La sconfitta di Letta non riguarda solo lui. Proverò a difenderlo

Dopo i risultati deludenti del PD alle elezioni politiche del 25 settembre il giornalista della RAI propone di azzerare tutto, fermarsi per un giro e rimpostare il futuro. Analisi dura contro gli eredi di Sturzo.

di Gregorio Corigliano
Giovedì 29 Settembre 2022
Roma - 29 set 2022 (Prima Pagina News)

Dopo i risultati deludenti del PD alle elezioni politiche del 25 settembre il giornalista della RAI propone di azzerare tutto, fermarsi per un giro e rimpostare il futuro. Analisi dura contro gli eredi di Sturzo.

Perchè “crucifige” Letta? Bisognerebbe, invece, ringraziarlo poichè, ha accettato, chiamato, di lasciare Science Po a Parigi e caricarsi di un fardello assai pesante che si chiamava e, ancora per un po’, si chiama partito democratico, dopo la sciagurata gestione di Zingaretti, che aveva fatto presagire quello che sarebbe successo anche il 25 settembre.

Dovrebbe essere scontato che non perde mai una sola persona, ma un intero gruppo dirigente.

In Italia, però, è sempre così: quando un albero cade c’è l’invito a farne legna, mai a tentare di ripiantarlo. Tutti a crocifiggere quello che, per aver accettato di assumere, il ruolo di segretario, ha perso vergognosamente, non per lui, la battaglia: un asino che si carica sulle spalle una tal soma, è evidente che non possa farcela.

E Letta, certo non è un asino. Io l’ho conosciuto in Calabria, con l’allora leader della componente Mario Maiolo: riflessivo, analista perfetto, convincente, ma… senza fascino alcuno. Diciamo la verità. L’uomo è fatto così. Prendere o lasciare.

Anche in politica serve la comunicazione del viso, il fascino delle parole, l’eleganza e lo stile nel portamento. Una volta non era così. Basti pensare a De Gasperi, Fanfani. Una delle ultime fotografie di Moro, vivo, è stata, in vestito, in agosto sulla spiaggia di Terracina.

Ve lo immaginate Moro in jeans? Oggi non è più così: devi sorridere, accalappiare le facce, essere empatico.

E Letta, pur molto bravo, avrebbe potuto fare solo la “spalla di Prodi”. Cosa che ha fatto ed anche bene. Come Rosy Bindi. Mia amica, conosciuta a Roma, ai tempi dell’Usigrai, era simpaticissima, ma non avrebbe potuto mai fare il segretario del Pd.

Preparata, intuitiva, ma non carismatica. Pur con i difetti connaturati, ma col suo modo di fare, invece, Prodi ha convinto pur al cospetto del leader dei nani e ballerine- come categoria - Berlusconi. Pur senza paragoni possibili. Prodi ha vinto due volte sul cavaliere.

Volete mettere Elly Schlein, oggi, al confronto col grigio Nardella, il più renziano dei renziani, che ha fatto il gesto dell’ombrello al suo antico leader? Serve la sostanza, certo, ma la forma non è punto secondaria. Schlein, però, potrebbe vincere in un solo caso se si torna al passato, forse.

Posto che da tutti i più autorevoli commentatori politici, anche ora, è stato detto che il partito del PD non è mai nato, si è sempre andati avanti, a partire da Veltroni, a fusione fredda, perchè i democratici non tornano al passato?

Divisi, ma in coalizione. Margherita (o meglio Partito popolare di Marini) E Ds dall’altro. Così, forse, la smetteranno di dire, gli uni, che la colpa è dei cattolici democratici, gli altri che è degli ex comunisti.  Forse, finiranno con proliferare partiti e partitini che si vogliono rifare alla vecchia Dc.

Oggi più che mai che il berlusconismo è morto (tranne che in Calabria per fratellanti motivi), i mastelliani sono allo zero virgola, ccd, cdu partiti della famiglia ecc. sono stai cancellati. E dall’altro le varie unioni che si richiamano ai comunisti, alle sinistre, ai sovranisti popolari.

Forse, senza forse, si potrebbe semplificare anche il quadro politico. Potrebbero chiudere i battenti anche i cinquestelle che si dicono progressisti ma non comunisti.  L’”ut unum sint” di Papa Giovanni, si sposta di vent’anni, almeno. Si torna al passato. Provare per provare! Se tanto mi dà tanto.

Non hanno colpa Franceschini (Margherita-ppi) Orlando, che gestiva la sede dei Ds in Liguria, come Fernuccio Carpino a Cosenza, Guerini che pendeva e dipendeva dalle labbra di Renzi, senza mai seguirlo in Italia viva, Marcucci, ha finito di toscaneggiare e di pendere a parole dalle labbra del senatore di Firenze.

E la colpa è solo di Letta? Certo il front- man ha voluto la biciletta, adesso pedalerà sugli Champs Elisee, se sciences Po, avrà posto.

Gli altri avranno una università straniera e solo straniera, pronto ad accoglierli? Così i nuovi Ds acchiapperanno i voti dei territori, delle periferie, apriranno circoli e sedi mai nati col pd, si occuperanno dei poveri cristi, senza reddito di cittadinanza, del verde, dell’ambiente. 

E i popolar margheritiani si riavvicineranno alla Chiesa, coinvolgeranno i giovani posto che i c.d.partiti della famiglia (con tre mogli e figli diversi) non esistono più.

E visto che del Pd, in Chiesa chi si mai è visto? Sarà che la Schlein avrà difficolta, pur bravissima, ed in assenza della Cirinnà, ad assurgere ad un ruolo di primus inter pares.  Andrebbe bene, ma dopo.

Si troverà un Martinazzoli o meglio ancora un Giovanni Bianchi o, sul piano regionale, un Ernesto Funaro jr.?  Renzi e Calenda non dovrebbero star più alla finestra! Prima “il reset” poi si riparte, altro che affollamento di candidature, come sta accadendo oggi, visto che la contaminazione tra ppi e ds non c’è mai stata nei fatti.

Avete mai assistito ad un dibattito, in piazze vere o virtuali, in cui si è mai detto Pd, forza politica voluta da riformisti, socialisti, comunisti, uomini di sinistra e anche cattolici democratici? Mai! Gli eredi di Sturzo, mai citati, Si provi a ripartire, con nuova lena, nuovo spirito, nuovo impegno vero.

Senza affidarsi “al collegio sicuro” che ha salvato in tanti, che forse non avrebbero meritato.  Il tempo c’è, a questo punto, e sarà galantuomo come sempre. 


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