Navalny, moglie Yulia: "Mio marito è stato ucciso con il Novichok, continuerò il suo lavoro"
"Uccidendo mio marito, Putin ha distrutto metà di me, ma non mi arrendo".
(Prima Pagina News)
Lunedì 19 Febbraio 2024
Roma - 19 feb 2024 (Prima Pagina News)
"Uccidendo mio marito, Putin ha distrutto metà di me, ma non mi arrendo".
"Putin ha ucciso mio marito". E' quanto ha detto la moglie di Alexei Navalny, Yulia, in un video sui suoi profili social.

"Continuerò il lavoro di Alexei, continuerò a lottare per il nostro Paese. E vi invito a starmi accanto e a condividere con me l'odio di coloro che hanno osato uccidere il nostro futuro", ha aggiunto.

"Uccidendo mio marito, Putin ha distrutto metà di me", ha continuato. "Ma ho ancora l’altra metà, il che mi dice che non ho il diritto di arrendermi. Intendo continuare il lavoro di Alexei Navalny: continuare a lottare per il nostro Paese".

Secondo quanto riporta Sky News Uk, Yulia Navalny ha affermato che suo marito Alexei, morto il 15 febbraio, è stato ucciso con il Novichok, potente veleno chimico già usato per il tentativo di avvelenamento del 2020.

Secondo quanto ha sostenuto il servizio penitenziario russo, Navalny è morto dopo aver accusato un malore durante una passeggiata.

Stando alla vedova di Navalny, le autorità russe stanno nascondendo il cadavere per far sì che l'agente nervino lasci l'organismo.

"Non dobbiamo lasciarci intimidire. Dobbiamo sfruttare ogni occasione per lottare contro la guerra, contro la corruzione, contro l'ingiustizia", ha continuato la vedova di Navalny.

"Lottate per elezioni giuste e per la libertà di parola, lottate per il nostro Paese. Sono pronta con voi a costruire esattamente il tipo di Russia che Navalny vedeva: un Paese in cui la dignità, la giustizia e l'amore sono apprezzati", ha concluso.

"Yulia Navalnaya - ha commentato il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani - è una donna che vuole continuare a battersi per difendere la libertà nel suo Paese e ha ribadito che la Russia non è Putin e Putin non è la Russia, l'abbiamo trovata determinata. Borrell, a nome di tutti noi, le ha assicurato che continueremo a sostenere il diritto di espressione in Russia, di poter condurre battaglie politiche e chiederemo la liberazione di tutti i prigionieri politici".

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