Conflitti d'interesse nelle Commissioni Cinema del MiC: il sistema sotto esame

 Produttori, critici e organizzatori culturali tra i membri delle commissioni incaricate di assegnare fondi pubblici al settore audiovisivo. Crescono le preoccupazioni per possibili incompatibilità e mancanza di trasparenza.

(Prima Pagina News)
Giovedì 22 Maggio 2025
Roma - 22 mag 2025 (Prima Pagina News)

 Produttori, critici e organizzatori culturali tra i membri delle commissioni incaricate di assegnare fondi pubblici al settore audiovisivo. Crescono le preoccupazioni per possibili incompatibilità e mancanza di trasparenza.

Le Commissioni Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (MiC) sono state recentemente al centro di polemiche riguardanti potenziali conflitti d'interesse tra i loro membri. Nonostante le normative vigenti impongano dichiarazioni di assenza di incompatibilità, diverse nomine hanno sollevato dubbi sulla trasparenza e sull'imparzialità delle decisioni relative all'assegnazione dei fondi pubblici.

Tra i casi più discussi, quello di Rossana Rummo, presidente della Commissione Promozione, che è anche membro del Consiglio di Amministrazione dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), beneficiario di un contributo  di 80.000 euro dalla stessa commissione del Mic nel 2024.

Anche la presenza di produttori come Riccardo Tozzi e Tilde Corsi nella Commissione Promozione ha destato preoccupazioni, considerando che le loro società potrebbero beneficiare indirettamente delle decisioni prese dalla commissione stessa.

A questi casi si aggiunge quello di Ginella Vocca, fondatrice e direttrice artistica del MedFilm Festival, nominata nella Commissione Produzione. Il festival, da anni sostenuto con fondi pubblici, rientra a pieno titolo tra i soggetti potenzialmente beneficiari delle decisioni della commissione. La presenza della Vocca solleva dunque l’interrogativo su una possibile sovrapposizione tra il ruolo valutativo e gli interessi diretti nel sistema culturale.

Il caso di Francesco Ranieri Martinotti, presidente dell'Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC), ha ulteriormente evidenziato la questione. Dopo la sua nomina nel Consiglio Superiore del Cinema e dell'Audiovisivo (CSCA), Martinotti ha sollevato dubbi sulla propria posizione, portando il Ministero a valutarne la sostituzione per evitare potenziali conflitti d'interesse.

Queste situazioni mettono in luce la necessità di una maggiore chiarezza e trasparenza nelle nomine e nelle operazioni delle commissioni del MiC. È fondamentale garantire che le decisioni relative all'assegnazione dei fondi pubblici siano prese in modo imparziale, evitando qualsiasi forma di favoritismo o commistione d’interessi tra valutatori e valutati.

Il settore cinematografico e audiovisivo italiano merita un sistema di sostegno equo e trasparente, che valorizzi il merito e promuova la diversità culturale, senza essere condizionato da reti relazionali o ruoli doppi.

 


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