipendentemente dallo scenario che potrebbe profilarsi, il Belgio avrebbe la possibilità di attingere fino a 210 miliardi di euro, qualora Mosca dovesse attuare denunce legali o ritorsioni.
La Commissione ha anche detto che nessun finanziamento dovrebbe essere erogato a Kiev senza che i Paesi dell’Ue forniscano garanzie finanziarie utili a coprire almeno il 50% del totale del pagamento. Bruxelles vorrebbe anche intimare gli Stati membri di mettere fine ai trattati bilaterali di investimento con Mosca, per far sì che il Belgio non sia solo nell'affrontare le ritorsioni russe.
Secondo alcune fonti diplomatiche consultate da Politico, però, le rassicurazioni Ue non sono sufficienti. Questo rende quasi impossibile raggiungere un'intesa prima del prossimo Consiglio Ue, che inizierà giovedì.
Intanto, è stato istituita, dal Consiglio d'Europa, una Commissione internazionale per le richieste di risarcimento, che sarà la seconda parte di un meccanismo di risarcimento dell’Ucraina per l’aggressione da parte di Mosca. “Il Consiglio d’Europa e i suoi partner hanno sostenuto l’Ucraina nella resistenza all’aggressione su vasta scala della Russia fin dal primo giorno”, ha detto il Segretario Generale del Consiglio d'Europa, Alain Berset. “Lavorando insieme, dobbiamo ora essere pronti a sostenere l’Ucraina nel raggiungimento di una pace giusta e duratura. Il registro dei danni per l’Ucraina e la Commissione Internazionale per le richieste di risarcimento saranno gli strumenti internazionali indipendenti che si occuperanno della questione del risarcimento per la guerra della Russia”.
Il registro, attivo dal 2023, raccoglie le richieste di risarcimento presentate da individui, organizzazioni ed enti pubblici in Ucraina. Fino ad oggi, 44 Stati e l’Unione europea vi hanno aderito, e sono state ricevute più di 80 mila richieste. Più di 50 Stati interessati e l’Ue hanno collaborato alla scrittura di una convenzione del Consiglio d’Europa che istituisce la Commissione. La convenzione è aperta ad altri Stati e organismi regionali.
La Commissione analizzerà, valuterà e deciderà sulle richieste presentate al registro dei danni per l’Ucraina, determinando l’importo del risarcimento dovuto, se previsto.
La convenzione che istituisce la Commissione sarà in vigore a seguito della ratifica da parte di 25 firmatari, a condizione che siano stati garantiti fondi sufficienti per dare sostegno al lavoro iniziale.