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Il 21 ottobre presso la sede di Aics (e on-line) nell’ambito della XVI edizione del “Festival della Diplomazia”.
Il 21 ottobre presso la sede di Aics (e on-line) nell’ambito della XVI edizione del “Festival della Diplomazia”.
Sono oltre 27mila gli operatori che lavorano nelle organizzazioni italiane della società civile (OSC), impegnati in progetti di emergenza e di sviluppo. Si tratta, nello specifico, di 4.807 risorse attive in Italia e 22.277 all’estero (56% uomini, 44% donne). A questi numeri, raccolti dal portale “Open Cooperazione”, si aggiungono poi alcune migliaia di funzionari italiani al servizio di agenzie, organizzazioni internazionali, associazioni di volontariato. Un patrimonio di professionalità cui l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), in collaborazione con la Farnesina e Info-Cooperazione.it, dedica una iniziativa ad hoc il prossimo 21 ottobre, nell’ambito della XVI edizione del “Festival della Diplomazia”.
“L’evento, che abbiamo voluto intitolare “Professione Cooperante”, intende valorizzare competenze, percorsi e opportunità concrete per chi sceglie di dedicarsi alla cooperazione internazionale. È fondamentale che i giovani siano a conoscenza dei profili più richiesti e del contributo concreto che possono offrire allo sviluppo sostenibile e alla tutela dei diritti umani”, afferma il Direttore di AICS, Marco Riccardo Rusconi.
Nel corso dell’iniziativa, oltre al Direttore di AICS, sono previsti gli interventi di Susanna Schlein (Unità per le strategie e i processi globali multilaterali della cooperazione allo sviluppo, MAECI), Cristina Franchini (UNHCR Italia), Guido Zolezzi (Università di Trento), Lucia De Smaele (Focsiv), Riccardo Sansone (Oxfam Italia) e Federico Bastia (PuntoSud).
Ad introdurli sarà Elias Gerovasi (Info-Cooperazione.it) che presenterà i dati sul fabbisogno di profili professionali nel settore, soffermandosi su formazione, opportunità e criticità attuali. “Secondo l'analisi di oltre 2.000 annunci pubblicati sul nostro sito nel 2024 dalle OSC italiane in 77 Paesi del mondo, i profili più richiesti sono il Project e Program Manager (30,7%), le figure amministrative (17,5%) e il Capo missione/Rappresentante Paese (7,9%). Insomma, nonostante le difficoltà che affronta il settore, le opportunità non mancano, anche nelle fasi iniziali dei percorsi lavorativi”, spiega Gerovasi.
"Con questa iniziativa vogliamo sottolineare che quello del cooperante è un percorso professionale che richiede competenze specifiche, studio e dedizione. Il volontariato rappresenta spesso una tappa qualificante di questo percorso, perché consente di maturare esperienze, conoscenze e sensibilità indispensabili per operare in contesti complessi. Affinché tale percorso sia completo ed efficace, è essenziale, quindi, che università, istituzioni e organizzazioni dialoghino e collaborino in modo continuo, per garantire una cooperazione italiana sempre più qualificata, efficace e inclusiva”, aggiunge Rusconi.
L’evento è aperto a tutte le Università italiane in modalità remota (registrandosi sul sito https://events.teams.microsoft.com/event/3dcbfa04-8210-452d-8e45-76d578a3e562@7c3e366d-2840-4975-a16c-70ac4836744c), grazie alla collaborazione con il CUCS (Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo) che, sotto l’egida della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), mira a rafforzare il ruolo degli Atenei nella cooperazione internazionale e nello sviluppo sostenibile.
Nel pomeriggio è prevista un’esercitazione in presenza, curata dall’Unità Aiuto umanitario e fragilità di AICS, riservata ad una selezione di studenti delle Università “La Sapienza” (coordinati dal prof. Marco Cilento) e “Roma Tre” (coordinati dal prof. Lorenzo Benaduci). Circa cinquanta laureandi si cimenteranno nell’analisi di un caso di studio, pensato per sviluppare le capacità di lavorare in gruppo, affrontare e risolvere problemi in modo efficace e affinare visioni critiche.