Francesco Capotosti svela al mondo il volto di Giulia Farnese con una sua magnifica opera immortalandone la rara bellezza
La nobildonna torna a far parlare di sé nel quinto centenario della sua morte, affascinando e conquistando ancora tutti.
di Paola Pucciatti
Mercoledì 27 Marzo 2024
Viterbo - 27 mar 2024 (Prima Pagina News)
La nobildonna torna a far parlare di sé nel quinto centenario della sua morte, affascinando e conquistando ancora tutti.

L’anima torna forte più di prima nonostante l’imposizione della damnatio memoriae. Ed è così che dopo 500 anni dalla sua morte Giulia Farnese o “Giulia la Bella”, come la storia la ricorda per la sua straordinaria bellezza, torna a far parlar di sé e soprattutto a svelare il suo magnifico volto grazie alla dedizione e alla passione di un grande artista viterbese Francesco Maria Capotosti che afferma con viva emozione: "Spero di aver dato un contributo alla memoria di questa donna".

Ci sono voluti ben cinque secoli per svelare il suo vero volto e lo scultore-orafo Capotosti è riuscito a immortalare per sempre i suoi occhi, il suo sguardo, il suo profilo e la sua straordinaria bellezza dopo lunghi e approfonditi studi durati circa un anno.

Il capolavoro artistico realizzato da Francesco Capotosti è stato svelato al pubblico presso le Scuderie Farnesiane, a Capodimonte, in occasione della celebrazione dei 500 anni della morte della nobildonna avvenuta il 23 marzo del 1524. Si dice che Giulia sia nata proprio in questa località sul lago di Bolsena dove riposerebbero anche le sue spoglie, secondo il testamento che fece il 14 marzo, nove giorni prima di morire, disponendo di volere essere seppellita nella tomba dei Farnese nell'isola Bisentina, una due isole del lago di Bolsena.

 

Grande curiosità, frenesia e profonda emozione al momento del disvelamento del mezzobusto realizzato in terracotta, impreziosita da un raffinato corredo di gioielli come un diadema in bronzo con il giglio Farnese e perle naturali ed un ciondolo scultura raffigurante un unicorno con ametista incisa.

“Realizzare l’opera non è stato facile, è stata una vera e propria sfida ricostruire “scientificamente” il volto di questa importante figura rinascimentale – spiega Capotosti – Giulia Farnese subì una sorta di “Damnatio Memoriae” a opera del fratello Alessandro, divenuto poi Papa con il nome di Paolo III Farnese. Nel corso della storia sono state cancellate tutte le immagini che la ritraevano e ancora oggi non si conosceva il vero volto di Giulia Farnese a parte delle attribuzioni ad artisti come Raffaello, Pinturicchio, Luca Longhi, Giulio Romano o Perin del Vaga. Ho studiato, ricercato e comparato gli unici documenti esistenti che mi hanno permesso la realizzazione del busto di una donna molto raffinata ed elegante. La scultura rappresenta quindi l’unico esempio di realizzazione plastica di questa importante figura storica”.

Lo scultore Capotosti ha effettuato un complesso e lungo lavoro nello studiare e comparare tutte le diverse iconografie pittoriche verificandone i parametri antropometrici che emergono dai dipinti estraendone il volto di “Giulia la Bella”, chiamata così per il suo magnetico fascino che fece innamorare il Cardinale Rodrigo Borgia, salito al soglio pontificio come Papa Alessandro VI. La sua avvenenza sembra che aprì, a lei e alla sua famiglia, la via del potere e della ricchezza, dando inizio alle fortune di casa Farnese.

Dopo l’emozionante disvelamento, vissuto con molta partecipazione e grande emozione a Capodimonte, luogo di nascita di Giulia Farnese, la scultura in terracotta partirà per essere protagonista di un tour itinerante in varie località della Tuscia dove visse, escludendo la permanenza a Roma e a Pesaro, tra Capodimonte, Bassanello oggi Vasanello, dove seguì il marito Orsino Orsini, Gradoli e Carbognano.

Nonostante siano trascorsi cinque secoli dalla sua morte Giulia suscita ancora tanto interesse perché era straordinariamente bella e chiunque la conoscesse ne restava incantato e ammaliato. Era semplicemente “la più bella” anche se, un destino bizzarro, non ci ha lasciato un ritratto, una miniatura o una scultura che la raffiguri con certezza. Molti artisti hanno cercato di ritrarre il suo volto e nel tempo è stato individuato nelle varie dame o vergini con liocorno dei celebri ritratti rinascimentali di Raffaello, Perin del Vaga, Domenichino e Luca Longhi.

Per alcuni fu immortalata nella Venere armata dipinta da Francesco Salviati nella sala dei fasti farnesiani di Palazzo Farnese a Roma o in molte altre opere d’arte. Il Vasari nelle sue "Vite" la identifica nella Madonna con Bambino dipinta dal Pinturicchio nella Sala dei Santi dell'appartamento Borgia in Vaticano, ipotesi ritenuta più credibile sia per l'attendibilità della fonte, sia per la plausibilità del fatto che Giulia fosse la favorita del committente, Papa Alessandro VI Borgia, ed è quindi verosimile che l’abbia voluta raffigurare nel suo appartamento dove è raffigurata anche sua figlia, Lucrezia Borgia, grande amica di Giulia.

Francesco Capotosti ora le ha donato una nuova vita con la sua meravigliosa opera rendendo immortale la sua straordinaria e incomparabile bellezza proprio come ha già fatto a giugno 2023 con la Regina Amalasunta che morì sull’isola Martana, l’altra isola del lago di Bolsena.  Un’altra splendida opera scultorea arricchita da un corredo di gioielli ispirati alla cultura bizantina e dalla corona detta di “Teodolinda”, storicamente attribuita alla Regina Amalasunta, realizzata in zaffiri, perle naturali e pietre vere. Al centro della corona, l’artista ha inserito una specie di reliquia, ricostruendo una croce di bronzo gotica antichizzata.


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