Foibe. Menia (FdI): che brutta sinistra, ricordare nelle aule è un dovere

“Un gesto di verità contro il mare di bugie dei negazionisti che ancora oggi gettano fango sugli infoibati e sull’esodo”.

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Venerdì 07 Febbraio 2025
Roma - 07 feb 2025 (Prima Pagina News)

“Un gesto di verità contro il mare di bugie dei negazionisti che ancora oggi gettano fango sugli infoibati e sull’esodo”.

“Vado nelle scuole che mi invitano, lo faccio da anni. Credo di avere qualche competenza in materia. Lo prevede l’autonomia scolastica nell’attuazione della legge che istituisce il Giorno del Ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Il resto è fuffa”.

Lo dichiara in un'intervista al Secolo d’Italia, Roberto Menia, senatore di Fratelli d’Italia triestino, madre istriana, e padre di quella legge, in queste ore processato dalle sentinelle rosse per le sue testimonianze nelle aule scolastiche e la presentazione del suo libro.

“Un gesto di verità contro il mare di bugie dei negazionisti che ancora oggi gettano fango sugli infoibati e sull’esodo”, dice Menia che ha lavorato per anni al volume, andando casa per casa, famiglia per famiglia, raccogliendo le testimonianze di esuli e figli di esuli. Non sembra per nulla scalfito dal polverone sollevato dalle sinistre, dai giornalisti di provata fede antifascista, con l’immancabile benedizione dell’Anpi.

Come ogni anno, forse più di sempre, alla vigilia del Giorno del Ricordo è partita l’operazione sabotaggio: parole d’ordine negazionismo e controinformazione fatta di ‘ma anche’ e ‘non solo’. Sì gettati vivi nelle foibe dai soldati di Tito, donne violentate e infoibate come Norma Crosetto, in 300mila costretti ad abbandonare le loro terre, però tutto parte dal “fascismo di confine che portò all’occupazione della Jugoslavia e alla persecuzione delle minoranze slave”. È la tesi sbandierata ogni anni dall’Anpi, che urla alle responsabilità dal fascismo italiano.

Quest’anno alla polemica si aggiunge il caso Menia. Sollevato ieri da Paolo Berizzi nella sua rubrica Pietre su Repubblica, oggi cavalcato dal Pd e da Avs. Il senatore di FdI non avrebbe titolo per quello che il giornalista chiama un “tour singolare per un parlamentare”.

In merito a quanto scritto da Berizzi e all'annuncio di un'interrogazione del Ministro Valditara della responsabile Scuola del Pd, Irene Manzi, dice: "Noto che c’è un acuirsi di negazionismo, riduzionismo, giustificazionismo. Polemiche pretestuose, lapidi divelte. C’è una regressione da parte della sinistra, io ricordo una sinistra intelligente, aperta al dialogo – penso a Luciano Violante e altri – capace di interloquire. Faccio presente che in Parlamento la legge che istituisce il Giorno del Ricordo fu votata da tutto il Parlamento, tranne Rifondazione comunista e i deputati della sinistra estrema. Proprio quelli che oggi cavalcano le tesi negazioniste insieme all’Anpi, sempre più spinta su questa direzione".

Lei non sarebbe adeguato ad andare nelle scuole... "È una polemica sul nulla, sono anni che giro l’Italia con convegni e iniziative pubbliche con le istituzioni. Vado nelle scuole che mi invitano, che ritengono di farlo, certo non mi impongo. Mi sembra che vadano spesso anche parlamentari della sinistra, molte volte senza una controparte. Non vado certo a promuovere il mio libro, ma credo di avere qualche competenza più di altri sulla materia. È possibile che Eric Gobetti possa fare i suoi comizi negazionisti nelle aule e io no?".

Gobetti, prosegue. è un "campione di negazionismo, nascosto dietro la formula del revisionismo storico. Si nega la pulizia etnica e si parla di “reazione ai crimini del nazifascismo”, si nasconde l’odio anti-italiano dietro il “legittimo odio antifascista”. Basta guardare le sue pagine social per capire da che parte sta. Lo troviamo ritratto con il pugno chiuso davanti alla bandiera della Jugoslavia. Si esibisce sotto i riflettori accanto alla statua di Tito (‘la tradizionale passeggiata con Tito”, scrive sul post) partecipa alla Jugo Festa con tanto di cena balcanica e la proiezione di Cinema Komunisto".

Il collettivo dell'Istituto Rossellini di Roma, dove si recherà l'11 febbraio, ha annunciato un picchetto: "Certo non rinuncio ad andare. Ci sarò ed entrerò dalla porta principale".

Si aspettava questo polverone? "Sinceramente no, di Berizzi non mi occupo. Capisco che ogni giorno debba trovare un argomento per la sua rubrica le Pietre, deve scrivere qualcosa, che si diverta così. Mi ha fatto anche pubblicità. Alla parlamentare del Pd consiglio di fare interrogazioni più serie, il ministro Valditara ha cose ben più importanti da fare. Esiste l’autonomia scolastica, sono libero di visitare le scuole che mi invitano, lo prevede la legge. Se ne faccia una ragione".


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