Ambasciatore Israele all'Onu: "Ok al piano di Trump, ma è necessario il consenso dei palestinesi"

Il tycoon a Netanyahu: "Gaza sarà la rivière del Medio Oriente".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 05 Febbraio 2025
Roma - 05 feb 2025 (Prima Pagina News)

Il tycoon a Netanyahu: "Gaza sarà la rivière del Medio Oriente".

L'Ambasciatore di Israele all'Onu, Danny Danon, si è detto favorevole al piano di Donald Trump per Gaza, ma i palestinesi non dovrebbero andar via dalla Striscia senza dare il loro "consenso".

"Penso che siamo tutti d'accordo che dovrebbe essere richiesto il consenso delle persone a lasciare il luogo in cui vivono e il consenso degli altri paesi a riceverle", ha dichiarato Danon, ai microfoni della Cnn.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha parlato a lungo con il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump in merito all'accordo sugli ostaggi prigionieri di Hamas a Gaza e sul conflitto contro i fondamentalisti islamici.

Secondo il tycoon, gli sfollati palestinesi devono essere reinsediati “in modo permanente” fuori dalla Striscia devastata dalla guerra. “Non credo che la gente dovrebbe tornare indietro – ha detto Trump -. Non puoi vivere a Gaza in questo momento. Penso che abbiamo bisogno di un’altra sede. Penso che dovrebbe essere una sede che renderà felici le persone”. “Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente”, ha continuato.

Secondo i consiglieri di Trump, la ricostruzione della zona entro tre-cinque anni, come previsto dall'accordo, è impossibile. In precedenza, Trump ha chiesto ad Egitto e Giordania di reinsediare gli sfollati, ma entrambi i paesi hanno detto no. “Guardando ai decenni passati, è tutta morte a Gaza – ha proseguito il tycoon -. È necessario trovare una bella area in cui reinsediare le persone, in modo permanente, in belle case, dove possono essere felici e non essere colpiti, uccisi o accoltellati”.

La Casa Bianca sta concentrando l'attenzione sugli sfollati palestinesi, oltre 2 milioni di persone, mentre la tregua tra Tsahal e Hamas sta passando un momento delicato: il premier Netanyahu, infatti, è pressato dalla coalizione di destra, che vuole mettere fine alla tregua temporanea con Hamas, e dalla popolazione israeliana, che chiede la fine della guerra e il ritorno a casa degli ostaggi ancora vivi. Durante l'incontro, Trump e Netanyahu hanno parlato di un accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, cercato a lungo, e condiviso le loro preoccupazioni in merito al nucleare iraniano e sulla seconda fase dell'accordo per il rilascio degli ostaggi. “Sono avvenute molte morti da quando me ne sono andato e ora sono tornato – ha proseguito Trump -. Ora ci troviamo di fronte a una situazione diversa, in alcuni modi migliore e in altri peggiore. Ma ci troviamo di fronte a una situazione molto complessa e difficile che risolveremo”.

Netanyahu è il primo leader straniero a fare visita a Trump da quando è stato rieletto: per l'occasione, ha elogiato la leadership dimostrata nel riuscire ad ottenere l'accordo sul cessate il fuoco: “Vi dico solo che sono felice che siano qui”, ha detto Netanyahu, parlando di Trump e della sua amministrazione. Lunedì, il premier israeliano ha avuto anche un incontro con Steve Witkoff, inviato speciale in Medio Oriente per conto di Trump, per iniziare la mediazione per la seconda fase dell'accordo con Hamas in merito al cessate il fuoco. Il confronto, ha detto Netanyahu, è stato “positivo e amichevole”.

Lo stesso premier ha, poi, sottolineato che una delegazione di Tel Aviv si sarebbe recata a Doha per i negoziati indiretti con Hamas, mediati dal Qatar, confermando che i negoziati sarebbero proseguiti. Inoltre, ha detto che avrebbe convocato il Gabinetto di Sicurezza per discutere le richieste israeliane per la seconda fase dell'accordo con Hamas al suo ritorno in Israele, a fine settimana.

Intanto, Witkoff ha riaffermato che incontrerà il premier qatariota, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, in Florida, giovedì prossimo per parlare della seconda fase della tregua. Ad oggi, Doha e Il Cairo hanno svolto un ruolo chiave in qualità di intermediari presso Hamas.

Netanyahu si è recato alla Casa Bianca anche per convincere Trump ad adottare provvedimenti decisivi contro l'Iran: Teherean, infatti, ha subìto battute d’arresto militari, specialmente contro l'esercito israeliano, che ha indebolito Hamas a Gaza e i militanti di Hezbollah in Libano oltre a decimare le difese aeree iraniane. Dunque, per Netanyahu, questo è un ottimo momento per affrontare definitivamente il tema del programma nucleare iraniano.

Prima di vedere Netanyahu, Trump ha dichiarato che avrebbe alzato il pressing economico su Teheran: “Non permetteremo loro di avere un’arma nucleare”, ha detto.

Prima dell'incontro tra Trump e Netanyahu, inoltre, migliaia di persone favorevoli alla Palestina hanno marciato per Washington, manifestando contro l'arrivo del premier israeliano, definito come un “criminale di guerra che ha le mani sporche di sangue”.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Danny Danon
Donald Trump
Gaza
Israele
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU