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Errani e Paolini in finale nel tennis doppio femminile, Stefano Oppo e Gabriel Soares d'argento nel doppio pesi leggeri maschile. Tennis: Alcaraz è il primo finalista, fuori Auger-Aliassime. Carini: "Dico ciao alla boxe".
Errani e Paolini in finale nel tennis doppio femminile, Stefano Oppo e Gabriel Soares d'argento nel doppio pesi leggeri maschile. Tennis: Alcaraz è il primo finalista, fuori Auger-Aliassime. Carini: "Dico ciao alla boxe".
Continuano le buone notizie per l'Italia ai Giochi Olimpici di Parigi: dopo i due bellissimi ori di ieri, conquistati da Alice Bellandi nel Judo e Giovanni De Gennaro nel kayak, arriva un altro argento, quello di Stefano Oppo e Gabriel Soares nel doppio pesi leggeri maschile, mentre per quanto riguarda il tennis, il duo Sara Errani-Jasmine Paolini, a 100 anni dall'ultima volta, avvenuta proprio a Parigi, regala all'Italia una medaglia nel tennis tra l'oro e l'argento, volando in finale nel doppio femminile.
Questa sera alle 19, Lorenzo Musetti affronterà in semifinale il campione serbo, ex numero 1 del mondo, Novak Djokovic, e Nicolò Renna e Marta Marsaglia tenteranno il tutto per tutto per agguantare una medaglia nel windsurf maschile e femminile.
Purtroppo, però, l'Italia deve registrare anche alcune delusioni, a cominciare dai tuffi, con Giovanni Tocci e Lorenzo Marsaglia che, nonostante la buona prova, sono arrivati quarti nella finale del trampolino 3 metri sincronizzato maschile, per poi passare al tiro con l'arco a squadre miste, dove Mauro Nespoli e Chiara Rebagliati sono stati sconfitti ai quarti dai coreani Kim Woojin e Lim Sihyeon per 6-2 e, di conseguenza, eliminati.
Grandissima delusione da parte degli azzurri della spada a squadre maschile: i campioni del mondo in carica Davide Di Veroli, Federico Vismara, Andrea Santarelli e Gabriele Cimini sono stati sconfitti in rimonta dalla Repubblica Ceca per 43-38, dopo un largo vantaggio fino al termine della seconda serie.
Intanto, Carlos Alcaraz è il primo finalista del torneo di tennis: in semifinale, lo spagnolo ha battuto il canadese Felix Auger-Aliassime in due set, terminati entrambi sul 6-1.
“Quanto è stato complicato mettersi alle spalle la delusione dei 1.500? E’ stato difficile, ho passato 24 ore brutte, non voglio esagerare, i problemi nella vita sono altri. A caldo ci si lascia sempre un po’ andare, sembravo delusa, in realtà ho fatto una gara buona con uno dei miei tempi migliori, non ho grossi rimpianti le altre sono state più forti, bisogna accettarlo. E sport anche questo”. Lo ha detto la nuotatrice Simona Quadarella, ai microfoni di RaiSport, dopo aver ottenuto il pass per la finale negli 800 metri.
“Bisogna analizzare bene le cose. Sicuramente non sono ‘vecchia’ per questo sport, ho altre opportunità anche se questa era tra le più importanti, non sarà una medaglia mamcata a cancellare tutto, o almeno spero”, ha continuato l'azzurra.
“Per me è stato un sogno far parte del due di coppia pesi leggeri. Li seguivo sin da piccolo e, quando gareggiavano a Rio, sognavo di salire su quella barca plurimedagliata. Era tostissimo salire su questo doppio così vincente. Ho vinto il Mondiale in singolo, ho fatto tante prove e mi sono aggrappato a un sogno che oggi è diventato realtà. Dalla convivenza con Stefano ho guadagnato l’esperienza, la serenità e questo argento. Non c’è rammarico, l’Irlanda ha avuto una grande giornata: questo argento vale oro”. E' quanto ha dichiarato Gabriel Soares, dopo aver conquistato, insieme a Stefano Oppo la medaglia d'argento nel due di coppia pesi leggeri alle Olimpiadi di Parigi 2024.
“A Los Angeles non ci sarà più questa barca, però non è detto che non ci saremo più noi. Ci sarà il beach sprint", cioè il canottaggio in mare, "ci saranno i senior e quindi essendo dei buoni pesi leggeri abbiamo tutte le qualità per fare queste discipline”, ha concluso Soares.
L'Olimpiade “diventa vittima di manifestazioni pseudo-liberali che rasentano la perversione”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando l'incontro di pugilato tra Angela Carini e Imane Khelif. “Non abbiamo assistito all’incontro e francamente non abbiamo alcun desiderio di farlo”, ha precisato Peskov, citato dall'agenzia di stampa russa Tass, rammaricandosi perché “il movimento olimpico internazionale viene notevolmente svalutato e diventa vittima di queste manifestazioni pseudo-liberali, che talvolta rasentano la perversione. Naturalmente preferiremmo ancora vedere il buon vecchio Comitato Olimpico Internazionale con le buone vecchie idee dell’olimpismo e la classica visione del mondo olimpico, in cui anche gli atleti russi occupavano un posto importante. Ma sfortunatamente questi tempi sono già passati”.
La velocista azzurra Zaynab Dosso ha terminato al terzo posto la seconda batteria dei 100 metri, concludendo la gara in 11″30 e arrivando in semifinale, alle spalle di Alfred (Saint Lucia), al primo posto con 10″95 e alla neozelandese Hobbs (seconda con un tempo di 11″08).
Secondo quanto fa sapere Palazzo Chigi in una nota, la premier Giorgia Meloni ha incontrato stamani il Presidente del Cio, Thomas Bach. Al centro dell'incontro, l'andamento dei Giochi parigini, la preparazione delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 e il caso del match di pugilato tra Angela Carini e Imane Khelif. Meloni e Bach hanno stabilito che il Governo e il Cio si terranno in contatto per capire come fronteggiare la questione in futuro.
L'incontro tra Meloni e Bach “era fissato già prima che succedesse l’affaire-Khelif, questo è poco ma sicuro. Come sapete, il presidente del Consiglio ha voluto incontrare anche l’atleta. Il tema nella sua stranezza è molto chiaro, purtroppo. Ci sono dei soggetti che nella vita fanno i medici, anzi gli scienziati, che attestano parametri e valori. E in questo senso fino all’ultimo, malgrado le nostre richieste di avere certezze e garanzie, sia per l’incolumità dell’atleta che per la regolarità della competizione, hanno confermato di stare in questi parametri. Capisco benissimo tutti quelli che sono i sentimenti da parte di persone magari non troppo addette ai lavori e al tempo stesso (Khelif, ndr) è un’atleta che da dieci anni fa pugilato e anche nelle precedenti olimpiadi”. Lo ha dichiarato il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine della gara di canottaggio alle Olimpiadi di Parigi, in merito all'incontro di boxe di ieri tra Angela Carini e Imane Khelif.
“Ripeto ulteriormente che la pugile algerina è nata donna ed è registrata come donna, ha il passaporto di una donna. Non si tratta di un caso transgender, c’è stata un po’ di confusione su questa tematica”. Così il portavoce del Cio, Mark Adams, nel corso di un briefing con la stampa al Main Press Centre di Parigi 2024, in merito al caso Carini-Kheif.
Addio al tennis ironico, da parte del campione inglese Andy Murray, oro nel singolare a Londra 2012: “Non mi è mai piaciuto il tennis”, ha scritto il tennista su X, dopo essere stato eliminato, nella serata di ieri, dal torneo di doppio maschile dalla coppia statunitense Taylor Fritz-Tommy Paul.
Delusione per l'Italia nel beach volley: il duo maschile composto da Alex Ranghieri e Adrian Carambula è stato sconfitto dai fratelli cileni Marco ed Esteban Grimalt per 25-15 e 23-21. Il duo azzurro ha sprecato due set point durante il secondo parziale.
Il caso Carini-Khelif è un “tema ultradelicato. L’algerina è nata con un tasso di testosterone più alto della media ed è come le persone che hanno un ematocrito alto di natura, magari sfiorano il doping e allora l’unica regola possibile resta che quando rientrano nei parametri fissati dalla scienza possono competere“. Così, in un'intervista rilasciata a "La Stampa", l'ex nuotatrice e campionessa olimpica Federica Pellegrini, a Parigi in qualità di membro del Cio.
“Io – ha spiegato Pellegrini – sono inclusiva sempre e a prescindere, nello sport però esiste la fisiologia ovvero il come ci presentiamo non il come siamo o come ci sentiamo ed esistono delle regole. Siamo tutti socialmente aperti e io sono felice se una persona trans decide di cambiare genere perché significa che ha trovato il proprio benessere, ma poi non credo che sia lecito vedere chi decide per una transizione da uomo o donna rientrare nella categoria sportiva femminile. I tempi di un effettivo cambio ormonale e di forza e di potenza sono troppo lunghi e non sono compatibili con la competizione. Per troppo tempo non ci sarebbe equità, ma Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c’è tema di protesta”.
Sulla Carini, ha rivelato: “Le ho parlato la sera prima del combattimento. Le ho detto: ‘Mi spiace tu sia costretta a gareggiare nel caos’. Lei era motivata, ripeteva ‘sono pronta, ce la metto tutta’. È un’atleta, reagisce in questa modalità, ma Angela non poteva essere serena, non era nelle condizioni per concentrarsi sulla sua boxe. Così come l’avversaria, che si è ritrovata definita in qualsiasi modo. La caccia alla streghe non si sopporta e mi fa vomitare“.
“Non me la sono più sentita di combattere dopo meno di un minuto. Ho preso un colpo al naso e ho perso l’equilibrio, non respiravo e quindi ho detto basta”. Lo ha dichiarato, in un'intervista rilasciata al quotidiano "La Stampa", la pugile azzurra Angela Carini, che ieri si è ritirata dall'incontro con l'algerina Imane Khelif dopo 45 secondi.
“Ho voluto salire sul ring. Pensavo a mio padre, che per me è un esempio di vita, e agli sforzi che ho fatto per essere qui. Questa per me era la mia Olimpiade e volevo percorrere l’ultimo chilometro”, ha raccontato l'azzurra. “Mio padre e Dio hanno scelto questo percorso, per quanto mi riguarda rispetto tutte le avversarie”, ha aggiunto.
Sulla Khelif ha detto: “Non sono nessuno per poter giudicare. Non sono nessuno per prendere una decisione. Se questa ragazza è qui ci sarà un motivo. Io ho combattuto e sono salita sul ring, come è giusto che facessi” e “non ho mai protestato. Non ho mai detto una parola. Mi adeguo alle regole, non decido io. Ho semplicemente detto che va bene e qualsiasi cosa succede c’è mio padre con me. Mio padre ha voluto questo, lo faccio. Dio ha voluto questo, lo faccio. Va bene così”.
Dopo il verdetto, l'azzurra non ha salutato la rivale: “Ho sbagliato, sono scesa dal ring per rabbia, ma non verso la mia avversaria”. La resa, ha spiegato, è arrivata perché “i suoi colpi sono molto forti”. E di pugni come quelli non ne aveva mai subiti prima: “No, sinceramente no. Ho preso molti colpi. Sono una combattente e una che davanti al dolore non si ferma mai”.
“Non c’è stata nessuna irregolarità” ma anche “con tutta la mia determinazione e caparbietà, non sono riuscita ad andare avanti”, ha evidenziato. Dopo l'incontro, ha spiegato ancora, “mi fa malissimo il naso. Ho il cuore a pezzi. Io sono una combattente, mio padre mi ha insegnato a essere una guerriera. Salgo sul ring con il sangue agli occhi”. In questo caso però “mi sono chiesta: chi sto affrontando? Poi però non tocca a me decidere. Mi dispiace anche per lei, siamo finite in un boom mediatico. Chi siamo noi per giudicare? Per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Noi siamo atlete, non siamo giudici”. E “per me non è una sconfitta. Io non ho perso, mi sono solo arresa con maturità”. “Esco a testa alta” e ora “dico ciao alla boxe”, ha concluso Carini.