Pratiche di Buona Sanità: a Bologna l’esempio di “Casa Emilia”, un aiuto per migliaia di meridionali

L’accoglienza è gratuita ed è accompagnata dall’offerta di un supporto psicologico, analogamente gratuito, sia per i pazienti sia per i familiari. Storia di una eccellenza. Seconda Parte.

di Franco Bartucci
Mercoledì 03 Luglio 2024
Bologna - 03 lug 2024 (Prima Pagina News)

L’accoglienza è gratuita ed è accompagnata dall’offerta di un supporto psicologico, analogamente gratuito, sia per i pazienti sia per i familiari. Storia di una eccellenza. Seconda Parte.

I miracoli di Casa Emilia - Accadono anche queste cose a Casa Emilia di ritrovarsi e festeggiare le guarigioni dello persone stando insieme o sul terrazzo o nella sala delle riunioni. Si fa festa e ci si ritrova parlando del proprio stato di salute, ma anche dei problemi della vita che pur arrivano attraverso la lettura dei giornali o guardando la televisione; ma a predominare sono sempre le problematiche che riguardano il proprio stato di salute che diventano rassicuranti nello scambio delle esperienze e conoscenze attraverso i legami profondi con gli altri pazienti e i volontari, siano essi psicologi, assistenti sociali o maestri di arte e di cultura.

Poi accadono cose incredibili come un incontro tra due uomini di una certa età, calabresi, uno di Cosenza e l’altro di Rende, che si guardano ed avvertono reciprocamente sensazioni strane di una lontana conoscenza. Sono trascorsi oltre cinquant’anni senza mai vedersi ed incontrarsi con il ricordo di essersi conosciuti e frequentati per un periodo di sei mesi di lavoro presso l’Aima di Cosenza, in via Montesanto, un istituto che si occupava delle pratiche di integrazione dell’olio. L’incontro casuale, grazie all’ospitalità di casa Emilia, ha ricomposto un rapporto di conoscenza ed amicizia facendo crescere la consapevolezza di avere un amico in più nei ricordi esistenziali della propria vita.

Lo stare insieme porta a vincere nella vita qualsiasi ostacolo facendosi ritrovare anche per condividere, nei limiti delle proprie disponibilità economiche finanziarie, l’impegno che hanno messo i dirigenti della Fondazione Policlinico Sant’Orsola nel tenere aperta e funzionale le finalità e gli obiettivi di Casa Emilia, ricordando che il progetto ha un costo per ogni alloggio pari a 1.800 euro/mese, corrispondenti a 410.000 euro/anno, che comprendono: affitto, utenze, reception 24 ore su 24, 7 giorni su sette, pulizia e sanificazione, cambio settimanale della biancheria, sostegno psicologico con psicologo per due gruppi di mutuo aiuto ogni 15 giorni per i pazienti e per i familiari.

Sappiamo per quanto ci è stato detto che dalle donazioni degli ospiti arriva per ora la copertura soltanto del 18%. Ciò che manca viene raccolto dalla Fondazione Sant’Orsola attraverso bandi e, soprattutto, donazioni di cittadini ed imprese che vogliono far vivere quest’esperienza di accoglienza. Ad esempio, molto bella è la maratona di Bologna che annualmente si svolge su una distanza di 40 km che accoglie una sezione denominata “Run 5000” per una lunghezza di 5 km riservata alle associazioni “no profit” finalizzata a raccogliere fondi e Casa Emilia ha partecipato con un proprio gruppo composto da degenti, familiari, assistenti sociali e conoscenti. In questo caso ha detto bene mia figlia che mi ha fatto notare qualcosa di importante: “E’ la volontà di persone altruiste che si mette in gioco, di gente che pone alla base l’amore verso gli altri, verso il prossimo”.

Le nubi all’orizzonte a causa di una legge inumana di fresca approvazione - Questa volta la visita di controllo al Sant’Orsola con la permanenza di tre giorni a Casa Emilia si è chiusa con l’imbarazzante legge approvata sull’autonomia differenziata, voluta e cercata dai parlamentari leghisti, che come hanno scritto e dichiarato i Vescovi italiani ed illustri studiosi ed esperti, spaccherà l’Italia in due con un Sud fortemente penalizzato soprattutto in materia sanitaria. Una legge insensata, frutto dell’egoismo umano che nega il rispetto della dignità della persona e il diritto a dare spazio ai valori umani per una vita serena, fraterna e pacifica, così come le guerre decise in Ucraina da Putin ed Hamas in Palestina, a seguito del massacro compiuto il 7 ottobre 2023 in Israele ai confini della striscia di Gaza, che stanno causando innumerevoli massacri e morti con distruzione del territorio.

Con questi pensieri e preoccupazioni che toccavano la mia sensibilità quella sera del 19 giugno ci si è trovati sul terrazzo di Casa Emilia comunitariamente, degenti, familiari ed assistenti, per festeggiare e provare anche ballando la gioia dello stare insieme discutendo soprattutto della campagna di Unicredit “Dono di squadra”, finalizzata a distribuire 100.000 Euro dal fondo Carta Etica  tra le organizzazioni “Non Profit”, i cui progetti ricevono contributi di sostegno, a cui la Fondazione Sant’Orsola tiene moltissimo per continuare a mantenere viva l’esperienza fortemente umana di Casa Emilia.

Una strana situazione si era creata in quei momenti:  si era felici nello stare insieme, pur provenienti da diverse regioni italiane con prevalenza del Sud Italia, discutendo serenamente anche del più e del meno, ma con fraterna amicizia, facendomi apparire tutto quello che proveniva dall’esterno, una immagine puerile e meschina, senza individuare in essa alcun sentore di espressione umanitaria, che viceversa il motto di Casa Emilia “Insieme La Vita Vince” ci rasserenava e ci dava coraggio a lottare per far sì che il popolo italiano acquisisca la sua consapevolezza responsabile di cercare in termini di valori “Tutto quello che unisce” e respingere con forza “tutto quello che divide”, che porta all’egoismo, alle guerre ed alle morti violente.

Un tam-tam mediatico che toglie il sonno ai familiari degli ammalati e non solo - Da tre giorni ci troviamo nella nostra casa di Cosenza e la cronaca di questi giorni, attraverso i media, ci portano notizie non rassicuranti sul nostro futuro soprattutto sanitario. Il Presidente nazionale di UNIMPRESA Sanità, Giancarlo Greco, invia al Presidente Mattarella un messaggio mettendo in evidenza che la legge sull’autonomia non è altro che “una condanna all’emigrazione sanitaria”. Son trascorsi tre giorni e l’attesa adesso è alla emanazione dei cosiddetti Lep (Livelli essenziali di prestazioni) che ne dovranno regolamentare la materia. Con ciò “significa – ha precisato il presidente Greco - che le regioni amministrate meglio negli anni, quelle in cui la politica ha speso bene e con lungimiranza le risorse in sanità, avranno un grande vantaggio. Le regioni che, al contrario, sono state saccheggiate dalla politica   clientelare, dove si è mercanteggiato per anni il voto di scambio sulla pelle dei pazienti e nelle corsie di ospedale, le stesse che hanno visto via via distruggere il servizio sanitario, riceveranno meno dallo Stato centrale".

Non di meno allarmanti appaiono i titoli dei giornali in materia, come “La Repubblica” di domenica 23 giugno, che afferma: “Sanità lacerata”; “L’Autonomia fa male alla Sanità si allarga la faglia tra Sud e Nord”. Addirittura il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha pure dichiarato: “Abbiamo bisogno di un’Italia unita e più forte. Sarebbe necessario, per esempio, nazionalizzare la sanità”.  Di fronte a questo scempio recuperiamo il valore dellinnocenza degli ammalati, come dei bambini, liberandosi delle varie scorie materiali e immateriali, appoggiandoci e lottando perché il motto di Casa Emilia “Insieme La Vita Vince” sia di richiamo a realizzare l’unità del Paese non con la legge sull’autonomia differenziata, che va abrogata tramite referendum, ma con il valore della Sussidiarietà condivisa e solidale che la stessa Costituzione Italiana prevede.


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