Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
Mongiello: "Stiamo acquisendo informazioni fondamentali sulle strategie migratorie e sui fattori ambientali. La biodiversità è motore di sviluppo".
Mongiello: "Stiamo acquisendo informazioni fondamentali sulle strategie migratorie e sui fattori ambientali. La biodiversità è motore di sviluppo".
Nel cuore della Basilicata, all’interno del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, ha preso vita il primo studio di telemetria satellitare sulla Cicogna nera (Ciconia nigra) mai realizzato in Italia. Un importante progetto, avviato nel 2020 con finanziamento dell’Ufficio Parchi della Regione Basilicata per un valore di 36.500 euro, rappresenta il coronamento di oltre 15 anni di impegno del Parco nello studio, monitoraggio e tutela di questa specie rara e minacciata.
I dati del progetto sono stati presentati oggi in una conferenza stampa dall’assessore regionale all’Ambiente, Laura Mongiello, insieme al presidente del Parco, Vincenzo Grippo, e al direttore Marco De Lorenzo, che ha descritto le fasi dello studio.
La Cicogna nera ha iniziato a nidificare regolarmente nel territorio del Parco già a partire dal 2000. Grazie ai dati raccolti in oltre un decennio, è stato possibile pianificare un’attività di monitoraggio ancora più ambiziosa: dotare giovani cicogne nate nel territorio del Parco, di trasmittenti satellitari, così da seguirne i movimenti anche durante le lunghe migrazioni verso l’Africa. Nel Comune di Oliveto Lucano (MT), grazie alla webcam installata sul nido, è stato possibile seguire in diretta tutte le fasi della nidificazione. Quest’anno la coppia di cicogne nere è tornata a fine febbraio, ha ricostruito e difeso il nido da altre cicogne e ad aprile, ha deposto tre uova. Dopo 32-34 giorni di cova che hanno visto alternarsi i due adulti, sono nati tre pulli: Cipriana, Maria e Giuliana.
Il 1° luglio 2025, il team di esperti del Parco, con la collaborazione dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ha realizzato la fase più delicata del progetto: il marcaggio e l’applicazione dei trasmettitori satellitari sui tre giovani esemplari di Cicogna nera. A fine luglio, hanno spiccato il loro primo volo: prima brevi spostamenti nei dintorni del nido, poi voli più lunghi fino al fiume Basento. Infine, dopo circa un mese, hanno abbandonato definitivamente il nido.
I primi dati satellitari raccolti sono già straordinari. Grazie alla telemetria, oggi è possibile seguire passo dopo passo i viaggi di queste giovani cicogne, tracciando ogni loro spostamento, scoprendo le loro abitudini e i percorsi migratori verso l’Africa.
“La tracciabilità satellitare – ha detto l’assessore Mongiello – ci sta rivelando i primi, affascinanti, percorsi delle giovani cicogne: l’epica migrazione transcontinentale di Cipriana, l’incertezza di Maria tra il richiamo dell’Africa e i fiumi della nostra terra e la sorprendente fedeltà di Giuliana ai corsi d’acqua lucani. Questi non sono semplici dati Gps. Sono la nostra nuova carta d’identità ambientale. Stiamo acquisendo informazioni fondamentali sulle strategie migratorie e sui fattori ambientali che influenzano la sopravvivenza della specie, dati che saranno essenziali per l’Ispra e per la comunità scientifica”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Grippo: “La stagione autunnale costituisce un momento cruciale nello sviluppo delle giovani cicogne, un viaggio di crescita e libertà e per la prima volta in Italia, possiamo essere al loro fianco in questa straordinaria avventura tra cieli e continenti. Il progetto rappresenta un traguardo scientifico e un’opportunità straordinaria per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della biodiversità, del monitoraggio ambientale e della coabitazione rispettosa con le specie selvatiche”.
Ed è proprio la biodiversità un valore che la Basilicata custodisce in un patrimonio naturalistico straordinario formato da due parchi nazionali – il Pollino e l’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese – e da tre parchi regionali, Gallipoli Cognato, Vulture e Murgia Materana.
“Questa rete di biodiversità – ha proseguito Laura Mongiello – non è un vincolo, ma il nostro motore primario di sviluppo. I parchi sono garanzia di qualità garantendo la purezza delle nostre risorse idriche e la salute del nostro suolo, elementi essenziali per l’alta qualità della vita e per filiere agroalimentari d’eccellenza e rappresentano una soluzione alla crisi climatica: la ricchezza dei nostri boschi e dei nostri ecosistemi è cruciale per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Dobbiamo investire nella gestione sostenibile, promuovendo progetti di energia rinnovabile che siano integrati nel paesaggio e supportino le comunità locali.
Il nostro dovere, come istituzioni, è proteggere e valorizzare, con una visione integrata – ha concluso l’assessore – che coniughi ambiente, cultura e sviluppo sostenibile. La Basilicata, con i suoi parchi, può e deve diventare un modello di equilibrio tra uomo e natura, un esempio concreto di come la Transizione Ecologica possa tradursi in nuove opportunità e in una nuova pagina di successo per il nostro futuro”.