Alma Manera, storia di una diva moderna, “Roma, la danza, il teatro e la mia vita dedicata a Carla Fracci”
Romana “de Roma”, calabrese di adozione, danza teatro recitazione in giro per il mondo, la storia di Alma Manera è la storia ideale di una diva del passato, artista poliedrica,moderna, superba,affascinante,eclettica, amica personale di Carla Fracci che qui ricorda con grande emozione.
di Pino Nano
Sabato 31 Luglio 2021
Roma - 31 lug 2021 (Prima Pagina News)
Romana “de Roma”, calabrese di adozione, danza teatro recitazione in giro per il mondo, la storia di Alma Manera è la storia ideale di una diva del passato, artista poliedrica,moderna, superba,affascinante,eclettica, amica personale di Carla Fracci che qui ricorda con grande emozione.

Alma Manera è la leggerezza fatta persona. Diva moderna e donna bellissima -partiamo da qui- creatura di uno charme suo malgrado a volte ossessivo e debordante che non ha mai perso il senso della sobrietà, il sorriso avvolgente di chi sa di essere protagonista del suo mondo e del suo tempo, con questa consapevolezza assoluta del suo fascino, figlia d’arte, e come tale padrona assoluta delle scene internazionali. Mai una caduta di stile, mai una battuta fuori luogo, mai una screzio con nessuno,forse uno scivolone sentimentale-confessa- che però le ha dato la possibilità di essere mamma, donna elegantissima raffinata apparentemente appagata dalla vita. Nel caso di Alma Manera è come se il destino le avesse regalato solo serenità e dolcezza, ma forse è proprio questo il vero segreto del suo eterno successo.

-Ma chi è in realtà oggi Alma Manera? Alma, da dove vogliamo partire?

“Partiamo da qui, da una canzone scritta anni fa insieme a mia madre e che incominciava cosi: “C’era una volta…raccontava una nonnina alla nipotina che già piccina cominciava ad entrare in una fiaba, un mondo magico e dorato fatto di zucchero filato, ricco di dolci al cioccolato dove nulla è taboo”. Bene, queste poche righe, credimi, riassumono una piccola parte del mio percorso di vita”.

-La tua vita oggi sembra tutto tranne che la vita di una diva?

“Perché dovrebbe esserlo? Io  vivo la mia vita con grande semplicità, non sono certo un premio Nobel.Una certezza però c’è l’ho, ed è quella di essere una persona perbene, con una certa spiritualità, e credo che questo oggi valga più di qualsiasi altra ricchezza materiale”.

Sua madre è Maria Pia Liotta, un nome che è entrato di diritto ormai nella storia dello spettacolo italiano, attrice, regista, compositrice, autrice e direttrice artistica di mille eventi diversi, entrata nel mondo della televisione dalla porta principale di un concorso famosissimo, come quello di Miss Italia, che il 18 settembre del 1974, all’ età di appena quindici anni, la incorona Miss Cinema italia, una delle ragazze certamente più belle allora d’Italia. La biografia ufficiale di Alma Manera ci dice che questa stupenda interprete italiana è romana di nascita, ma poi diventa calabrese d’adozione, per via della mamma Maria Pia Liotta, calabrese purosangue, ma soprattutto per via dei tanti anni trascorsi durante l’infanzia a Reggio Calabria dove la mamma ad un certo punto della loro vita l’aveva riportata a vivere accanto ai nonni dopo la separazione avvenuta intorno ai 10 anni circa Alma.

A Reggio Calabria Alma frequenta e si diploma al Liceo Sperimentale San Vincenzo de Paoli, sceglie l’indirizzo psico-pedagogico-sociale e chiede di fare il tirocinio con bambini che hanno differenti tipologie di disabilità. Poi prende la Laurea Magistrale con il massimo dei voti al Conservatorio Francecso Cilla di Reggio Calabria, ma non le basta neanche questo, e poco dopo prende anche il Diploma d’Accademia di tecnica e interpretazione all’Accademia Internazionale Puccini di Torre del Lago E si specializza nella danza ottenendo un diploma ministeriale.

In realtà la sua vita di ragazza è un tourbillon continuo, intelligenza viva e carattere estroverso, poliedrica e istintiva, ammaliante e comunicativa, sempre in gara con sé stessa, come se la vita fosse eterna e tutta da vivere. In realtà tutto il suo percorso professionale e artistico futuro sarà semplicemente emozionante.

A poco più di 3 anni Alma indossa per la prima volta le scarpette di danza e debutta nel cinema. Come figlia d’arte ha una infanzia assolutamente privilegiata, studia infatti alla Primary School tra New York e San Francisco, frequentando i migliori corsi di danza e di musica del momento, e ben presto la sua vocazione si rafforza interpretando ancora giovanissima ruoli importanti nella tragedia greca, da Antigone a Medea. Saranno per lei anni di duro lavoro e di grande impegno professionale, ma presto tutto questo produrrà i frutti sperati. Alma ancora giovanissima inizia la sua formazione nel distretto dei teatri a Broadway (NY) e al suo rientro in Italia torna a vivere dai nonni materni in Calabria, nella città di Reggio Calabria, e da cui assorbe valori e tradizioni di un popolo fiero come quello calabrese.

Con il passare degli anni, la critica che più conta incomincia finalmente ad occuparsi di lei e del suo lavoro, e senza mezzi termini Alma Manera incomincia ad essere considerata dal mondo dello spettacolo come artista poliedrica e visionaria insieme, poetessa della danza, mimo di sé stessa, soprano superbo, attrice, performer eclettica, e chi più ne ha più ne metta.

Alma canta, balla recita e interpreta tutto ciò che può diventare materia da palcoscenico, una rivelazione dopo l’altra, un talento nato, e soprattutto una volontà e una determinazione che da grande la porterà direttamente tra le braccia e l’affetto personale della grande e indimenticabile Carla Fracci, che in Alma vedeva forse una parte di sé stessa e della sua vita passata e del marito, il maestro Beppe Menegatti grande regista,autore ed intellettuale già aiuto di Visconti che dice di Alma che oltre il talento e’la sua fortissima tempra che la guida.

È un ricordo intenso, e quanto mai vivo, quello che lega ancora Alma Manera a Carla Fracci, un rapporto personale e professionale fuori dal comune, meravigliosamente raccontato per la pagina cultura della Gazzetta del Sud dalla giornalista Maria Mascali, che parla appunto di un sodalizio umano e artistico nato e cresciuto dopo lunghi anni di incontri,lavoro e di amicizia personale e profonda.

“Non si è mai pronti a certe notizie, ci sono persone che lasciano un'impronta talmente profonda del loro passaggio che il vuoto rimane incolmabile”.

-Alma, come ricordi il tuo primo incontro con la grande Carla Fracci?

“Ci siamo incontrate tanti anni fa, avevo appena vent'anni. Il suo carisma era penetrante. Io vengo dalla danza. La conobbi durante uno stage, fu un incontro fugace. Il rapporto vero si è intessuto dopo. Ci siamo incrociate al trucco e parrucco, eravamo ospiti di una trasmissione di Lorella Cuccarini, e ci avevano convocato alla stessa ora quel giorno, coincidenze del destino. Sedevamo vicine, lei mi pareva un'immensità, seduta con tanta semplicità accanto a me. Ricordo che era curiosissima. Mi guardava, mi squadrava, parlava di me alla truccatrice, del mio viso, dei miei occhi particolari, così li vedeva lei”.

-E tu come hai reagito a tanto interesse verso di te?

“Con emozione immensa. Non posso descrivere il mio stato d’animo. Un vortice di emozioni, mi ha preso il corpo. Ricordo solo che incominciai a parlarle della mia vita, dei miei studi, dei miei maestri, delle mie passioni, dell’amore che avevo per la musica e per la danza. Lei,comprese subito,credo il mio stato d’animo. Era molto interessata alla mia voce lirica, conosceva Magda Olivero che è stata mia maestra, grande star della lirica internazionale, e abbiamo incominciato a parlarne insieme. Mi chiese cosa avrei cantato quella sera, e parlammo di tante altre cose insieme. Poi ad un certo punto mi disse: “Secondo me ti dovrebbe vedere Beppe Menegatti”.

-Come è finito quel vostro primo incontro?

“Sotto il profilo professionale non poteva andare meglio. Ho avuto la fortuna di fare ben quattro produzioni teatrali sotto la direzione di Beppe Menegatti , “Nozze di Sangue” di Garçia Lorca, il “Re Lear” di Shakespeare, “La Primavera Romana della Signora Stone” di Tennessee Williams, tutte produzioni del Teatro dell’Opera di Roma, e “Morte di un cigno”. Il Maestro Beppe Menegatti e Carla Fracci sono stati per me una scuola. Forse di più, sono stati la mia vera casa artistica,quella meravigliosa linea rossa che lega la famiglia dei teatranti e degli artisti, e parlo di quelli che non si montano la testa,che possiedono ali per volare e piedi ben piantati per terra”.

-Cosa conservi oggi di tutto questo?

Prima di tutto conservo i mille ricordi che mi legano a loro, e poi conservo gelosamente nella mia camera da letto la foto di Carla.Come potrei mai dimenticare il nostro primo incontro? Fu davvero meraviglioso. Indimenticabile.Decisivo per la mia vita.Fondamentale per il mio futuro”.


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