Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
A luglio 237mila ettari di foresta bruciati in Europa. Un nuovo documento mostra come affrontare la crisi degli incendi boschivi nell'Ue, amplificata dalla crisi climatica.
A luglio 237mila ettari di foresta bruciati in Europa. Un nuovo documento mostra come affrontare la crisi degli incendi boschivi nell'Ue, amplificata dalla crisi climatica.
L'Europa meridionale è sotto assedio di devastanti incendi boschivi, con decine di persone che hanno perso la vita tra le fiamme e migliaia che sono state evacuate da villaggi in Turchia, Grecia, Cipro ma anche in sud Italia: in Calabria, Sardegna, Puglia e Sicilia si sono già sviluppati migliaia di roghi, alcuni dei quali stanno provocato inestimabili danni ambientali come a Caulonia (RC), Lago Salso (FG), Villasimius (CA) e Riserva dello Zingaro (TP).
Un nuovo documento a firma WWF e BirdLife Europa e Asia Centrale (Lipu in Italia) invita i governi europei a passare da un approccio focalizzato sulla gestione dell'emergenza a un approccio proattivo basato sulla prevenzione e integrato alla gestione del territorio. Il testo evidenzia come concentrarsi esclusivamente sulle misure volte alla lotta attiva degli incendi in corso sia una strategia ormai fallimentare, e delinea quindi una tabella di marcia con una serie di indicazioni e raccomandazioni per rendere più resilienti e ricchi di biodiversità i territori maggiormente a rischio.
L'Europa, ormai in piena crisi climatica, sta registrando un forte aumento della frequenza, dell'intensità e dell’estensione degli incendi boschivi. Solo negli ultimi due anni è andato in fumo oltre mezzo milione di ettari, e si è verificato il più grande incendio boschivo mai registrato nell'UE. A luglio, in Europa sono andati in fumo oltre 237.000 ettari di foresta, quasi il doppio della superficie persa nello stesso periodo dell'anno scorso. L'uomo è la causa principale, responsabile di oltre il 95% degli incendi.
Questi incendi causano danni ecologici diffusi, gravi perdite economiche e hanno profondi impatti sociali. Ogni anno gli incendi europei rilasciano in atmosfera una quantità di carbonio pari a quella prodotta dall'intero settore dell'aviazione globale in quattro mesi, e causano una perdita di produzione stimata tra i 13 e i 21 miliardi di euro, una cifra che sarebbe sufficiente a ripristinare completamente ogni anno una superficie forestale vasta quasi quanto la Slovenia. Invece, questi miliardi vanno letteralmente in fumo, mentre gli ecosistemi si degradano e i rischi climatici si intensificano.
Il documento presenta una strategia che genera benefici per tutti, incentrata sul ripristino ecologico, sulla gestione forestale “vicina alla natura” e sul coinvolgimento della comunità.
Le azioni chiave includono:
•Proteggere e ripristinare ecosistemi chiave come foreste naturali, aree umide e praterie, che forniscono servizi vitali e fungono da barriere antincendio naturali.
•Incentivare la gestione forestale più vicina alla natura per rendere i popolamenti forestali più resistenti e resilienti, e sostituire le piantagioni più infiammabili con specie autoctone più resistenti al fuoco.
•Rilanciare le pratiche agro-silvo-pastorali tradizionali per aumentare la biodiversità e ridurre il rischio di incendi boschivi sul territorio.
•Ripopolare le specie faunistiche che si nutrono di vegetazione combustibile contribuendo così a creare territori meno vulnerabili.
•Investire in sistemi di allerta precoce e sostenere le comunità “fire-smart” ovvero in grado di prevenire gli incendi boschivi, soprattutto nelle zone ad alto rischio.
Riccardo Gambini, responsabile delle politiche forestali e bioenergetiche presso BirdLife Europe, afferma: “La strategia europea in materia di incendi boschivi sta fallendo perché continua a investire denaro nella soppressione degli incendi invece di affrontare le cause alla radice. Le soluzioni basate sulla natura, come il ripristino degli ecosistemi e la gestione del territorio attenta al rischio di incendio boschivo, devono passare da marginali a tradizionali. I finanziamenti pubblici devono essere reindirizzati verso azioni preventive comprovate che rafforzino la resilienza sia del clima che del territorio”.
Edoardo Nevola, responsabile Foreste del WWF Italia, afferma: “L'Europa si trova a un bivio: possiamo continuare a investire in costose misure di emergenza oppure intraprendere azioni strategiche e scientificamente fondate per prevenire questi disastri prima che si verifichino. Il documento illustra come poterlo fare, e perché dobbiamo agire subito”.
I fondi dell'UE devono abbandonare pratiche non sostenibili come bruciare alberi per la bioenergia e dare priorità a soluzioni basate sulla natura che riducano il rischio di incendi boschivi, proteggano la biodiversità e aumentino la resilienza dell’intero territorio. Sebbene gli incendi boschivi minaccino gli obiettivi climatici e ambientali fondamentali, un'azione urgente e coordinata può rompere il circolo vizioso. Con gli investimenti giusti, l'Europa può creare ecosistemi più sicuri e più resilienti in grado di sostenere sia la natura che le comunità.