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Si sono celebrati mercoledì mattina in Calabria nella Chiesa di San Paolo Apostolo -la parrocchia dei Padri Dehoniani di Rende- i funerali del prof. Vincenzo Carbone, Professore Ordinario di Fisica del sistema terra e del mezzo circumterrestre, uno dei punti di riferimento assoluti della ricerca all’Università della Calabria nel campo della geofisica.
Si sono celebrati mercoledì mattina in Calabria nella Chiesa di San Paolo Apostolo -la parrocchia dei Padri Dehoniani di Rende- i funerali del prof. Vincenzo Carbone, Professore Ordinario di Fisica del sistema terra e del mezzo circumterrestre, uno dei punti di riferimento assoluti della ricerca all’Università della Calabria nel campo della geofisica.
La sua vita ha attraversato e segnato la storia del Dipartimento di fisica dell’Università della Calabria. Già il giorno della sua laurea -naturalmente in fisica e naturalmente con 110 e lode, era il 15 aprile 1982- il professore che gli fece da relatore gli aveva anticipato che la sua vita sarebbe rimasta legata per sempre alle colline di Arcavacata. Così poi è stato.
Di Vincenzo Falcone ho un ricordo tenerissimo e del tutto personale, lo incontravo la domenica in Chiesa a Rende e lui tutto sembrava tranne che lo scienziato che in realtà era. Un uomo di una modestia senza pari, di una semplicità quasi disarmante, sembrava fosse rimasto studente-forever, e soprattutto un testimone del nostro tempo attentissimo e scrupoloso verso tutto e verso tutti, con questa sua capacità e disponibilità all’ascolto e alla preghiera che facevano di lui uno degli intellettuali cattolici più seguiti e più rispettati del campus. Forse anche tra i più amati dagli studenti.
I suoi figli e sua moglie ne vadano fieri, perché il ricordo che lui lascia nelle varie generazioni di studenti che hanno attraversato il campus è il ricordo di una persona perbene, pulita, trasparente, e soprattutto libera da tutto e da tutti. Mai asservito a nessuno, mai schiavo del sistema, lontano anni luce dal potere delle lobby, mai in ginocchio. Lui era parte integrante del Campus, pur non volendolo essere, e non a caso nel 2015 diventa Membro del Senato Accademico, Direttore del Dipartimento di Fisica, e Delegato del Rettore a Coordinatore del Presidio di Qualità di Ateneo. Un’autorità accademica in tutti i sensi, e di primissimo ordine.
Di lui rimangono oggi oltre 200 lavori pubblicati e in corso di stampa su libri e riviste internazionali, almeno 35 lavori pubblicati su atti di congresso con Referenze internazionali, ed oltre 100 Comunicazioni a Congressi Nazionali e Internazionali. È il 2011 quando viene chiamato a guidare come Responsabile scientifico il progetto Marie Curie dal titolo Cascade rates of magnetohydrodynamic turbulence in the solar wind, e dal 2009 al 2014 diventa Valutatore esterno dei Programmi della NASA: Heliophysics Guest Investigators (2009), Heliophysics Theory (2010), Heliophysics Supporting Research (2013), Heliophysics Living with a Star (2014).
Tutto questo suo lavoro tra il Campus e il resto del mondo non gli impediva però di seguire direttamente i suoi studenti, relatore di 17 tesi di laurea in Fisica per il vecchio ordinamento, di 24 tesi per il corso di laurea triennale in fisica, di 11 tesi per il corso di laurea specialistico in fisica e di ben 13 tesi di Dottorato di Ricerca in Fisica. La sua perdita -sottolinea una nota ufficiale del Dipartimento di Fisica dell'Università della Calabria “rappresenta un dolore immenso per tutta la comunità accademica, non solo per il suo inestimabile contributo scientifico ma soprattutto per il suo ruolo centrale come guida e ispirazione per generazioni di studenti e colleghi. La comunità accademica perde oggi non solo uno scienziato eccezionale, ma anche un uomo di grande umanità e integrità. Il suo ricordo resterà indelebile nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare al suo fianco”.
Il prof. Vincenzo Carbone-precisa invece la nota ufficiale dell’Unical- “è stato una figura di spicco nel campo della fisica dei plasmi e dei sistemi complessi, riconosciuto a livello internazionale per i suoi studi pionieristici sul vento solare, lo space weather, la turbolenza e i sistemi complessi. Nel corso della sua illustre carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la Medaglia Lewis Fry Richardson, un prestigiosissimo premio assegnato dall’European Geosciences Union (EGU) “a studiosi di fama internazionale per i contributi eccezionali nel campo della geofisica non lineare”.
L’EGU aveva sottolineato proprio in questi giorni “l’apporto innovativo del professore Carbone nella fisica dei plasmi spaziali, nello Space Weather, nei cambiamenti climatici e nella fisica dei sistemi complessi. I suoi studi pionieristici hanno tracciato nuove direzioni di ricerca, con importanti ricadute nella comprensione di fenomeni complessi che caratterizzano sia l’ambiente terrestre che quello spaziale”.
Il conferimento ufficiale della ‘medaglia allo scienziato paolano sarebbe dovuto avvenire durante la prossima Assemblea Generale dell’EGU, in programma a Vienna dal 27 aprile al 2 maggio 2025. Spero davvero che ora ci vada la moglie, Maria Carmela Diana, insieme ai suoi figli, Francesco e Lucia, a ritirare il Premio, perché è anche questo il modo per tenere viva la fiamma del ricordo di chi come lui ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca e alla comprensione dei mille segreti del pianeta.
Ma c’è ancora di più. Oltre al suo straordinario impegno scientifico, il Professor Carbone si è distinto per il suo spirito collaborativo, la sua dedizione alla formazione, e il suo profondo senso di umanità. “Come docente e ricercatore- raccontano i suoi colleghi di Dipartimento- ha sempre creduto nel valore della conoscenza condivisa e ha ispirato innumerevoli studenti a intraprendere percorsi di studio e ricerca con passione e curiosità”.
Vincenzo Carbone -lo ricorda così invece Giampiero Brunetti- “esempio perseguibile per le nuove generazioni, ha dimostrato, con impegno certosino, che si può fare tanto, anche “da qui. Basta volerlo. La sua storia è una traccia per tutti. Ecco perché la Calabria perde un figlio illustre: un uomo che ha dimostrato, con determinazione e passione, come si può essere a servizio del bene comune da ogni ambito e luogo ciascuno operi. La sua storia, tra ricerca e conoscenza, resta un dono prezioso di Dio per le future generazioni come lo è l’uno per l’altro quotidianamente. È quanto- per altro – ha dedicato per comprendere cosa sostanzia lo spazio e cosa suscita l’apprendimento della geofisica utilizzando quella curiosità effervescente che lo connotava e lo faceva essere particolare. La sua eredità scientifica e umana resta, così, come dono prezioso, misterioso e affascinante per i tanti e per gli amici che lo hanno avuto a fianco- anche per un attimo -in quella semplicità, discrezione ed umiltà giocose, impastate con un pizzico di rigore da studioso che lo rendevano unico come ciascuno lo è, tra carattere e temperamento, per i talenti ricevuti”. La cosa che più ci deve in qualche modo confortare invece è che da oggi Vincenzo sarà molto più vicino al mondo dello spazio che, prima di sentirsi male -un malore improvviso di notte nella sua casa- studiava e osservava dai laboratori del suo Dipartimento. Che amava più di ogni altra cosa al mondo. Buon Viaggio Professore.