Fine vita, Vaticano: "Ok a cure palliative, serve spazio per mediazione legislativa"

Papa Francesco: "Difendere il dono di Dio della vita in ogni fase del suo sviluppo".

(Prima Pagina News)
Giovedì 08 Agosto 2024
Roma - 08 ago 2024 (Prima Pagina News)

Papa Francesco: "Difendere il dono di Dio della vita in ogni fase del suo sviluppo".

Niente eutanasia, sì alle cure palliative e ad uno "spazio per la ricerca di mediazioni sul piano legislativo". Così la Pontificia Accademia per la Vita, all'interno di un vademecum intitolato 'Piccolo lessico del fine vita'.

"La libertà implica quindi sempre l'esigenza di essere responsabili della vita: in me e nell'altro, indissolubilmente. Una prospettiva che certo non collima con una concezione individualista, che tende a ridurla alla solitudine dell'autodeterminazione assoluta e cede alla volontà di potenza dell'amore di sé, senza riguardo per la vulnerabilità alla quale espone gli affetti dell'altro. Siamo tutti radicalmente relazionati", scrive il Presidente dell'Accademia, Mons. Vincenzo Paglia, nell'introduzione al vademecum, spiegando i motivi della sua pubblicazione.

"Non disponiamo di noi stessi nel vuoto di ogni legame", "è così che viviamo, noi umani: fino alla fine", è la premessa di Mons. Paglia, "nell'affrontare i temi evocati dalle singole parole, questo lessico tiene conto del contesto pluralista e democratico delle società in cui in cui il dibattito si svolge, soprattutto quando si entra nel campo giuridico.

I diversi linguaggi morali non sono affatto incomunicabili e intraducibili, come alcuni sostengono; lo sforzo che ciascuno compie per comprendere le ragioni dell'altro e per accettare il dialogo con chi la pensa diversamente, favorisce e, favorisce il confronto e un'almeno parziale condivisione delle ragioni valide in favore dell'una o dell'altra scelta".

"La discussione aperta e rispettosa conduce a un dialogo pubblico capace di influenzare positivamente anche le decisioni politiche, mostrando come le mediazioni tra diverse posizioni non sono necessariamente destinate ad assumere la figura scadente di un compromesso al ribasso o della negoziazione per uno scambio di favori politici", continua Paglia.

Il documento riafferma il no all'eutanasia e all'accanimento terapeutico, il rilancio delle cure palliative e delle "disposizioni anticipate di trattamento", cioè il testamento biologico, oltre che la necessità di trovare "un punto di mediazione accettabile fra posizioni differenti" sul suicidio assistito e sulla possibilità di sospendere l'alimentazione e l'idratazione per i pazienti che siano in fin di vita.

"Le società scientifiche principali definiscono unanimemente le Nia (Nutrizione e idratazione artificiali) come trattamento medico-sanitario a tutti gli effetti", e la loro adozione o sospensione" chiede di essere declinata con discernimento nei casi concreti", prosegue il vademecum della Pontificia Accademia per la Vita.

La questione delle Nia viene esaminata in un apposito paragrafo che analizza le norme civili e i documenti ecclesiastici. "In effetti - si legge ancora -, quanto viene inserito nell'organismo è preparato in laboratorio e somministrato attraverso dispositivi tecnici, su prescrizione e tramite intervento medici. Non si tratta pertanto di semplici procedure assistenziali e il medico è tenuto a rispettare la volontà del paziente che le rifiuti con una consapevole e informata decisione, anche anticipatamente espressa in previsione dell'eventuale perdita della capacità di esprimersi e di scegliere".

"Nelle malattie in cui si protrae uno stato di incoscienza prolungato con possibilità praticamente nulle di recupero, come nel caso dello stato vegetativo permanente - continua -, si potrebbe sostenere che, in caso di sospensione delle NIA, la morte non sia causata dalla malattia che prosegue il suo corso, ma piuttosto dall'azione di chi le sospende. Ci sarebbe allora una differenza rispetto alla ventilazione assistita, che è pure un presidio di sostegno vitale, ma la cui sospensione, in condizioni particolari, non solleva obiezioni perché l'insufficienza respiratoria è parte della patologia in atto.

A ben guardare, però - evidenzia -, questo argomento è vittima di una concezione riduttiva della malattia, che viene intesa come alterazione di una particolare funzione dell'organismo, perdendo di vista la globalità della persona. Questo modo riduttivo di interpretare la malattia conduce poi a una concezione altrettanto riduttiva della cura, che finisce per focalizzarsi su singole funzioni dell'organismo piuttosto che sul bene complessivo della persona".

"Difendere il dono di Dio della vita in ogni fase del suo sviluppo". Così Papa Francesco, in un messaggio inviato ai Cavalieri di Colombo, che in questi giorni sono in riunione in Canada. "In questi tempi segnati da nuove guerre, conflitti e disordini sociali", il Santo Padre ribadisce il suo appello a tutti i cristiani "a pregare per la giustizia, la pace e la riconciliazione nella nostra famiglia umana".

Il messaggio, firmato dal Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, è stato inviato al Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo, Patrick E. Kelly, in occasione della 142ª supreme convention, che si conclude oggi a Québec City.

Secondo quanto riferisce Vatican News, Francesco si dice grato "per gli sforzi dei Cavalieri nel prendersi cura dei bisogni dei nostri fratelli e sorelle nell'Ucraina dilaniata dalla guerra, delle comunità cristiane del Medio Oriente e di tutti coloro che subiscono persecuzioni per la loro fede in Cristo". Tutte "cause che gli stanno particolarmente a cuore come Pastore della Chiesa Universale".

"Insieme alle attività caritative dei suoi Consigli locali in tutto il mondo, il vostro Ordine continua a dare un eccezionale sostegno e incoraggiamento agli sforzi per difendere il dono di Dio della vita in ogni fase del suo sviluppo, per sostenere la dignità dell'istituzione del matrimonio e per far progredire la missione della Chiesa nei Paesi in via di sviluppo", continua il messaggio.


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