Faccio televisione da quasi 40 anni, o meglio: ho fatto televisione per quasi 40 anni. L’ho fatta fino a quando sono poi andato in pensione. Ma tutto mi sarei aspettato ieri sera, tranne che assistere, partecipare, e divertirmi(soprattutto) nel seguire dall’inizio fino alla fine il Capodanno di Alfonso Signorini su Canale 5.
Sono nato in Rai, in Rai sono cresciuto e in Rai sono rimasto fino all’ultimo giorno di lavoro, quindi per quasi 40 anni, per me certamente, il solo Capodanno che poteva considerarsi tale era solo quello di Rai1, la classica festa di piazza e di popolo, con tanto di cantanti e show girl, quando ancora la pandemia non aveva cambiato la nostra vita e le nostre abitudini.
Francamente non avrei mai immaginato che in TV si potesse invece mettere in piedi una festa alternativa ai grandi concerti di piazza. Ricordate Matera? Napoli? Roma? Torino, tanto per citare solo gli ultimi capodanni della nostra storia televisiva? Bene, ieri sera “il professore” Alfonso Signorini ci ha invece insegnato che il Capodanno televisivo non è solo quello di piazza, ma che si può anche celebrare un Capodanno in famiglia altrettanto piacevole e altrettanto avvolgente.
Anzi, devo dire, molto più piacevole e molto più coinvolgente di certi vecchi capodanni di piazza. Alfonso Signorini e la sua corazzata hanno costruito in questi mesi una piccola-grande famiglia, quella del GfVip, e ieri sera, trentesima puntata dell’anno, hanno scelto di farci passare il Capodanno con tutti loro. Il risultato è stato strepitoso.
Canale 5 ha regalato agli italiani quasi quattro ore di pura leggerezza, in compagnia di ragazzi e ragazze che nella casa si sono messi in discussione mille volte mille, si sono fidati di noi, che stavamo dall’altra parte di Cinecittà, ci hanno raccontato la loro vita, hanno affidato la loro vita nelle mani di milioni di spettatori, hanno fatto outing in tutti i modi possibili e immaginabili davanti a tutti, non hanno neanche esitato a litigare o a far pace, a piangere e a sorridere, a lamentarsi e a protestare, a sognare a voce alta e a commuoversi in collegamento con le proprie famiglie lontane, senza mai farci mancare davvero nulla sul piano dei sentimenti e delle emozioni personali.
È il privato che diventa pubblico, e il pubblico che ritrova nel privato la propria essenza di vita. Un incredibile gioco delle parti, un puzzle fantastico di vita reale e di vita virtuale, un mix di provocazioni e di suggestioni reali, insomma un voler stare insieme ancora più di prima, e forse meglio di prima.
Dieci e lode al professor Signorini e alla sua squadra, che ancora una volta ieri sera ha dimostrato al mondo dei media come si può fare buona televisione “raccontando semplicemente se stessi e festeggiando con i propri, come se fosse a casa nostra anche lui. Tutto pareva, ieri sera al Grande Fratello Vip, tranne che un Capodanno in tempi di Covid.
Sembrava invece uno di quei capodanni che si vivono all’estero, tra famiglie di emigrati, da anni lontani dal paese natale e dai propri cari, e che la notte di San Silvestro stanno tutti insieme attorno allo stesso braciere, a raccontarsi la propria solitudine e i propri insuccessi. Frammenti, insomma, di vita quotidiana e di ordinaria convivenza comune Non ci interessa neanche sapere come sono andati gli ascolti.
Avremo i dati reali non prima di mezzogiorno,ma prescindere dall’Auditel -che potrebbe anche aver premiato le canzoni melodiche di Gianni Morandi Amadeus e Gigi D’Alessio su RAI1- va detto grazie ad Alfonso Signorini, per la delicatezza e la semplicità della sua conduzione, del suo modo di entrare nelle nostre case, e di trasmetterci le mille emozioni della casa e dei suoi ragazzi, a cominciare da uno straordinario ed effervescente Tommaso Zorzi, sentiremo parlare di lui almeno per i prossimi vent’anni in tv, per finire a tutti gli altri, Stefania Orlando, Andrea Zenga, Cecilia Capriotti, Carlotta Dell’Isola, Andrea Zelletta, Dayane Mello, Maria Teresa Ruta, Rosalinda Cannavò, Giacomo Urtis, Mario Ermito, Giulia Salemi, Samantha De Grenet, e Pierpaolo Pretelli.
Il resto lo hanno fatto gli altri, Pupo, Fausto Leali, i The Kolors e Cristiano Malgioglio, con le canzoni che si cantavano una volta e che non muoiono mai. Buon Anno Direttore.
Le scrivo “Direttore” solo perché forse non tutti sanno che lei ha alle spalle anche anni e anni di vero giornalismo importante, quello della carta stampata, e che con la TV aveva -e ha- poche cose in comune.
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