Sarzana (Sp): al via la nuova edizione del Festival della Mente

La XXI edizione, che avrà al centro il concetto di gratitudine, si terrà dal 30 agosto al 1 settembre.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 21 Agosto 2024
La Spezia - 21 ago 2024 (Prima Pagina News)

La XXI edizione, che avrà al centro il concetto di gratitudine, si terrà dal 30 agosto al 1 settembre.

La XXI edizione del Festival della Mente, il primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee, si svolgerà a Sarzana da venerdì 30 agosto a domenica 1 settembre.

Promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana, con la direzione di Benedetta Marietti, il festival accoglierà le voci di numerose personalità di spicco del panorama culturale contemporaneo – scrittori, scienziati, filosofi, storici, sportivi, psicoanalisti, antropologi e artisti – le cui riflessioni si intrecceranno con il concetto di gratitudine, filo conduttore dell’edizione 2024 (festivaldellamente.it).

"A dominare è un senso di gratitudine. Ho amato e sono stato amato; ho ricevuto molto, e ho dato qualcosa in cambio. [...] Più di tutto sono stato un animale pensante, su questo pianeta bellissimo, il che ha rappresentato di per sé un immenso privilegio e una grandissima avventura. Sono queste parole di elogio e riconoscenza nei confronti della vita e della bellezza del mondo, che il grande neurologo americano Oliver Sacks scrisse nel 2014 dopo una diagnosi infausta, ad avermi ispirato il concetto di gratitudine come filo conduttore della XXI edizione del Festival della Mente – dichiara Benedetta Marietti -. Viviamo in una società del rancore, inquieta e smarrita, e per guardare al futuro con speranza e desiderio diventa necessario «prendersi a cuore la vita» con charis, parola greca che significa “gioia” e “gratitudine”. Le relatrici e i relatori del festival declineranno la gratitudine in molti modi, per aiutarci ad affrontare con più ottimismo e consapevolezza le sfide sociali, ambientali, economiche che ci pone la società. E per conoscere maggiormente noi stessi e aprirci con coraggio agli altri e al mondo".

Sono 30 gli eventi in programma (più 3 bis), ai quali si affiancano 23 appuntamenti per bambine e bambini, ragazzi e ragazze (12 più le repliche), curati da Francesca Gianfranchi, che svilupperanno il tema di questa edizione tra letteratura, scienza, tecnologia, arte, ecologia e fotografia. Anche per il 2024 saranno numerosissimi i volontari, 250 studentesse e studenti delle scuole superiori e delle università che contribuiranno all’organizzazione della manifestazione, mettendosi in gioco con passione e impegno.

Apre il festival Luigina Mortari, epistemologa e docente di filosofia dell’educazione e della cura, con la conferenza Sulla gratitudine, ovvero la gioia della cura. Viviamo in un tempo neoliberista, sottoposto a una logica di mercato che orienta l’agire umano secondo un mero calcolo dei vantaggi. La logica che è alla radice della vita è però un’altra, è quella della cura, senza la quale la vita non può essere conservata, non può fiorire e non può essere riparata.

Se il tempo presente è segnato da un alto grado di incuria e di violenza, la società resiste perché c’è chi sa agire secondo l’etica della cura, come ad esempio, sanitari, docenti, assistenti sociali, impiegati, amministratori delle istituzioni pubbliche. Quando si agisce senza calcolo accade di provare un piacere etico: è la gioia di sapere di fare il necessario. La parola “gioia” in greco è detta con il termine charis, che indica anche la gratitudine.

L’Africa è il luogo di nascita dell’umanità, ha visto fiorire antiche civiltà, imperi, e vivaci luoghi di cultura e di commercio. Eppure, per molti, la sua storia comincia solo pochi secoli fa con l’arrivo degli europei, e per troppo tempo è stata dominata dalle narrazioni occidentali di schiavitù, imperialismo e colonialismo.

In Africa, un continente da riscoprire, la giornalista e regista sudanese Zeinab Badawi rifletterà, insieme all’antropologo Marco Aime, sulla necessità di cambiare prospettiva e di ridare voce agli africani, mostrando nuova gratitudine a un continente troppo spesso dimenticato. Né «madonne angelicate» né «infide collaboratrici del demonio», le donne del XII secolo chiedono un nuovo modo di amare in contrapposizione all’amor feudale. Con l’amor cortese rivendicano relazioni fondate sulla cortesia e la gratitudine.

Nella conferenza L’eros delle donne. Maria di Francia e l’amore cortese la storica e saggista Chiara Mercuri ci parla di un alfabeto erotico nuovo, che nasce dalla penna di Maria di Francia – prima poetessa a scrivere in lingua francese – intorno alla seconda metà del 1100. Per la prima volta nel Medioevo l’eros, descritto con gli occhi delle donne, reclama passione e piacere. A saperle interrogare le perle raccontano infinite storie: approdano su corpi femminili (e non solo), tanto in Oriente come in Occidente, dopo un lungo viaggio fatto di fatiche e sfruttamenti, ma anche di scoperte, scambi, lavorazioni singolari e rappresentazioni affascinanti.

Una perla per dire grazie è il titolo dell’incontro con la storica medievista Maria Giuseppina Muzzarelli, un viaggio, tra bellezza e gratitudine, negli innumerevoli significati che nel corso dei secoli sono stati attribuiti alle perle.

Lo storico Alessandro Barbero, nella conferenza Il delitto Matteotti o dell’ingratitudine – il cui bis, previsto domenica 1 settembre, sarà trasmesso anche in streaming – approfondisce una delle pagine più drammatiche del Novecento italiano. La tragica vicenda dell’uccisione di Giacomo Matteotti offre uno squarcio scandaloso e farsesco sui retroscena del regime di Mussolini: un intreccio grottesco di minacce e accuse reciproche, tra il Duce e i suoi fedeli collaboratori, che la dice lunga sulla statura morale dei protagonisti della “rivoluzione” fascista.

La storia dell’Italia moderna è fondata su ingratitudine e tradimento, grandiosità e piccinerie, elementi che fanno passare in secondo piano la sua grandezza. Contribuiscono a questo racconto i patrioti risorgimentali, infedeli ai sovrani per fedeltà all’ideale unitario, e le giravolte nelle alleanze internazionali durante i conflitti mondiali. Il carattere degli italiani – l’identità di un popolo – si costruisce attraverso grandi narrazioni, con il rischio che queste diventino una trappola, quando smentite dalla realtà. L’Italia. Splendori e declino, emozioni e numeri è un dialogo tra lo psicoanalista e sociologo Luigi Zoja e il filosofo Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

Tra storia e arte, economia e politica, costumi e psicologia di massa esploreranno l’immaginario collettivo da punti di vista diversi e complementari. Se fino al 1914 non esistevano passaporti, e si viaggiava sui transatlantici senza documenti né lasciapassare, oggi sui fondali del Mediterraneo giacciono i corpi di migliaia di emigranti annegati lungo le rotte del contrabbando. Gabriele Del Grande, autore, e fondatore dell’Osservatorio Fortress Europe, nell’incontro Il secolo è mobile rilegge la storia delle migrazioni in Europa e della loro progressiva illegalizzazione.

Un viaggio che, attraverso una selezione esclusiva di foto e video d’archivio, svela il presente sotto una nuova prospettiva e anticipa il futuro con una proposta visionaria. Cosa significa essere allo stesso tempo un rifugiato vietnamita e un americano? Lasciarsi alle spalle una guerra ma instaurare un rapporto conflittuale con il paese che ti accoglie? È un dualismo molto complesso, tra adattamento e ricerca di una nuova appartenenza. Integrando la memoria del passato con il presente, però, si può trovare un nuovo equilibrio e sviluppare un senso di gratitudine.

Il premio Pulitzer Viet Thanh Nguyen e la giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi, in Una nuova gratitudine, affrontano temi fondamentali per comprendere il mondo che ci circonda: l’identità, la memoria, la fine del sogno americano e la forza della letteratura.

Raccontare storie significa colmare un vuoto, trasformare un fardello di dolore e silenzio in una fonte di crescita e speranza. È questo lo spirito che guida i romanzi di Colum McCann, autore irlandese di fama internazionale. I suoi libri riflettono sul grande potere dell’ascolto, sulla capacità di aprirci alla complessità e alla comprensione degli altri. In un mondo sempre più diviso, con un’umanità sempre più ferita, prestare ascolto al prossimo è un atteggiamento oltremodo necessario. McCann ne discute, in La gratitudine dell’ascolto, con lo scrittore Alessandro Zaccuri. Perché siamo grati alla letteratura? Perché è il luogo migliore per esplorare il male – spiegherà nella sua conferenza la scrittrice Silvia Avallone.

Leggendo un romanzo siamo chiamati a diventare gli altri: coloro che il male lo hanno compiuto (come i protagonisti di Delitto e castigo) o che lo hanno subito (i vinti di Verga). Uno degli insegnamenti più importanti che possiamo trarre dai libri è che ognuno di noi contiene in sé entrambe le possibilità, quella del bene e quella del male, e che ogni persona non è solo la sua colpa o il suo trauma. Non siamo definizioni, ma storie di libertà e cambiamento, sempre più forti del male che ingabbia.

Natura e Pittura sono, nell’arte rinascimentale e barocca, due entità – a volte alleate, a volte contrapposte – che si contendono il merito di aver reso attraenti alcune dame famose, come Maria Mancini, amica del Re Sole, e sua sorella Ortensia, modelli di bellezza ma anche di ingratitudine. Se davvero mostrò gratitudine a qualcuno, Maria Mancini, dalla vita indipendente e burrascosa, lo fece solo con Ferdinando de’ Ritratti, il pittore che ne tramandò l’immagine di Venere moderna.

Ma quale rapporto si instaura fra modella e pittore? Lo racconta la storica dell’arte Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese, in Una gratitudine forzata. I ritratti delle Belle nel Seicento europeo. Quali connotazioni assumono la gratitudine e l’ingratitudine invece nel percorso di un grande compositore? In Grati e ingrati. Narrazione semiseria attraverso la storia della musica,

Piero Maranghi – editore e direttore di Classica HD, conduttore televisivo e regista di opere liriche – con aneddoti, episodi e grandi eventi ripercorre due secoli di storia della musica, offrendoci inediti ritratti di grandi maestri. Dal binomio Verdi-Wagner all’amicizia incondizionata tra Rachmaninov e il basso Šaliapin, fino al controverso rapporto tra musicisti e impresari, come quello tra Stravinskij e Diaghilev o tra Rossini e Barbaja.

In che modo un piatto in apparenza semplice e popolare diventa un’icona gastronomica? Da Vittorio, il ristorante di Brusaporto, è il più conosciuto tra i ristoranti tristellati italiani. Lì, i fratelli Cerea, figli di Vittorio, il fondatore, servono piatti squisiti e mai strampalati: la grande e riconoscibile cucina italiana. La scrittrice Camilla Baresani, in Essere pop con l’alta cucina, dialoga con lo chef Chicco Cerea per indagare come si trasforma un prodotto culinario – come i famosi “Paccheri alla Vittorio” – in una ricetta leggendaria, e per ripercorrere il successo di una famiglia che ha fatto la storia della ristorazione italiana. (Segue-2).


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