Oggi lo sciopero dei balneari: ombrelloni chiusi per due ore, c'è chi non ha protestato

Codacons: "E' un flop". Salvini: "Se dall'Europa ci danno l'ok chiudiamo dopo 15 anni il percorso".

(Prima Pagina News)
Venerdì 09 Agosto 2024
Roma - 09 ago 2024 (Prima Pagina News)

Codacons: "E' un flop". Salvini: "Se dall'Europa ci danno l'ok chiudiamo dopo 15 anni il percorso".

E' un mini-sciopero, quello messo in atto oggi dai balneari che protestano contro le regole europee sulle concessioni. Gli ombrelloni sono stati aperti alle 09:30, due ore dopo l'inizio della mobilitazione, dopo che il governo non ha risposto all'annosa questione.

La categoria, però, si è divisa: se da una parte protestano Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti, ci sono sigle come Assobalneari, Federbalneari e Cna si sono defilate, ritenendo che la mobilitazione sia una "iniziativa spot".

Gli stabilimenti hanno affisso in bella mostra le locandine dello sciopero e gli altoparlanti hanno annunciato l'apertura degli ombrelloni alle 09:30.

Nel frattempo, il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, garantisce: "Se dall'Europa ci danno l'ok chiudiamo dopo 15 anni il percorso". Il negoziato con Bruxelles, spiega Salvini, riguarda la "prelazione per le uscite, indennizzo per chi farà altre scelte e anche una proroga" per dare modo al settore dei balneari di organizzarsi.

"Non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti italiani per le loro vacanze, riconoscendone qualità e funzionalità. Per questo migliaia di aziende associate ad Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare si asterranno dallo sciopero", hanno fatto sapere ieri i Presidenti Fabrizio Licordari e Bettina Bolla, secondo cui bisogna "sostenere la validità della mappatura fatta dal governo italiano", secondo cui il 67% delle coste è accessibile al libero mercato.

Sulla stessa posizione è il Presidente di Federbalneari, Marco Maurelli: "Lo sciopero è solo un'iniziativa spot", dice. "Con grandissima difficoltà - osserva - il governo sta cercando di mettere in ordine le idee. Serve una riforma che scongiuri una terza sentenza della Corte di Giustizia che ingesserebbe il sistema, una norma di riordino che garantisca la competitività in un quadro però di tutela del sistema turistico balneare italiano".

Il Coordinatore di Cna balneari, Cristiano Tomei, è dell'opinione che "alla protesta vada preferito il dialogo".

Secondo Antonio Capacchione, "il gioco di dividere la categoria" non è accettabile: "Sarà uno sciopero gentile. A chi non ritiene di aderire dico: scegliete un'altra iniziativa, ma non fare nulla è sbagliato", dice, per poi replicare a quelle associazioni, come il Codacons, l'Aduc e l'Unc che si sono dichiarate contrarie allo sciopero: "Chiuderemo gli ombrelloni dalle 7.30 alle 9.30, le due ore mattutine in cui di solito c'è pochissima gente. E ai pochi ospiti offriremo caffè, brioche, io in Puglia darò pane e pomodoro e frutta. Se penalizziamo gli utenti? Ma lo facciamo anche per loro. Con le gare al rialzo succederà quello che è successo a Jesolo, dove hanno tolto le spiagge ai vecchi concessionari ed è arrivato Mr.Geox che ha raddoppiato le tariffe".

"Non è uno sciopero di bandiera, è nell'interesse generale della categoria", dice il Presidente di Fiba, Maurizio Rustignoli, che ricorda che la sua Federazione, insieme al Silb, "rappresenta in Italia quasi il 90% degli operatori balneari" e stima un'adesione alla protesta per l'80%. Anche se gli ombrelloni saranno aperti in ritardo, sono comunque garantiti tutti gli altri servizi (salvamento, servizi igienici, docce, ecc.). Il tutto, accompagnato da iniziative creative, come un brindisi con calici a Rimini.

Al centro della questione c'è la procedura d'infrazione europea nei confronti di Roma, che non avrebbe ancora attivato le gare sulle concessioni, come vuole la direttiva Bolkestein. La riassegnazione deve tenersi entro quest'anno, ma non sono stati ancora resi noti i criteri, e gli enti locali si stanno attivando per preparare le procedure autonomamente.

I negoziati con la Commissione Ue non sono ancora terminati, ma ieri un portavoce di Bruxelles ha spiegato che "il parere motivato" inviato a Roma a novembre "è l'ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia Ue".

Alcune fonti del governo hanno fatto sapere che il tema sarà trattato durante uno dei prossimi Consigli dei Ministri a Palazzo Chigi. Stando al Sole 24 Ore, l'ipotesi sarebbe quella di prorogare le concessioni fino al 2030 nelle Regioni in cui la percentuale di occupazione delle spiagge sia inferiore al 25%.

Nel frattempo, la protesta ha catturato l'attenzione della stampa a livello internazionale. "Abbiamo acceso un faro", ha detto il Presidente di Fiba Confesercenti, Maurizio Rustignoli. "Era l'unico modo per farci ascoltare: abbiamo fatto una manifestazione, il 2 giugno abbiamo distribuito locandine in tutti i bagni, nessuno ci ha ascoltato. Ora invece tutta Europa ne parla", dice il Presidente del Silb, Antonio Capacchione.

''C'è una grande adesione, al di sopra delle aspettative, al momento di sensibilizzazione voluto e organizzato oggi da Fiba Confesercenti e Sib Confcommercio. I bacini balneari più importanti d'Italia, come la Romagna e la Toscana, vedono una partecipazione quasi totale, e oltre l'80% degli operatori balneari ha tenuto chiuso il servizio ombreggio sul territorio nazionale'', fa sapere Rustignoli, in una nota.

''Un'adesione che ci da' forza e coraggio nel proseguire questa battaglia giusta e doverosa per chiedere al Governo subito una legge definitiva che possa finalmente ridare certezze al comparto balneare italiano. Non chiediamo privilegi, non vogliamo eludere i principi europei, ma non siamo disponibili a far espropriare le nostre imprese. Registriamo, inoltre, con soddisfazione come i nostri clienti stiano sostenendo il nostro gesto simbolico di chiusura degli ombrelloni e condividano il nostro impegno invitandoci a proseguire con le nostre richieste.

Ci scusiamo, comunque, con i fruitori dei nostri stabilimenti balneari per eventuali disagi, ma crediamo che questo momento di attenzione sia fondamentale per garantire il futuro delle nostre imprese e dell'offerta turistica balneare italiana. Vogliamo ricordare, infatti, che in Italia oltre agli stabilimenti balneari, ci sono molte altre imprese che operano in regime concessorio: alberghi, campeggi, ristoranti, negozi, che devono poter riavere le certezze smarrite e la dignità che in questi quindici anni è andata perduta.

Prosegue, dunque, il nostro confronto con le istituzioni e aspettiamo fiduciosi il prossimo Consiglio dei Ministri che, come da fonti governative, affronterà il tema delle concessioni demaniali. Siamo certi che questo Governo saprà trovare la soluzione definitiva, per questo abbiamo sospeso le ulteriori due giornate di mobilitazione del settore del 19 e 29 agosto. Questo non significa che non ci saranno ulteriori forme di protesta, se necessario, ma al momento ribadiamo la nostra fiducia all'esecutivo'', conclude Rustignoli.

"Se il governo e il Parlamento vanno in ferie, noi chiudiamo gli ombrelloni", è lo slogan utilizzato dal concessionario dello stabilimento Belsito ad Ostia e responsabile Fibe - Confcommercio di Roma, Edoardo Moscara, che definisce la protesta di oggi come uno "sciopero gentile".

"Il governo non ci ha fatto capire cosa succederà a ottobre a 30 mila imprese italiane, sono due anni che ci dicono di aspettare, vogliamo delle risposte - dice Moscara -. Chiediamo delle regole chiare per il nostro futuro". "Noi lavoriamo da anni con un bene pubblico, paghiamo un canone deciso non da noi ma dal governo e abbiamo investito per anni nelle nostre strutture, quello che chiediamo è che ci venga riconosciuto un 'valore aziendale' se ci verrà chiesto di lasciare tutto", conclude.

Questa mattina, a Fiumicino, durante lo sciopero "per il futuro incerto delle concessioni", c'è stato un flash mob, organizzato dai rappresentanti di una decina di stabilimenti dislocati sul Lungomare, che hanno fatto suonare delle trombe in mare, richiamando l'attenzione dei bagnanti presenti.

"Non abbiamo voluto creare disagi e privare di servizi gli utenti. Nessuna apertura ritardata di due ore od ombrelloni chiusi ma un flash mob con un'uscita a mare in pattino da parte dei bagnini di salvataggio", hanno dichiarato i rappresentanti dei lidi, riuniti nella nuova Rete di Imprese del Lungomare della Salute di Fiumicino. "Abbiamo aderito con un flash mob in mare allo sciopero per focalizzare l'attenzione sul grave momento d'incertezza legislativa che coinvolge l'intero comparto dei balneari a livello nazionale. L'ossatura portante della nostra rete è costituita dagli stabilimenti storici che, da anni, danno lustro e fruibilità alle nostre spiagge con servizi di balneazione sempre più attenti alla soddisfazione finale dei clienti", ha dichiarato il Presidente, Marco Lepre.

Un “flop” lo sciopero dei balneari indetto per oggi da alcuni sindacati di categoria, con adesioni al di sotto delle attese e organizzazioni totalmente divise sulla serrata. Lo afferma il Codacons, associazione da sempre impegnata nel monitoraggio degli stabilimenti balneari.

Il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di sciopero è inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati – spiega il Codacons – Al di là delle istanze della categoria, che chiede giustamente certezze sul proprio futuro, proclamare scioperi nel bel mezzo della stagione estiva si conferma una scelta sbagliata, bocciata sia dai consumatori sia dagli stessi gestori.

E proprio in tema di stabilimenti balneari il Codacons, associazione che da anni monitora ufficialmente i listini praticati sul nostro territorio, ricorda come le tariffe di lettini, sdraio, ombrelloni, cabine, ecc. abbiano subito costanti rincari nel corso degli ultimi anni, al punto che oggi il business dei lidi produce un giro d’affari di circa 10 miliardi di euro all’anno.

In linea generale per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend in uno stabilimento standard, la spesa media in Italia si attesta tra i 32 e i 35 euro al giorno, con forti differenze sul territorio: in alcune spiagge del Lazio si va dai 20 ai 25 euro ma se ci si sposta di pochi chilometri, arrivando ad esempio a Sabaudia, servono dai 45 euro ai 65 euro, che arrivano a 90 euro a Gallipoli e toccano i 120 euro in alcune località della Sardegna.

In Toscana prezzi molto diversificati: per due lettini e un ombrellone in uno stabilimento medio si spende da un minimo di 27 euro a un massimo di 70 euro al giorno. Se poi si scelgono spiagge di “lusso”, la spesa supera i 500 euro al giorno e può arrivare a sfiorare i 700 euro. E’ il caso ad esempio del Cinque Vele Beach Club di Marina di Pescoluse (Le), dove un gazebo con due sedute in prima fila ubicato nell’area “Exclusive” arriva a costare ad agosto (se prenotato in anticipo con opzione rimborsabile) ben 696 euro al giorno. Servono 600 euro per una tenda araba presso il “Twiga” di Forte dei Marmi (con sofa, 2 letti king size, 2 lettini standard, 1 sedia regista e 1 tavolino).

Per una giornata al mare nella spiaggia del prestigioso Hotel Excelsior del Lido di Venezia, la spesa per una capanna in prima fila è di 515 euro (con 2 sdraio, 2 lettini, lenzuolo, cuscino, asciugamano, tavolo, armadio, specchio, attaccapanni). Poco meno al beach club dell’Augustus Hotel di Forte dei Marmi, 500 euro per una tenda in prima fila. Stessa spesa al Nikki Beach Costa Smeralda: per l’Iconic Beach bed servono 270 euro, ma occorre aggiungere una consumazione minima da 230 euro per vino o champagne, per un totale appunto di 500 euro al giorno.


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