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Male anche le altre Borse europee, e Wall Street, crolla Tokyo.
Male anche le altre Borse europee, e Wall Street, crolla Tokyo.
E' venerdì nero per le Borse, che registrano risultati più che negativi: a Milano, il Ftse Mib chiude la settimana con un tracollo del 2,55%, male anche Francoforte (-2,33%), Parigi (-1,61%) e Londra (-1,31%).
Tutte le piazze hanno affrontato sedute pesantissime, ma la peggiore è quella di Zurigo che, chiusa ieri per festività, ha perso il 3,59%. L'indice Stoxx50 perde il 2,67%, mentre, per quanto riguarda gli indici di settore, lo Stoxx 600 Tecnologia subisce un vero e proprio tracollo, segnando -6%, seguito dallo Stoxx Servizi Finanziari, che perde il 5,2%, e dalle banche, che segnano -4,3%.
Per quanto riguarda Milano, l'indice Ftse Mib si attesta sui 32.018 punti (-2,55%), in linea rispetto alle altre Piazze d'Europa. Il listino è letteralmente assalito dalle vendite: sono pochissimi i titoli che si salvano, specialmente nel settore del gas. Il titolo peggiore è Azimut (-6,12%), seguito da Unicredit (-5%) e Intesa (-4,4%) e da quelli della tecnologia e della telefonia, come St (-5,77%) e Tim (-5,07%). Male anche il settore industriale, con Leonardo che perde il 3,7% e Stellantis (-3,5%).
Nel giro di due giorni, Piazza Affari ha bruciato 39,6 miliardi di capitalizzazioni (17,8 oggi e 21,8 ieri), a causa delle paure legate ad una possibile battuta d'arresto dell'economia mondiale, specialmente di quella americana, e delle voci su una tassa sugli extraprofitti delle banche.
Chiusura in rialzo per lo Spread tra Btp e Bund, che si attesta sui 145,9 punti, oltre 4 in più rispetto all'apertura (141 punti).
Giornata nera anche per Wall Street: l'indice Nasdaq lascia sul terreno più del 3%, mentre il Dow Jones segna -1,47% a 39.749,38 punti, il Nasdaq subisce un tracollo del 3,27% a 16.630,85 punti e l'indice S&P perde il 2,28%, attestandosi a quota 5.321,18 punti. A condizionare la Borsa è l'andamento del mercato del lavoro Usa, che sembra confermare il ritardo della Fed sul taglio dei tassi.
Male Amazon, che subisce un tracollo del 10% e brucia capitalizzazioni per 197 miliardi di dollari, ma la maglia nera va a Intel, che crolla del 27%, ottenendo il peggiore risultato almeno dal 1982.
"I dati di oggi fanno temere che le banche centrali non si siano mosse abbastanza velocemente per tagliare i tassi, spingendo il mercato del lavoro in una spirale negativa", ha commentato un gestore.
"La cosa assurda è che ciò che sta accadendo sui mercati in reazione ai dati statunitensi è esattamente ciò che Powell aveva segnalato mercoledì. Con il senno di poi, mercoledì è stato il giorno in cui si è verificato il cambio di rotta e questo è ciò che stanno pesando i mercati in questo momento. La questione di un taglio di 50 punti base a settembre potrebbe rapidamente diventare un problema reale", ha commentato un analista di Ig.
"Il rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti - è il commento di un altro analista - ha deluso su quasi tutti i fronti, riaccendendo le preoccupazioni su una potenziale recessione e sostenendo la Federal Reserve ad iniziare a tagliare i tassi a settembre. Considerato insieme all'aumento delle richieste di disoccupazione, la contrazione dell'indagine sulle assunzioni nel settore manifatturiero e il rapporto sui posti di lavoro di luglio, è estremamente probabile che la Fed inizierà a tagliare i tassi di interesse il mese prossimo e si prevede che potrebbe doverlo fare in modo più aggressivo di quanto precedentemente previsto".
Malissimo anche la Borsa di Tokyo, condizionata dall'andamento degli indici di Wall Street, dai rinnovati timori per l'economia Usa e dall'aumento del valore dello yen: l'indice Nikkei perde il 5,81% a 35.909,70 punti, il secondo peggior calo della sua storia dopo quello del 1987.